Capitolo 3

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"Sposami" disse lui.

Io lo guardai confusa.

"Olivia sei la persona che più ho amato in questa vita. Sei l'unica persona che non mi ha abbandonato vedendo tutto questo" disse accarezzandomi il viso "sei la persona che è rimasta al mio fianco nonostante tutto" "e lo so che è presto, lo so che stiamo insieme solo da sei mesi, però sei l'unica persona che vorrò al mio fianco" disse serio.

"Sai che posso comprarti ogni anello su questo mondo, posso comprarti tutto ciò che vuoi, e scusa se non mi sono inginocchiato con un mazzo di rose in una mano e un anello nell'altra" "però qui, in questo casino e con il cadavere di mio padre al piano di sopra, ti sto chiedendo di sposarmi, di passare tutta la vita con me." disse lui.

Io rimasi sconvolta.

"Dovresti darmi una risposta e goderti il momento perché non rifarò la figura dello scemo" disse lui facendomi un sorriso incoraggiante.

Sorrisi. Mi buttai su di lui stringendo le gambe alla sua vita "si" dissi io sorridendo da orecchio a orecchio "si?" chiese lui sorridendo "si si e si" dissi io ridendo e baciandolo.

E in quel momento, li tra cocci di vetro, sangue, cadaveri e droghe, io trovai la mia casa. Io trovai la mia famiglia.

Io ritrovai la strada per tornare a vivere.

La stringevo tra le braccia. La baciavo, la guardavo, e l'amavo.

Lui era sempre stata la risposta.

Lui, Mason, era tutto ciò per cui avevo lottato.

E non potei esserne più che felice.

"In questo momento vorrei fare sesso con te, però non c'è un posto stabile in questa casa" disse ridendo "zitto" dissi io baciandolo con il sorriso.

Avevo tutto li, tra le mie mani.

"Prendiamo le cose per riverniciare, e riguardo al cadavere di mio padre, io non lo tocco" disse ridendo mentre mi guardava "si forse per quello chiediamo a qualcuno" dissi io ridendo.

"Ti amo" disse lui "e è la prima volta che sono felice in questa casa" disse guardandosi intorno "la prima e una delle tante" dissi io "lo prendo come una promessa" disse lui baciandomi.

"Facciamo così, ti porto a mangiare e nel mentre viene qualcuno a pulire tutta la camera di mio padre, poi andiamo a prendere tutto per pulire" disse baciandomi "va bene, però fammi cambiare e mettere qualcosa di più comodo" dissi io ridendo.

Mi fece strada verso un garage, accese una lampadina e io non potei credere ai miei occhi.

Una miriade di macchine costose apparì davanti a me, parcheggiate ordinatamente con un corridoio che le separava.

"Scegli quella che vuoi" disse lui incrociando le braccia e guardandomi. Io sorrisi e iniziai a camminare per il corridoio.

"Questa" dissi indicando una ferrari nera opaca. "Basta che non me la fai più esplodere, dopo quella che avevo, questa era la mia preferita" disse riferendosi al piccolo incidente successo precedentemente.

"Non è stata colpa mia, stavo cercando di salvarmi il culo" alzai gli occhi al cielo io.

"Lo so, e fidati che se succederà un'altra cosa del genere, la cosa a esplodere non sarà una macchina, ma un corpo umano" disse serrando la mascella lui.

Io lo presi per mano e lo trascinai in auto.

Andammo a mangiare e lui chiamò un suo contatto per spostare il cadavere.

Mi aveva portato in uno dei tanti ristorantini nelle vie di LA, non avevo voglia di niente di troppo lussuoso, il posto era carino e tranquillo.

C'eravamo messi uno di fronte all'altro, lui stava fumando una sigaretta mentre guardava verso il mare, il suo telefono squillò.

Appena vide il contatto, la sua maschera ritornò sul suo bellissimo viso.

"Sebastian" disse lui in tono amaro "o certamente" continuò dopo un po'. Io aspettai che finisse per capire cosa fosse successo.

Dopo qualche minuto chiuse la telefonate. Mi scrisse un messaggio:

M: Sei armata?

Io lo guardai stranita

O: no perché?

Mi guardò e spense il telefono "ho delle faccende da sistemare qui, stasera" disse serio "vuoi che venga con te?" chiesi subito "verrai, dopo passeremo in un posto e ti spiegherò meglio" disse lui. Io annuì.

A quanto pare il passato non ci voleva lasciare andare.

Una piccola scintilla di sollievo si insinuò in me...

Mangiammo parlando in tranquillità, quando stavamo per chiedere il conto il mio telefono squillò.

"Hey Rosie" la chiamai felice "Glock fermo" piagnucolò lei "Ol non riesco a far star fermo Glock, e a quanto pare qualcuno si fa regalare i gatti ma non li sa tenere" sbuffò lei rimproverandomi "mi manca Glock" dissi io sbuffando "come va la vostra vacanza di sesso selvaggio?" chiese lei con voce maliziosa "beh sono partita da single e senza una meta e adesso sto per sposarmi e ho una casa" dissi io innocente "tu cosa?" urlò lei "io ammazzo Mason" disse.

Io aspirai l'aria tra i denti e Mason mi guardò confuso, misi in viva voce.

"Almeno dimmi che te là chiesto in un modo romantico?" chiese speranzosa "gliel'ho chiesto in una casa distrutta, tra droghe e alcol e con il cadavere di mio padre in putrefazione" disse lui tranquillo "no, no, no,no" sclerò lei "Rosie dobbiamo andare ora, stiamo guidando" mi inventai una scusa attaccandole il telefono.

Le volevo un mondo di bene.

Pagammo il conto e ci alzammo, entrammo in macchina e io mi girai verso di lui aspettando una spiegazione di ciò che fosse successo prima.

"Sebastian è il figlio di un vecchio nemico di mio padre" incominciò lui "a quanto pare mio padre ha mandato in rovina la loro famiglia, lui cerca vendetta. Sa che sono in città, sa che ci sei tu" disse lui guardandomi "Olivia io non sono il tipo di persona che nasconde le persone che ama, io non sono quella persona perché so di poterti proteggere" disse guardandomi negli occhi "ma se tu ti sentissi anche un solo singolo secondo in pericolo, io non esiterò a proteggerti nascondendoti" disse lui serio.

"Sai come la penso" dissi solamente. Lui annuì.

Non mi sarei mai nascosta, ognuno doveva battersi nelle proprie battaglie. Questa era di Mason, ma mai l'avrei lasciato solo.

"Cosa vuoi fare?" chiesi io andando subito al punto "stasera ci incontreremo, tu verrai. Mostreremo ciò che siamo. Faremo piazza pulita" disse lui "ma Sebastian non starà fermo a guardare mentre lo ammazziamo. È uno di quelle persone che non si tira indietro fino a che non si trasforma in un cadavere" mi comunicò lui "e allora uccidiamolo" dissi mettendo la mia maschera.

Lui annuì e partì con la macchina in un posto a me sconosciuto.

Il passato non mi lasciava andare, e non sapevo se fosse una cosa che mi andasse bene o no.

Non saprei cosa fare senza essere ciò per cui sono stata cresciuta.

Il mio obbiettivo era uccidere. Adesso che non ci saranno più bersagli a cosa sparerò?

Senza Mason probabilmente avrei già colpito mortalmente me stessa.

Persa in una strada di cui non conosco la giusta via.

Ma lui è la mia giusta via, lui è il mio obbiettivo, lui è l'unica ragione per cui sono felice di avere ancora aria nei polmoni.

Afterlife - Sequel di Mafia in love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora