Mi sveglio sudata ed emozionata per la notte.
Sorrido fissando il soffitto in legno ancora buio per poi realizzare quell'orribile ma bellissimo incubo.
Mi metto seduta quando i miei occhi iniziano a farsi lucidi e le lacrime fanno a gara sul mio viso.
Era così reale...così bello...così desiderato.
Ci ho davvero creduto.
Quelle mattine dei giorni successivi le cose non cambiarono: io e Finn ci ignoravamo, le voci giravano e Taylor era sempre più accanita contro di me. Tutti mi guardavano storto e sussurravano alle orecchie degli amici qualcosa per poi scoppiare in una risatina divertita che tanto avrei voluto storpiare in un pugno in faccia.
Ero arrabbiata. Con me stessa, con Taylor ma soprattutto con Finn. Mi ha usata, illusa quando io, ancora una volta, ci avevo creduto davvero in qualcosa.
L'unica a tenermi testa e compagnia, a consolarmi da brava amica era Maddie, come sempre.
Oggi, un freddo martedì di due settimane dopo, durante una delle 3 ricreazioni della giornata, sono seduta nel cortine dell'istituto appoggiata al muro a contemplare il nulla mentre le ore passano e dovrei tornare dentro.
Una figura sfocata a causa della nebbia si avvicina a me con passo svelto e con le spalle alzate a causa del freddo, suppongo.
Strizzo gli occhi per vedere di chi si tratti, fino a quando non mi prende per il collo del maglione e mi tiene la gola senza stringere.
È Brad Lewis, il bullo che ce l'ha con me da 3 anni per non so che cosa, gli piace stuzzicarmi.
Sento la paura percorrermi per tutto il corpo. Tengo la testa alzata e le mie mani sulle sue cercando di toglierle dal mio collo.
"ciao stronzetta, ci rincontriamo" mi istiga digrignando i denti
"cosa vuoi?" dico con voce strozzata a causa della presa che si è fatta più forte
"magari finirla una volta per tutte" abbassa lo sguardo giocando con la zip dei miei pantaloni.Il mio sguardo si ferma e il mio corpo si immobilizza. Deglutisco rumorosamente e le lacrime si ghiacciano prima di poter uscire dai mie occhi.
"sai, la mia cuginetta mi ha detto che te la fai con il suo fidanzato...mmh...nonono così non va bene" finge un labbruccio e si avvicina ancora più a me.
Inizia a stritolarmi in una posizione tale che non posso liberarmi anche volendo.
Le sue mani vagano sulla mia schiena...e non solo.
"lasciala stare!" sento urlare da lontano e improvvisamente un flebile sorriso si forma sul mio viso. Alzo gli occhi al cielo ringraziando per questo
"e tu chi cazzo sei?!" chiede Brad. Lo schifo che provo per questo essere- se così può essere chiamato
"sono quello che ti farà a pezzi se non la lasci" la voce non sembra avvicinarsi ma si fa sempre più chiara e forte
"va bene allora avvicinati" sfida lasciando la presa ma stringendo il mio polso con troppa violenza. Stringo i pugni e sento le mie unghie infilzarsi nella carne per la troppa pressione e rabbia
"ti ho detto lasciala." continua la voce seria
"vieni a prenderla pezzo di merda" stringe ancora di più la mano attorno al mio polso facendomi lamentare per il dolore.
"muoviti!" mi riprende trascinandomi verso quella persona. La nebbia è così fitta che lascia intravedere solo la sagoma buia e indistinta.Ad un tratto sparisce e un sospiro di disperazione esce dalla mia bocca seguito dalla nuvoletta di fumo causata dal freddo.
Si sento un rumore, un tocco minimo, la presa si rallenta del tutto lasciando sul mio polso un segno violaceo.
Brad cade per terra ed accanto a lui si forma una pozza di sangue che viene dalla sua testa, é stato un sasso.
Strabuzzo gli occhi tra le lacrime e risate di disperazione mista a felicità. Non so se essere grata, felice, spaventata o preoccupata.
Le mie ginocchia cedono e mi lascio cadere a terra continuando a guardare quell'orribile immagine.
"Laura" sospira la voce dietro di me. Ora è chiara
"Finn" giro la testa sussurrando. Dio grazie
"oddio come stai?" si abbassa abbracciandomi delicatamente "vieni" mi aiuta ad alzarmi
"non- non lo so...credevo che sarei stata s-"
"non dirlo...shhh...ci sono io, tranquilla, è tutto finito, è tutto finito" ripete tranquillizzandomi mentre mi accarezza la testa. Non mi stacco da lui impregnando il suo maglione verde di lacrime "ti porto a casa" mi consola mettendo un braccio sulle mie spalle mentre mi accompagna ad una macchina.Non so come abbia quella macchina o se abbia la patente. Non mi importa. L'importante è che ora sono al sicuro. Con lui. Di nuovo.
Durante il tragitto scuola-casa di Finn nessuno proferisce parola. Le uniche parole sono quelle che escono dalla radio che Finn si affretta a spegnere.
Arrivati a casa, Finn mi accompagna al piano di sopra nella sua camera.
La sua casa è molto bella: un po' cupa, come misteriosa, sui toni del grigio e del nero, limpida e con un profumo che non riesco a descrivere.
La sua camera è disordinata: poster qua e là, letto sfatto, vestiti in giro e dischi di qualunque tipo sparsi per il pavimento.
Un giradischi aperto mi si mostra davanti per prima cosa, con ancora un vinile sul piatto che gira a vuoto dato il braccio dimenticato alzato.
"sdraiati, scusa il disordine" mi intima togliendomi le scarpe con delicatezza
"non ti scusare, è okay. Hey Finn- lo fermo prima che si giri prendendogli il braccio -grazie" sorrido lievemente mettendo in mostra il mio polso ormai pieno di lividi che mi viene subito fatto notare da uno sguardo. Lo ritiro subito accarezzandolo.
Mi sorride per poi prendere parola "aspetta, ti preparo un impacco per il livido" mi spiega correndo al piano di sotto.Dopo pochi minuti torna con una ciotola e un panno asciutto.
Delicatamente tampona il mio polso con lo straccio, dopo averlo bagnato con la soluzione.
Brucia leggermente ma sembra funzionare.
"va meglio?" chiede dopo aver finito
"si, sembra grazie" lo guardo sorridendo
"mi dispiace, è uno schifo" sposta lo sguardo
"almeno c'eri tu" farfuglio per poi pentirmene
"hey io ci sarò sempre, anche se mi odi, io ci sono per te ok? sempre!" mi posa la mano sulla spalla guardandomi dritta negli occhi. Sorrido sinceramente commuovendomi, non mi interessa nemmeno di Taylor o cose del genere
"a proposito, scusami se mi sono comportato in quel modo- lo interrompo
"no sono io che dovrei scusarmi, non è colpa tua, hai scelto un'altra- ora è lui a fermarmi
"No! cioè no, l'ho lasciata, avevi ragione tu, mi stava usando, come io ho usato te e mi dispiace. L'avevo presa solamente perché mi sentivo solo e volevo sentirmi amato-
"ma c'ero io" sussurro
"non volevo rovinare tutto come al solito" spiega serio
"non avresti rovinato niente, piuttosto, perché l'hai lasciata?"
"per te"
"perchè?!"
"perché sei tu...sono io...siamo noi. Per noi" il cuore mi si stringe "ti prego torniamo indietro" dice con voce strozzata
"dopo oggi non posso che dirti sì, sarò eternamente grata per avermi salvata" concedo.
Non ho neanche voglia di discutere, voglio solo sentire il calore del suo corpo abbracciato al mio dopo una giornata pesante, a tranquillizzarmi.
"cosa ce ne faremo del corpo?" chiedo ricordandomene
"non lo so, ci sto pensando, ma non c'erano testimoni, potrebbe solo essere caduto" mi spaventa, ma ha ragione
"mmh" alzo le spalle
"ora cerca di riposarti, non fare complimenti, resta quanto vuoi, dirò ai miei e ai tuoi genitori che ti sei sentita male" spiega guardando la finestra che da sulla mia camera
"grazie ancora" finisco.✨✨✨
questo. capitolo. è. inquietante. aiuto.
no davvero, mi spavento di me stessa, ma tranquilli! non sono psicopatica, guardo solo troppi film🤠
spero vi piaccia🤍
-Rebe🐢
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oh, what you do to me||Finn Wolfhard
Fanfiction1984 Vancouver, Canada "sei tu, sono io" "siamo noi"