Capitolo 11

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A ogni singolo filo d'erba è destinata almeno una goccia di rugiada.

MUSTAFA'S POV:

Parcheggio fuori dalla scuola e butto la sigaretta sull'asfalto bagnato dalla pioggia.

Chiudo la mia giacca di pelle, pentendomi di non aver optato per un cappotto caldo ed entro nella scuola primaria.

Butto subito un sospiro di sollievo nel sentire i termosifoni accesi e l'ambiente più caloroso. Le pareti della scuola sono gialle e davanti a me si presentano varie scale che portano al piano superiore.

"Vendita di dolci per beneficenza" leggo un cartellone con una freccia a destra.

Abbasso lo sguardo al volantino che mi ha procurato l'investigatore. Dovrei trovare qui la mia Aisha.

Credevo e speravo di risolverla da solo questa faccenda, ma quando andai a cercare Aisha nel suo villaggio in Iran, ho trovato solo sua cugina che mi disse che era scappata via per non sposare il capo villaggio.

Sapere che neanche a casa sua abbia avuto pace a vivere la sua vita, mi ha fatto così imbestialire che cercai il capo villaggio e lo picchiai a sangue.

Da lì sono partite altre ricerche, la cugina mi disse che Aisha riuscì a recuperare dei documenti falsi e scappare all'estero.

Dove? Non gliel'ha voluto dire per metterla in difficoltà.

Non avevo niente, disperato mi rivolsi a un investigatore e la cercammo per giorni, mesi...dopo un anno stavo per darmi vinto finché trovammo una foto su un giornale di Adelaide, in Australia.

Venivano premiati dei docenti per il loro supporto a salvare i bambini rifugiati. Nell'intervista ai docenti, una di questi diceva di essere stata lei in primis una bambina rifugiata, aveva un nome diverso ed è finita nelle mani di un'organizzazione terroristica.

Non voleva far rivivere la sua esperienza ad altri bambini e prometteva che avrebbe fatto la differenza per questi bambini.

Quando l'investigatore mi porse la rivista, a stento potevo credere ai miei occhi...quella ragazza col velo era molto simile alla mia Aisha.

Sono passati 20 anni, eppure il suo viso era così giovanile e raggiante. C'era una buona probabilità che si trattasse di lei.

Ed eccomi qui, appena atterrato in Australia e mi sono precipitato qui senza perdere tempo. Non sono neppure riuscito a dormire per l'agitazione.

Sto davvero per rivedere la mia Aisha? Non mi sembra vero, cazzo.

Seguo la freccia del cartellone e osservo all'uscita di un'aula un sacco di donne con dei vassoi in mano e altre con dei bigliettini.

"Ticket?" chiede una di queste non lasciandomi passare.

La squadro velocemente...mi arriva al gomito, ha il rossetto tutto sbavato e mi guarda sopra gli occhialoni lilla.

"Come?" chiedo serrando la mascella infastidito.

"Ha pagato il ticket?" insiste facendomi innervosire, potrei ucciderla con la pistola che nascondo dietro la schiena.

"No" sbotto guardandola male.

"Fanno 5€, contanti o bancomat?" chiede masticando una gomma, intravedo dei denti ingialliti.

Alzo gli occhi al soffitto.

Prendo dal portafoglio una banconota a caso e glieli butto in faccia.

"Che modi" borbotta lei porgendomi un dannato ticket.

Un azzardo in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora