Un intervista al Time, sarebbe stata forse meno stancante, di quella che poi mi son trovata ad affrontare con Keyline. Ho risposto ad ogni sua domanda, rendendomi conto, senza darlo troppo a vedere, di continuare a restare superficiale in certi aspetti troppo intimi della mia famiglia: ma lei non è stata di meno, forse timorosa all'idea di qualche reazione sbagliata da parte mia, non si è esposta in domande troppo allargate. Gli ho raccontato del mio ritorno a New York, delle mie ansie come figlia di una persona importante: chiedendole di rispettare la mia privacy nel continuare a rimanere nell'ombra.
Lei ha capito, l'ho apprezzato, tranquillizzandola nuovamente in merito al comportamento tenuto dai miei genitori sulla questione della fattoria.
« Hai pagato tu quel debito?!»
« Si...»
« Sam sono tanti soldi!» ha obiettato « Sommati a quelli extra che hai donato alla mia famiglia per niente!»
« Come per niente? Non mi sembra che il bestiame cada dal cielo, o che venga regalato a bordo strada... e nemmeno i cavalli costano quanto un pezzo di pane! Quell'extra gli serviranno per riempire nuovamente la fattoria! Almeno... penso li useranno per quel motivo. Se invece preferiscono farsi un viaggio alle Bahamas... un po di riposo non gli farebbe male!»
« Samantha sono tanti soldi! Mio papà per poco non faceva un infarto!»
Mi sono alzata, seduta a cavalcioni e l'ho baciata.
« È il mio modo per chiedervi scusa.»
« Vi scusate pagando?» ha ironizzato afferrandomi i fianchi e facendo oscillare un dito sulla schiena scatenando quel solletico piacevole ma disturbante che mi ha portato a distendermi sopra al suo corpo. « Se sbagliamo...anche!»
« Non mi compri con i soldi.» ha puntualizzato « Nella settimana che sei mancata, ho provato a vedere come restituirli!» ha esclamato un po affranta « Ma sono troppi... E il banchiere mi ha guardato come se fossi una pazza!»
« E lo sei?»
« Sam... quasi mezzo milione! Sei tu la pazza non io.»
« Ma l'hai letto quell'articolo? Hai saltato dei pezzi? Hai visto da qualche famiglia provengo...?» stranita di come, quel solo e unico dettaglio del patrimonio che salta all'occhio, abbia reso Keyline del tutto indifferente « Avrei potuto versarne anche di più.» ho affermato sicura.
« Sei pazza!» poi ci ha riflettuto « Ho veramente una miliardaria nel mio letto?»
« Buon Natale Key...» ma non le ho risposto, anzi divertita nel vederla impacciata a realizzare come la mia vita sia stata diversa dalla sua, e al come all'inizio mi abbia giudicato come una malvivente credendo realmente che potessi rubare qualcosa che non mi sarebbe servito: mi ha notevolmente divertito.
Da quel Natale a ora, sono passati un paio di mesi, e il mio compleanno si avvicina, siamo in pieno agosto e il caldo non manca a farsi sentire.
La storia tra me e lei, ha preso letteralmente il volo, in tutti i sensi: dopo un mese esatto, al nostro rappacificamento, ho ricevuto la proposta di potermi trasferire definitivamente da lei.
« Sei sicura?!» gli ho chiesto emozionata.
« Abbiamo alternative? Ormai vivi a casa mia da quando ti ho ospitato perchè eri troppo ubriaca!» ha sorriso.
Ho fatto le valigie, lasciando a Natasha la possibilità di usare il ex appartamento per se: dove tutta esaltata ha potuto usufruire della cabina armadio per metterci tutti i suoi vestiti senza dover litigare con valigie e borse sparse per la sua ex camera.
Sto ancora continuando a studiare, di tanto in tanto volo a New York per dare degli esami o presenziare a corsi più particolari: scontrandomi con Keyline nel rispettare il mio desiderio di non portarla con me ogni volta che viaggio verso casa. « Non mi sento ancora pronta per farti entrare nel mio mondo.»
« Sembra che tu mi voglia nascondere! Non abiti mica a Pandora, e tu non sei una Na'vi! Ti comporti come se fossimo di due razze diverse.»
La sua frase, esclamata anche con un certo rancore, durante una discussione piuttosto accesa in merito al suo desiderio di visitare la grande mela con me, mi ha ferito non poco.
« Non voglio che ci chiudano in psichiatria insieme!» gli ho urlato, cercando di farle capire quanto la mia situazione familiare sia nettamente diversa dalla sua.
Ma voglio realmente nasconderla?
In realtà non lo capisco pure io, da cosa dipende questa mia ansia nel portarmela appresso: vorrei fargli visitare ogni angolo di New York, ma mi sento come se invadessi troppo il territorio di mio padre, con il pensiero poi che non vorrei innescare una miccia alla Gossip Girl. Nella grande mela tutti sanno chi sono, quindi mi sentirei in obbligo di girare per la città senza mancare di rispetto al cognome che porto: i miei dall'ultima volta che ci siamo incontrati, non hanno più provato a mettersi in contatto con me e se devo essere onesta nemmeno io con loro. Il nostro rapporto sembra fermo in un bivio, nessuna delle parti vuole provare a riallacciare quel poco che resta: consapevoli, che torno a casa ma alloggio in un appartamento che ho comprato sotto falso nome, rimangono fermi nel tenermi comunque nascosta da ogni possibile attacco giornalistico.
Mi chiedo sempre se un giorno, proveranno mai ad accettare che tutto sommato, non sono così un disastro di figlia come tanto pensano: dato che al contrario di tanti altri figli di genitori ricchi io, sto conducendo la mia vita nel miglior modo possibile.
Ho dovuto anche fare i conti con le amiche di Keyline: soprattutto con Alexia, che preoccupata e dispiaciuta per come avevo trattato l'amica, mi ha palesemente minacciato, sebbene Keyline cercasse di ironizzare, quei suoi tentativi di mettermi paura nel trovare un modo per sbattermi in galera almeno una notte.
Al contrario però di sua moglie, che tutta esaltata per avere vicino la figlia di Walter Reynolds mi tempestava di domande su vari lavori che ha svolto mio padre come avvocato: desiderando fortemente nel chiedermi di visitare il palazzo dove lavora.
« Samantha svegliati!»
Ancora mezza addormentata, la voce di Keyline, dolce e comprensiva si accende come un eco vicino al mio orecchio « Samantha!! E mezzogiorno!» Incalza più esasperata.
Vorrei poter tirargli dietro il cuscino per farla smettere, ma la mia testa è talmente appesantita e maledettamente comoda sopra quel morbido tessuto che a stento riesco ad alzare la testa.
« Ma che hai! Lasciami dormire ancora un pochino...! Hai visto che ora sono tornata da lavoro ieri notte?!» farfuglio con la bocca impastata e la stanchezza di chi vorrebbe passare tutta la giornata a letto.
Apro comunque gli occhi, le orecchie ancora mi rimbombano per la musica alta del locale.
« Si ti ho sentito! Ti sei distesa con una eleganza da primate! Ma devi assolutamente venir su dal letto! È urgente!»
« Ci sono i miei?» mi alzo allarmata in quell'unica situazione che mi spaventerebbe « O qualcuno che gli fa da vece?» il viso di Keyline è così vicino che impreparata faccio un sobbalzo.
« No!» esclama alquanto impaziente e allegra.
« Dai muoviti! Alzati!» Mi incita togliendomi le coperte e aprendo del tutto la tenda, inondando la stanza di luce.
« Ma si può sapere che ti è preso?!»
Lei non mi ascolta nemmeno, sorride e si dilegua dalla stanza invitandomi a seguirla: mi alzo a fatica, guardo l'ora meravigliata di aver fatto la Bella Addormentata fino a mezzogiorno passate.
Quando varco la soglia della porta della camera, ancora con gli occhi disturbati dal sole cerco di mettere a fuoco l'immagine della mia ragazza che tiene tra le braccia qualcosa simile a un peluche. Quando finalmente sgrano l'immagine, lei si china, liberando una cosetta nera e paffutella che mi viene incontro spavalda.
« Buon compleanno!» Esclama lei entusiasta.
« Oddio! Ma... ma chi sei?!» Mi inchino a raccogliere un cagnolino nero dalle striature marroncine, che tutto emozionato una volta in braccio, non riesce a rimanere fermo un attimo.
Keyline mi viene incontro, si siede per terra con me:
« Samantha: ti presento Thor! Un cucciolo di bulldog francese, abbastanza vivace come te!»
« Ed è veramente mio?!»
« Ben mi dispiacerebbe riportarlo a Melinda Baker!» mi risponde « Con tutta la fatica che ho fatto per convincerla a darlo a me, e non all'attrice di Hollywood!»
« È mio? Sul serio?!» gli chiedo nuovamente incredula.
« Si Sam!» mi sorride emozionata « Stamattina è arrivato in studio da me, mi ha tenuto compagnia fino ad ora. Fatto la pipì in ogni angolo, distrutto un cuscino e si è addormentato in auto.»
« Thor?» mi metto a ridere.
« Non ho mai visto Melinda, così entusiasta a dare via uno dei cuccioli, come ha fatto con lui! Cercavo un nome importante!»
« Mi piace!»
« Ma non ho finito...» mi sorride per tornare ad alzarsi.
« Un cane Key?! E come faremo con George?»
« Ha fatto l'abitudine a te!» si beffa « Un cane come potrebbe mai disturbarlo?» leggermente preoccupata. « Cosa avrei mai potuto regalare a chi potrebbe permettersi tutto...?» mi chiede sfidandomi.
Ma mi mordo il labbro, scuoto la testa divertita in quelle paranoie che la assillavano sul cosa poteva fare per il mio ventiduesimo compleanno: e in quelle mie risposte, neutre e prive di iniziativa, per aiutarla a suggerirle qualcosa.
Mi porge la mano, mi aiuta a fare altrettanto, stampando un bacio veloce per condurmi in cucina: dove Natasha, Alexia ed Emily sono tutti in piedi attorno a un tavolo con una torta al centro, azionano uno di quei coriandoli a scoppio non appena varco la porta per entrare.
Li guardo e mi commuovo « Avete fatto tutto questo mentre dormivo?»
« Cavolo Reynolds! Tu sì...! Che hai il sonno pesante!» Esclama Natasha venendomi ad abbracciare. Guardo Keyline, andandola ad abbracciare e baciandola davanti a tutti. « Grazie!» le dico commossa.
« Piccolo, coccolo e con un cane: come piace a te!» mi sussurra « Posso accendere le candeline?»
Annuisco senza parole.
Mi avvicino ancora incredula alla torta che tiene tra le mani Keyline, soffiò sulla candela ed esprimo il mio desiderio.
« Cosa hai desiderato?» Mi spiffera sotto voce.
« Segreto! Non lo posso dire!»
Lei mi guarda è alza gli occhi in cielo sorridendo, appoggia la torta e mentre gli altri son distratti tra chi stappa una bottiglia di vino, chi prende i bicchieri e chi gioca con Thor; si avvicina e mi avvolge le braccia attorno al collo:
« Potresti fare però un'eccezione a chi ha escogitato la sorpresa!»
« Sei troppo curiosa...»
« E dai Sam...!»
In questi mesi ho scoperto che Key ha il difetto di essere curiosa quanto la Tolman: se non peggio dato che non riesce nemmeno a guardare un film senza spoilerare il finale; o peggio leggere un libro senza prima spiare l'ultima pagina e anticipare il racconto. Quindi, ogni qualvolta che questo suo difetto emerge mi diverto a stuzzicarla.
« Però forse potrei sì...Thor è stato proprio una bella sorpresa...» affermo sincera. « E sei poi non si avvera?»
« Troveremo sicuramente un modo per farlo avverare!»
La bacio: uno di quelli piccoli e coccoli, che porta al coro che ci guarda sospirare dandoci delle mielose.
« Ho desiderato che tutto questo non finisca... perché ti amo Keyline Rodriguez! E non riesco a immaginarmi senza di te!»
Lei ne rimane compiaciuta del mio piccolo e innocuo desiderio:
« Ti amo Samantha Reynolds.»***

STAI LEGGENDO
Insegnami a restare
RomantizmUn'ironica coincidenza dà inizio ad un sentimento nuovo e mai provato prima, un sentimento che stravolge, che pone la vita di fronte a infiniti dubbi e alla propria verità. Ed che così che senza preavviso, ma in un modo naturale e passionale, viene...