Bisogno d'attenzioni

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"Amore..."
Erika attirò l'attenzione della compagna che stava leggendo tranquillamente un libro di avventura nel suo lato di materasso. Alzò il capo e si rivolse con calma alla compagna al suo fianco. Vedendo la sua espressione tramutarsi in un turbine di emozioni apparentemente negative, si affrettò a posare la copertina sul comodino e a posizionare il busto di lato, più vicina alla ragazza dagli occhi nocciola, per poterla avvolgere con cura con le sue braccia, facendo ben attenzione a non farle male.
"Fagiolino fa i capricci?"
"Non chiamarlo così. È molto più grande di un fagiolino."
Rispose la più piccola aggrottando le sopracciglia e stringendo la presa intorno alla compagna, affondando il viso nel suo petto. Alessia ridacchiò divertita e passò delicata una mano sul fianco della sua ragazza, sapendo come quel semplice gesto fosse in grado di alleviare almeno in parte i tenui dolori.
Il sorriso sul volto di Erika la portò a sorridere di riflesso, un movimento talmente automatico da non rendersene nemmeno conto, e si affrettò a lasciare dei pigri baci sulla sua fronte.
"Siamo in vena di coccole questa sera?"
Chiese giocosa nel constatare quanto la più piccola stesse adorando quel semplice contatto. Erika alzò di poco il capo per poterla osservare dritto negli occhi e si trovò ad alzare un sopracciglio incredulo.
"Come sarebbe a dire? Sono sempre in vena di coccole."
"Ma se ieri mi hai lanciato una sedia."
La ragazza dagli occhi nocciola rimase per un attimo in silenzio, interdetta dalla risposta, pensando con attenzione a cosa avrebbe potuto dire in sua difesa.
"...mi serviva spazio vitale."
"Ero seduta a tavola a farmi i cazzi miei."
Rise convulsamente la più grande, non riuscendo a dare una spiegazione logica a ciò che era successo la sera prima.
"Vuoi continuare a parlare di ieri sera o possiamo goderci il momento in santa pace?"
Tagliò corto Erika, non sapendo bene come portare avanti la conversazione a suo favore. Alessia alzò la mano libera in segno di resa per poi poggiarla sulla guancia dell'altra per spostare qualche ciocca ribelle.
"Vuoi guardare la tv?"
Chiese poi in un sussurro che portò la più piccola a percepire un brivido lungo la schiena. Non riusciva a comprendere come, nonostante gli anni trascorsi insieme, quel tono basso di voce riuscisse ancora a metterla alle strette, causandole scompiglio a livello dello stomaco. Annuì, stringendosi maggiormente contro il corpo dell'altra nella speranza di poterne assaporare il profumo che, dopo un'intera giornata, stava ormai svanendo.
Fecero zapping tra i vari canali per qualche minuto, fino a quando non trovarono un programma che parlava proprio di gravidanze e dispensava consigli utili sull'argomento. Estremamente interessate, alzarono di poco il volume e tesero le orecchie per captare ogni singola parola al fine di poterle memorizzare bene in mente. Il medico davanti alla telecamera spiegò come fosse possibile in certi casi ridurre il dolore, passando poi dal beneficio dello yoga all'importanza dei corsi pre parto. Una piccola porzione di tempo venne impiegata anche nello spiegare come fosse possibile mantenere una vita sessuale attiva, mostrando degli omini animati per dare dei consigli sulle posizioni da evitare e da attenzionare. Erika strinse tra le dita la maglia del pigiama della corvina e si allungò di poco per chiederle un bacio a stampo per poi poggiare nuovamente il capo sulla sua spalla. Osservò nuovamente lo schermo acceso e quell'anziano signore che spiegava nei particolari ogni cosa utile ad una neo mamma, tornando poi a rivolgere la sua attenzione alla compagna che ridacchiava nel vedere quegli omini animati ad occhi chiusi. La sentiva parlare, ma non fece caso alle parole che cercarono di penetrarle i timpani; la sua concentrazione sembrava essersi persa in un'altra dimensione. Lasciò un bacio sul collo della corvina, poi un altro, un altro e un altro ancora, riuscendo a suscitare un briciolo di curiosità nello sguardo della più grande che non perse tempo ad alzare un sopracciglio indagatore.
"Mi annoio."
Sussurrò Erika, disegnando con l'indice dei cerchi immaginari sul petto dell'amata e sorridendo nel sentire la mano della corvina prenderle delicata il mento per poter poggiare le proprie labbra sulle sue. Il palmo della più piccola scese lento verso l'addome della compagna, cercando di intrufolarsi indisturbato nei boxer morbidi che aveva deciso di indossare quella sera, venendo però bloccato ancora prima di raggiungere l'elastico.
"Rallenta, tigre."
"Perché? Voglio fare l'amore con te."
"Non mi sento a mio agio."
"Per il bambino? Lo possiamo fare tranquillamente."
"Sì ma se lo vede? E se dovessi colpirlo? E poi non voglio venire dentro mentre c'è lui."
Erika si massaggiò le tempie mentre cercava di trattenere una risata genuina. Le diede un paio di colpetti sul petto e scosse di poco il capo rassegnata.
"Amore mio carissimo, per prima cosa non lo può vedere; secondo, per quanto tu possa averlo lungo non arriverà mai a toccarlo e terzo, puoi anche venire fuori."
Si sedette scompostamente sul materasso aiutandosi con la presa della compagna, avvicinandosi poi al suo orecchio per leccarne seducente il lobo, arrivando subito dopo a sussurrare sensuale mentre la sua mano si premurò di ripercorrere temeraria la sua strada, questa volta senza trovare alcuna deviazione.
"Vorrei sentirti dentro di me."
"Cazzo, Erika, così non vale."
Si lamentò la più grande, percependo una tenue punta di calore scendere verso il basso ventre, chiudendo gli occhi per qualche secondo per mantenere l'autocontrollo. Si sedette anche lei, permettendo alle braccia di sorreggere il peso del busto ed osservando come la mano della compagna non sembrasse intenzionata a fermarsi. Erika sorrise vittoriosa quando ne afferrò per intero la lunghezza, avvicinando il viso a quello della più grande per poterle lasciare una rapida scia di baci lungo il collo, soffermandosi di poco sulla spalla.
"Voglio farti godere."
Alessia lasciò fruire un grugnito di approvazione, portò indietro il capo e si lasciò cadere nuovamente sul materasso. Nascose il viso sotto i palmi delle mani mentre il suo labbro inferiore venne stretto dai denti, sentendo la più piccola ridere divertita dalla sua reazione.
"Sei sempre alla mia mercé. È fantastico."
Commentò, estraendo la mano da sotto i boxer e sdraiandosi con cura su un fianco, accanto alla compagna che prese ad osservarla attentamente. Imitò la sua posizione e si perse negli occhi nocciola dell'altra, accarezzandole una guancia per poi connettere le loro labbra in un bacio carico di desiderio. Erika sorrise, stringendole la maglia come a volerla più vicina; le prese una mano e se la portò alla pancia, permettendo all'altra di percepire i movimenti del loro piccolo miracolo. Una lacrima solitaria rigò il viso di Alessia, che distese le labbra in un grande sorriso, arrivando a mostrare una piccola porzione di dentatura.
"Non pensavo che un giorno avrei avuto una famiglia tutta mia."
"Nemmeno io e guardaci; stiamo per avere un bambino. Spero somigli a te."
"Io spero sia identico a te."
Erika non smise di sorridere nemmeno per un istante e portò la mano ad accarezzare il collo della compagna mentre le sue labbra vennero umidificate dal timido passaggio della lingua. Alessia sapeva che non avrebbe avuto scampo, sapeva che una volta che Erika si metteva una cosa in testa non si dava pace sino a quando non l'aveva conclusa e, in questo caso, il suo obiettivo consisteva nell'amarla con tutta sè stessa.
"Amore..."
La sentì sussurrare nuovamente, percependo ancora una volta la sua mano scorrere lungo il suo addome, fermandosi poco sopra i boxer. Erika sorrise nel vederla pendere dalle sue labbra, sentendosi quasi potente nel riuscire a causarle in poco tempo un'erezione. La osservò attentamente in quelle pozze di ghiaccio, in quelle pupille che si dilatarono rapidamente, venendo poi catturata in un bacio voglioso e stretta cautamente tra le braccia della più grande.
"Mi fai impazzire."
"Ne sono consapevole."
Alessia sorrise e si alzò di punto in bianco, facendo peso sulle ginocchia, scivolando abile verso la fine del materasso, permettendo alle sue mani di scorrere indisturbate lungo il corpo della compagna.
"Girati."
Ordinò piano, vedendo come Erika non perse tempo a far aderire la schiena contro il materasso senza mai separare lo sguardo da quelle pozze di ghiaccio che tanto adorava. La corvina si posizionò tra le sue gambe e, molto lentamente, le tolse i pantaloni larghi del pigiama, avvicinandosi cauta alla pancia che proteggeva la loro piccola creatura. Vi lasciò qualche bacio delicato, occupandosi di accarezzare i punti scoperti dalle sue labbra, e non poté fare a meno di sorridere immensamente quando percepì una risposta dal piccolo esserino. Un calcetto le colpì le labbra e prontamente una lacrima di gioia si lasciò cadere sulla pelle della compagna che, commossa, osservava la scena con estremo interesse.
"Fagiolino vuole salutare la mamma."
Sussurrò Erika, utilizzando il nomignolo che Alessia aveva dato al loro piccolo miracolo, e si concentrò nel vedere la reazione così spontanea della compagna che prese a parlare con la pancia della più piccola; un discorso quasi bilaterale che la fece ridere lievemente.
"Ciao, piccolino. Sei comodo lì dentro? Mi concedi di amare la tua mamma questa sera? Non le farò male e se dovesse accadere basta che dai un colpetto e io mi fermo subito."
Erika aveva le guance rigate dalle lacrime, lacrime di gioia, che iniziarono a scorrere libere nell'esatto istante in cui Alessia iniziò a parlare.
"Dai un colpetto se sei d'accordo."
Concluse la più grande, mantenendo le mani e le labbra sulla pelle delicata della compagna, attendendo pazientemente un riscontro da parte del loro bambino. Sorrise quando percepì un tenue movimento sotto il suo tocco e immediatamente alzò lo sguardo verso l'altra, legando le loro anime in un istante. Si alzò nuovamente e gattonò al suo fianco per poter unire le loro labbra e assaporare il suo sapore che non la stancava mai.
"Fagiolino è d'accordo. Menomale, altrimenti mi sarebbe toccato farmi una sega."
"Scema."
Ridacchiarono entrambe per poi lasciarsi trasportare nuovamente da una serie di baci carichi di desiderio. Alessia si tolse rapida la maglietta del pigiama, restando solo in reggiseno sportivo e boxer che ben facevano intuire quanto avesse voglia di fare sua la compagna, mentre Erika mantenne la maglietta che lasciava scoperta la pancia. La corvina si posizionò nuovamente tra le gambe dell'amata, sfilandole l'intimo, e si sdraiò poco dopo a pancia in giù, lasciando un sospiro di sollievo non appena la sua parte intima entrò in contatto con il materasso, causando un minimo di frizione. Erika si morse il labbro nel momento in cui la più grande sospirò, riuscendo a percepire quel tenue respiro su di lei. Le sue cosce vennero invase dai baci umidi della più grande; baci che, ben calcolati, arrivanoro a salire con estrema lentezza fino a raggiungere il suo centro. Portò indietro il capo, permettendogli di sprofondare nel cuscino, e strinse con forza le lenzuola ai lati del suo corpo, dischiudendo le labbra come a voler lasciar passare un suono che, però, risultò essere silenzioso. Adorava quando Alessia si concentrava così su di lei, arrivando quasi a fregarsene dei suoi bisogni per fare in modo di avere la completa attenzione sulla sua amata, e sapeva che, in qualche modo, ciò riusciva a trasportare una maggiore quantità di sangue nella sua zona delicata. Quando la corvina permise alla sua lingua di penetrare in lei, percepì una scarica lungo la schiena e prontamente si trovò a stringere le gambe intorno a lei mentre la testa della più grande iniziò a muoversi a ritmo con il corpo. Erika cercò di osservare l'operato della compagna, ma la pancia le impediva di avere una chiara visuale e tutto quello che poté fare in quel momento fu immaginare. Si concentrò su ogni minuscolo contatto con le sue dita, sentendo come vagassero libere lungo i suoi fianchi, raggiungendo la pancia e tornando alle cosce, trovandosi a corrucciare le sopracciglia quando cinque di esse si separarono completamente, permettendo alla più grande di cercare una posizione di poco più confortevole, per poi occuparsi distratte dei boxer.
Erika aprì gli occhi quando il contatto con la bocca talentuosa della compagna venne a mancare e la vide ancora davanti a lei, in ginocchio e con la mano a stringere la base del suo membro, mentre un sorrisino perverso le dipingeva il volto.
"Potrei venire solo guardandoti."
Sussurrò la corvina, sprofondando negli occhi nocciola dell'altra.
"Spero di no, altrimenti ti tocca riattivarlo."
"La cosa non mi dispiace."
Alessia posò le mani sulle ginocchia della più piccola e la invitò con delicatezza a divaricare maggiormente le gambe per permetterle di posizionarsi fra di esse. Continuò a massaggiarle le gambe e si leccò le labbra, percependo ancora il suo sapore, senza mai spezzare il loro scambio di sguardi.
"Piccola, ci arrivi al comodino?"
Erika annuì e le rivolse uno sguardo di poco confuso.
"Puoi passarmi un preservativo, per favore?"
"Non ne hai bisogno."
"Per quanto io possa amare sentirti per intero senza barriere, non ho intenzione di affogare nostro figlio col mio sperma."
"Ew, che schifo."
Ridacchiò l'altra, allungandosi di poco per afferrare lo scatolo di preservativi ed estrarne uno, passandolo poi alla corvina che non perse tempo ad afferrarlo e portarlo alle labbra, aprendo con estrema lentezza e sensualità il pacchetto. Dopo aver controllato quale fosse il verso giusto, lo avvicinò alla sua estremità e lo srotolò con abilità sotto lo sguardo attento della più piccola che non perse tempo a stringere il labbro inferiore con i denti. Si schiarì la voce e lasciò scorrere un paio di volte la mano lungo la sua lunghezza, alzando poi il capo verso la compagna e sistemandosi meglio più vicina a lei.
"Sei comoda?"
"Sì."
"Posso proseguire?"
"Sì."
"Non vorrei che-"
"Dannazione, Alessia! Zitta e penetra!"
Alessia annuì; iniziò a strofinare piano la sua estremità sulla natura della compagna e dopo poco vi entrò cauta, sentendo una scarica espandersi lungo la spina dorsale.
"Mio Dio! Si scivola che è un piacere."
Portò indietro il capo e strinse le natiche per cercare di richiamare tutto il suo autocontrollo; di certo i gemiti di Erika non la aiutavano. Iniziò a spingersi con cautela, attenta a non recare fastidio alla compagna, e concentrò la sua attenzione al volto contorto dal piacere dell'altra che aveva gli occhi chiusi ed era persa nel piacere. Alessia adorava poterla stringere a sé in momenti come questi, ma a causa del piccolo ospite non le fu possibile e non si sentiva pienamente soddisfatta, così si fermò ed uscì senza preavviso, ricevendo uno sguardo assassino dalla più piccola. Gattonò al suo fianco e le sorrise teneramente, accarezzandole una guancia e lasciandole un paio di baci sulle labbra.
"Ti va bene se ti prendo a cucchiaio? Ti vorrei tra le mie braccia."
Erika sorrise ed annuì, affrettandosi a mettersi sul fianco, aspettando che anche l'altra si fosse sistemata, pronta a farla nuovamente sua. La sua spalla venne subito attaccata dalle labbra della compagna non appena si sentì nuovamente piena e permise alla sua voce di riempire il silenzio della stanza spingendo, così facendo, la corvina sempre più al limite. Alessia sapeva che le sarebbero bastate poche altre spinte per svuotarsi, ma voleva permettere alla sua amata di sfruttare al massimo il momento, così iniziò a pensare a qualcosa che le avrebbe permesso di durare fino a quando Erika non si sarebbe contorta intorno a lei, qualcosa che non avrebbe aiutato il suo stato di eccitazione, ma nonostante i suoi sforzi, il suo corpo non sembrava volerle dare retta e, con tono quasi allarmato, si affrettò ad informare la compagna.
"Sto per venire!"
Esclamò con un tono di voce talmente acuto da non sembrare nemmeno suo. Erika non sembrò reagire alla frase e continuò a godersi il momento come se fosse l'ultimo, portando una mano dietro di sé per poter accarezzare il corpo dell'altra che non perse tempo a stringerla tra le sue braccia, accelerando di poco i movimenti. La più piccola girò il capo quanto possibile per catturare le labbra della compagna, venendo pervasa da una cascata elettrica subito dopo il contatto, soffocando un gemito mentre il suo corpo iniziò a tremare dal piacere. Alessia si sentì sollevata nel sentirla contrarsi intorno a lei, felice di poter permettere ai suoi genitali di esplodere di piacere. Si lasciò andare poco dopo Erika, ma non fermò del tutto i movimenti; la sensazione era troppo piacevole per troncarla all'improvviso, così arrivò gradualmente e molto lentamente a fermarsi, riposando qualche minuto dentro di lei. Nessuna delle due si mosse, assaporando fino in fondo la sensazione di felicità che stavano provando in quel momento; poi Alessia uscì cauta, si tolse il preservativo e lo buttò sul pavimento dopo averlo legato su sé stesso, tornando poi ad abbracciare la compagna da dietro.
"E pensare che non volevi farlo."
"Anche se non volessi, non potrei mai resisterti."
Le lasciò un bacio sulla fronte e portò una mano a poggiarsi delicata sul suo ventre.
"Vi amo; tutti e due."
"E noi amiamo te."

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