La proposta

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La vita in casa Cox non sarebbe potuta andare meglio di così. Finalmente Alessia era riuscita a raggiungere quella pace interiore che tanto agognava ed Erika era riuscita a trovare un lavoro abbastanza impegnativo, che la portava a spostarsi di città in città anche per svariati giorni. Inizialmente non era molto propensa ad accettare questo tipo di incarico perché sarebbe significato allontanarsi dalla sua famiglia e dalla piccola appena nata, ma con il passare del tempo ha imparato ad abituarsi ai nuovi ritmi. Alessia, invece, trovò estremamente impossibile far combaciare gli impegni lavorativi con quelli familiari e per questo suo padre le permise di prendersi un periodo di pausa mentre sua madre diede una mano con la bambina che cresceva a vista d'occhio.
Passarono cinque anni dal lieto evento e quella sensazione di felicità iniziale non accennò a cambiare nemmeno di un millimetro.
Erika era via per lavoro e sarebbe tornata solo a fine settimana, tra tre giorni, così Alessia rimase a casa con la piccola Hope. Era sera e la bambina era già a dormire, mentre la ragazza dagli occhi di ghiaccio giaceva nuda nel letto a leggere un libro. In quel breve arco di tempo aveva appreso quanto l'assenza di vestiti fosse gratificante ed era solita portare avanti questa sua abitudine in assenza di Erika, altrimenti sarebbe stata sgridata come una bambina.
"Mami?"
Sentì d'un tratto e d'istinto posò il libro sul materasso e alzò lo sguardo. Per fortuna aveva la coperta addosso.
"H-Hope...che ci fai qui?"
Si affrettò a chiedere, coprendosi maggiormente con il piumone. La bambina si stropicciò gli occhi, avanzò verso il letto e si arrampicò fino a raggiungere la madre.
"Ho fatto un brutto sogno."
Sussurrò con la voce spezzata da un probabile pianto precedente; qualche singhiozzo a lasciare le sue piccole labbra. Alessia la osservò preoccupata e si affrettò a mettere addosso una canottiera e un paio di boxer riposti nel primo cassetto del comodino accanto al suo lato del letto. La bambina attese pazientemente il permesso della madre e, dopo averlo ottenuto, si infilò sotto le coperte e si accoccolò a lei.
"Ti va di raccontarmelo?"
Chiese piano Alessia, accarezzando la testolina della piccola Hope e lasciandole qualche bacio sulla guancia. La piccola annuì ed alzò lo sguardo per incontrare quello della mamma.
"Facevamo i biccotti."
"Sì? Ed erano buoni?"
Hope annuì, ma mantenne un'espressione seria.
"Poi mamma andava. Non tonnava più."
Alessia si sorprese nel sentire quelle parole. In un istante rivide se stessa di qualche anno fa, terrorizzata dalla paura di perdere la sua ragazza. Prese la piccola e la abbracciò forte, lasciandole una miriade di baci e facendole il solletico sul pancino, lasciandola coricarsi poi sul suo petto.
"La mamma tornerà sempre perché ti ama tanto. Non può stare senza di te."
"Mamma tonna? Quando? Mi manca."
Alessia prese il cellulare dal comodino e lo sbloccò, andando a cercare il contatto della sua ragazza.
"Che ne dici se la chiamiamo?"
Hope annuì freneticamente e attese con impazienza l'inizio della chiamata. La ragazza dai capelli corvini mise in vivavoce e sorrise non appena sentì la voce stanca e lievemente preoccupata dall'altro lato della linea.
"Amore, che è successo?"
"Mamma!!"
Si affrettò ad urlare Hope, felice di sentire l'altra sua mamma.
"Piccola mia, mi manchi tanto. È tardi; perché non sei a letto?"
"La piccola peste ha fatto un brutto sogno."
Si intromise Alessia, osservando la piccola con occhi innamorati. Hope ridacchiò e si sedette sullo stomaco della madre, prendendo saldamente il cellulare e avvicinandolo al visino.
"Mamma, quando tonni?"
"Presto, piccolina. Riesci a resistere qualche altro giorno?"
"No! Vieni, mamma. Tutti insieme."
Alessia la prese tra le braccia e la fece stendere nel lato vuoto del materasso, coprendola con la coperta e lasciandole un dolce bacio sulla fronte.
"Che ne dici se dormi con me per questa volta? Così non sarai sola."
Hope annuì felice e, dopo aver salutato Erika e ridato il telefono alla madre al suo fianco, si addormentò rapidamente.

La mattina seguente fu abbastanza esuberante. Hope si svegliò per prima e non perse tempo a torturare Alessia fino a svegliarla.
"Buoncionno, mami."
"Quanta grinta."
Ridacchiò la corvina, sbadigliando e stroppicciandosi gli occhi per cercare di eliminare i residui di sonno. Si alzò poco dopo a preparare la colazione, seguita dalla figlia che la osservava ammaliata.
Il campanello suonò poco dopo, disturbando la quiete che si era creata poco prima. Alessia si alzò da tavola e si recò all'ingresso, aprendo la porta lievemente confusa.
"Ciao, amore."
Un sorriso smagliante le si palesò in viso non appena vide la figura di Erika in piedi davanti a lei. La più piccola venne immediatamente catturata in un abbraccio protettivo mentre le sue labbra vennero attaccate da quelle di Alessia in un bacio famelico e bisognoso.
La più grande tornò in cucina e si rivolse ad Hope con un grande sorriso.
"Hope, indovina chi c'è?"
"Zia Andea?"
Erika fece la sua comparsa e la piccola non poté fare a meno di urlare di gioia.
"Volevi la zia? Allora me ne vado."
Annunciò Erika, falsamente triste.
"No, no, no!"
Hipe scese dalla sedia e si tuffò tra le braccia della madre, estremamente felice di rivederla dopo un numero di giorni per lei infiniti.
"Non dovevi tornare venerdì?"
Erika si girò verso Alessia e le lasciò un altro bacio sulle labbra.
"Non potevo lasciare sole le mie due bambine."
"Divertente."
Commentò la più grande, lievemente annoiata da quella risposta, incrociando le braccia al petto e facendo schioccare la lingua sul palato. Si avvicinò poi alla piccola e le sussurrò qualcosa di incomprensibile, ricevendo in cambio una risatina complice, e si allontanarono entrambe al piano di sopra. Erika fece spallucce e andò in cucina per prendere qual cosa da sgranocchiare.
"Mamma, mamma! Mami sta male!"
Sentì poi urlare Hope, vedendola correre il più in fretta possibile verso di lei. In un attimo scattò sull'attenti e raggiunse la bambina, la prese in braccio e raggiunse la sua ragazza al piano di sopra, trovandola rannicchiata sul pavimento.
"Amore! Che succede?"
Non ottenne risposta, iniziando a preoccuparsi seriamente.
"Al...Al!"
Alessia non parlò, semplicemente indicò un cassetto poco distante. Erika si fiondò sull'oggetto indicato, rimanendo a bocca aperta non appena vide ciò che vi era al suo interno. Con le lacrime agli occhi, prese il cofanetto in velluto e tornò dalla sua ragazza, che nel frattempo si era rialzata tranquillamente e aveva battuto il cinque con la figlia.
"Al...è...?"
Alessia annuì e la invitò ad aprire il piccolo oggetto, rivelando il bellissimo anello di diamanti che risiedeva tranquillo al suo interno.
"Erika, amore mio."
La chiamò la più grande, avvolgendole la vita con le braccia e sorridendo non appena si rese conto delle numerose lacrime di gioia fuoriuscire dagli occhi nocciola della sua ragazza.
"Ti amo da impazzire e lo direi altre mille volte. Sei sempre stata comprensiva e non mi hai mai fatto pressione per nulla; nemmeno per questo anello."
Lo prese tra le mani e lo rigirò lentamente, tornando poi a puntare lo sguardo su quello della compagna.
"Hai continuato ad aspettare nella speranza che mi sentissi pronta. Beh...ora sono qui..."
Lasciò la frase in sospeso per inginocchiarsi davanti alla persona che più amava al mondo.
"...in ginocchio davanti a te per porti la fatidica domanda. Il mio cuore scoppierebbe in mille pezzi al solo pensiero di non poter passare il resto della mia vita con te. Ti amo con una forza che non avevo mai provato prima e...Dio...mi hai fatto il regalo più bello del mondo: una famiglia stupenda che non pensavo nemmeno di meritare. Erika..."
Sussurrò il suo nome mentre alzò cautamente il piccolo cerchio in oro davanti al suo stesso volto, sorridendo con gli occhi lucidi. Hope poco distante che sbatteva le manine felice.
"Vuoi spo-"
"Si! Si!"
Erika non le diede nemmeno il tempo di terminare la frase. Urlò di felicità e si fiondò sull'altra, facendole perdere l'equilibrio, ritrovandosi entrambe a ridere senza sosta. Alessia non perse tempo ad avvolgere il dito della compagna con il piccolo gioiello, lasciandole poi un casto bacio sulle labbra carico di amore e devozione. Hope si unì presto al quadretto, salendo sulla schiena di Erika ed impedendole di alzarsi.
"Tu eri complice, piccola peste?"
"Sì."

Fucking Love - the oneshots setDove le storie prendono vita. Scoprilo ora