Capitolo 2

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Spesso lottare per ciò in cui si crede, significa avere il coraggio di lottare da soli. -Shuttle_river

BELLA'S POV:

PASSATO.

"Merda!" esclama Idris entrando a casa.

"Che diavolo ci fai a quest'ora sveglia in salone?" chiede posando il cascone sul tavolino.

"Ho fatto un brutto sogno" mormoro con voce tremante stringendo la mia bambola.

"Mamma e papà?"

"Dormono, non volevo svegliarli" dico ancora stropicciandomi gli occhi.

"Sai che mi hai fatto prendere un colpo?" borbotta lui per poi prendermi in braccio e portarmi in cucina.

Mi posa sul bancone e chiede aprendo il frigo "Che sogno era?"

"Qualcuno mi portava via dal letto"spiego ricordandomi pochi dettagli ma precisi dell'incubo.

"Ti spiego subito perché questo non sarà mai possibile" dice lui prendendo una tazza e versando dentro del latte, per poi metterlo in microonde.

"Dovranno passare sopra il mio cadavere prima di arrivare al mio sole" mi accarezza una guancia e ribadisce "Mai e poi mai ti accadrà qualcosa di brutto finché ci sarò io, mi credi?"

Annuisco senza pensarci due volte.

"Bene, ora bevi questo e ti dimenticherai dell'incubo che hai appena fatto"

"Davvero?"

"Provare per credere"

Gli sorrido e sorseggio piano dalla tazza di latte, è alle mandorle ed è molto zuccherato come piace a me.

"È rimasta un po' della torta di carote di Dolores? Scommetto che con il latte sarà una bomba" si rimette alla ricerca aprendo il frigo.

"Eccola!" Esulta posandola accanto a me e tagliandone subito una fettona.

"Dove sei stato?" Chiedo curiosa continuando a bere il mio latte.

"Con amici fuori" alza lo sguardo a me e sussurra "ma mi sono annoiato a morte, menomale che ci sei tu che stai salvando la mia serata"

Arrossisco di scatto, quando mi guarda così mi fa morire.

"Quindi? Il ricordo dell'incubo è andato via?" mi chiede facendomi dare un morso della fetta di torta.

Noto che il latte sta per finire e scuotendo la testa mormoro "Magari serve più latte"

"Arriva subito!"

Restiamo in cucina in silenzio a mangiare e bere latte teneramente, finché lui mi propone di andare a dormire, ma io scuoto subito la testa.

"Sole mio, è tardi. Domani non hai scuola?"

"Voglio stare con te" dico di getto stringendo il suo braccio.

"Ho capito, vuoi dormire insieme a me?"

"Sì, per favore"

"Va bene, ma a una condizione" mi guarda severo per poi alzarmi in aria e dire divertito "Non dovrai lamentarti quando ti stringerò forte forte, andata?"

"Idris!" sorrido aggrappandomi alle sue spalle.



PRESENTE.

"Mi scusi!" dico mortificata per terra raccogliendo i fogli della cartellina che ho fatto cadere a un passante nella fretta di uscire da qui.

Dopo le 20 ore di volo ho la necessità di scappare da qui per prendere finalmente una boccata d'aria. Il primo tratto l'abbiamo fatto con le turbolenze e ho ancora la nausea da allora.

Un azzardo in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora