Capitolo 22

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Leslie

Adesso Sebastian era il mio ragazzo.

Mi faceva strano dirlo, pensarlo. Per me era sempre stato il mio coinquilino, uno dei miei migliori amici, un supporto... ma adesso era molto di più.

Quando tornammo a casa quella sera mi rifiutai di andare a dormire in un luogo separato da lui. Restammo perciò in salotto, sul divano, e guardammo film fino a che non fui stanca e mi addormentai sul grembo di Sebastian.

L'indomani mattina, quando mia nonna ci aveva ritrovati a dormire sul divano insieme – alla fine Sebastian doveva essersi coricato accanto a me prendendomi tra le sue braccia per non farmi cadere – ci svegliò con il più caloroso dei sorrisi, poi notò la mia collanina ed io e Sebastian le rivelammo che adesso stessimo insieme. La nonna per poco non ci stritolò tra le sue braccia nonostante fosse minuta e anziana e mi salirono le lacrime agli occhi al ripensarci un giorno dopo, dopo averla salutata per salire sull'aereo e tornare a Brisbane a casa mia.

Purtroppo non potevo prolungarmi oltre. Cassidy mi aveva richiamata urgentemente a casa perché la ginecologa le aveva fissato l'incontro di controllo per sapere il sesso del nascituro. Quando me l'aveva detto un lampo di dolore mi aveva trapassato il petto, ma ignorai tutto e le promisi che ci sarei stata per lei.

Ed era ormai arrivato il giorno in cui avremmo saputo il sesso del nascituro. Era il quattro agosto e Cassidy sembrava più che in ansia mentre attraversava il cancelletto del cortile di Peter per poter salire sul mio stesso taxi.

«Allora... poco nervosa, vedo» le riferii ironicamente.

«Prova tu a non essere in ansia di qualcosa che non puoi controllare, eh!»

«Okay, okay» portai le mani in avanti come a difendermi «Hai già iniziato con gli sbalzi d'umore o è solo il tuo solito nervosismo?»

«Che dici?» mi rivolse un'occhiataccia.

«Okay, sto zitta allora»

Il taxi ripartì proprio quando Cassidy mi prese per il braccio scuotendomelo. «Scusa, scusa, è solo il nervosismo. Non essere arrabbiata con me...»

La interruppi «Non lo sono, Cass. Ti capisco, lo sai»

E Cassidy si zittì di colpo lasciando cadere persino il mio braccio «Vero. Mi spiace, Les... non avevo pensato che...»

L'ammutolii prima ancora che potesse continuare facendomi salire le lacrime agli occhi. Già bastava il dolore che da tutta la mattinata sentivo al petto. Nemmeno gli abbracci e i baci in fronte di Sebastian avevano potuto rendermi meno triste, tantomeno erano riusciti a calmare il mio dolore. «Sto bene... e poi oggi non è il mio giorno. È il tuo. Non pensare a me e goditi il momento»

«Ma se non saprò nemmeno di che sesso sarà perché lo dirà solo a te per organizzare il baby shower!» mi ricordò.

«Dettagli» ribattei «Sono solo dettagli. L'importante è che io sappia il sesso del nascituro così da organizzare la sorpresa perfetta.»

«Hai ragione» annuì a sé stessa, poi si voltò a guardarmi fissa negli occhi «Sai che non mi piacciono le sorprese quindi se te lo chiedo, anche a costo di farti odiare, non dovrai dirlo a nessuno, tantomeno a me, prima del baby shower, va bene?»

Ridacchiai. «Ai suoi ordini capo... tuttavia mi terrò costretta a riferirlo a Sebastian così da avere maggiore aiuto nell'organizzazione. Mi darebbe il permesso per rivelarglielo?»

«Certamente» ebbe solo il tempo di dire perché poi l'autista si fermò di fronte allo studio della ginecologa ed io e Cassidy scendemmo dalla macchina pagando la corsa. Una volta lì, mi sentii come se fossi appena stata ricatapultata in Italia davanti allo studio della mia ginecologa di allora, l'ansia allo stomaco, ma più felice che mai perché avrei saputo il sesso del nascituro e avrei anche avuto meno possibilità di perdita del mio amato bambino... mi doleva il cuore ripensare a come poco dopo lo avessi perso.

Per sempre la mia Stella #3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora