14.

34 1 5
                                    

Mentre un brano sfuma nelle cuffie che ho al collo, mi tengo stretta avvolgendo Finn che cerca di guidare la sua bici senza perdere l'equilibrio.

La mia mente è piena di pensieri, i miei occhi dispersi nel nulla, la mia guancia attaccata alla sua schiena: tutti questi piccoli dettagli mi fanno apparire un piccolo sorriso sulle labbra, un sorriso che deriva dalla tranquillità della città deserta e profumata di fuori a quell'ora, a tutti i pensieri brutti che sembrano scomparire in un attimo; ammiro il tramonto durante il viaggio verso la sua casa che in bici ci porterà via qualche ora, sembra il viaggio della speranza, ma talvolta ci fermiamo in qualche bar a fare rifornimento e ci diamo il cambio per guidare.

"sbrigati a fare la patente" scherza affannato.
"io? tu piuttosto!! sei il più grande" rispondo. alzando il tono di voce, finendo il una risatina che contagia anche il corvino.
"vuoi fare cambio? mi sembri stanco" affermo staccandomi leggermente dalla stretta.
"no, non ti preoccupare, siamo arrivati" e in effetti davanti a noi si palesa il mare in lontananza, ma ci affrettiamo a raggiungere la stretta via dove si trova la sua villa che sembra essere estremamente grande e silenziosa.

All'aprirsi della porta, una ventata di profumo che ricorda la brezza marina e la vaniglia fresca, mi inebria le narici e mi fa chiudere gli occhi a causa della piacevole fragranza.

"benvenuta, fai come se fossi a casa tua" mi invita Finn aprendo le braccia mostrandomi l'ampio spazio del salone sui toni del bianco e del blu perfettamente adatti per l'ambiente.
"ti ringrazio per avermi ospitata" sorrido.
"ma figurati, ti ho seguita per un motivo" stacca lo sguardo ridacchiando "oh, seguimi, ti mostro la tua stanza, così puoi lasciare giù le cose" dice indicando lo zaino che mi ero portata via in vista del viaggio con i miei.
"grazie!" esclamo seguendolo su dalle scale.

"ecco, ti piace?" chiede preoccupandosi che la stanza a righe bianche e blu mi soddisfasse.
"è perfetta, grazie" rispondo sinceramente.
"sono contento, io dormo nella stanza qui affianco, se avessi bisogno di qualcosa, mi trovi qui" si gratta la testa stando in silenzio per un attimo "beh, vado a...ehm...preparare la cena, sì!" si ricorda alzando il dito come se gli fosse venuta in mente un'idea strabiliante.
"certo, grazie, scendo tra un attimo, grazie" ripeto.
"hey smetti di ringraziare, mi fa solo piacere" ridacchia divertito.
"certo, gra- sì, okay, figo" rido imbarazzata.
"figo" mi imita portando le mani dietro la schiena per poi salutare con la mano e uscire dalla stanza.

Questo posto è incredibile: è tutto così tranquillo e sereno, sembra di essere proprio isolati dal mondo esterno, senza preoccupazioni o pensieri in testa. Siamo solo io e lui, in una casa decisamente troppo grande per noi, come se fossimo una coppia sposata in vacanza nella propria casa al mare dove trascorrere qualche giorno in pace.

Apro le finestre che danno sulla spiaggia, da cui entra qualche spiffero di vento che mi muove leggermente i capelli e mi accarezza il viso creando un'atmosfera da film. Tutto ciò viene piacevolmente interrotto dalla voce nasale di Finn che mi avvisa che la cena è pronta.

Scendo velocemente le scale cercando di immaginare cosa potesse aver cucinato dal profumo che non si sentiva in realtà.

"allora chef Wolfhard, cosa ha cucinato stasera?' ironizzo appoggiandomi sul bancone della cucina mentre rubo un pezzo di grissino dal sacchetto.
"cucinato è un parolone, ho fatto dei panini, vanno bene?" chiede ridendo alla mia battuta.
"ma certo che vanno bene! domani cucino io, sarò pure l'ospite ma voglio rendermi utile" affermo decisa appoggiandogli una mano sulla spalla.
"ai suoi ordini, sicuramente cucinerai meglio di me. Il pane lo vuoi tostato per caso?" propone mentre apre l'armadietto sopra la mia testa assicurandosi che non mi venga addosso mentre mi appoggia una mano in testa per proteggermi dallo spigolo, tutto molto romantico.
"va benissimo, Finn" esclamo entusiasta mentre mi siedo a tavola "guarda, sei così alto che non hai neanche bisogno di stare sulle punte per arrivare a prendere il tostapane" rido dolcemente indicandolo; Finn si gira ridendo, rischiano di farsi cadere tutto addosso che gli porta a fare una faccia buffa che mi provoca una risata divertita.
"stiamo bene noi due" dice girandosi con un tostapane nuovo di zecca.
"molto" incrocio le mani appoggiando il mento su queste mentre sorrido arrossendo un pochino.

Si avvicina a me e mi dà un bacio sulla guancia, per poi iniziare a mangiare mentre chiacchieriamo e ridiamo. Come stiamo bene, davvero.

oh, what you do to me||Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora