Capitolo 4

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Dopo dieci minuti arrivammo in un locale.

Sembrava uno di quelli serali, dove le donne indossavano gli abiti da cocktail e gli uomini o erano proprietari di aziende famose, o erano impossibilitati a entrarci.

Mason guardò il barman che lo fece passare senza dire nulla.

Io lo seguì, scese una scala e appoggiò la mano su uno scanner. Sembrava un corridoio di uno scantinato.

Una porta di acciaio si aprì e lui entrò lasciandomi la porta aperta.

Le luci si accesero.

La stanza era completamente bianca, luci fredde e pavimenti lucidi.

Sui muri era pieno di armi, di tutti i generi. Non avevo mai visto tante pistole in una sola stanza.

Rimasi esterrefatta.

"Il locale è di mia proprietà e visto che mio padre faceva diverse feste con gente importante non credeva sicuro lasciare il nostro arsenale in casa"
mi spiegò lui.

Andai al muro delle Glock. C'è n'erano di ogni modello e tipo, vidi dei csssetti, ne aprì uno e coltelli di ogni genere erano messi in impeccabile ordine e perfettamente puliti e lucidati.

Granate, mitragliatrici a mano, fucili, proiettili cronometrici... C'era ogni singola arma.

"Richiamerò alcuni membri della mia squadra, i più fidati, che verrano con noi. Sono addestrati e preparati" disse lui venendo accanto a me.

"Riguardo alle armi scegli quelle che vuoi" mi disse.

Io senza neanche indugiare, presi il borsone che aveva messo sul tavolo. 2 Glock, avevo pure la mia su in stanza che avrei sicuramente portato, poi andai in giro per i cassetti a prendere coltelli e armi manuali.

"Mason non ho portato un vestito adatto" dissi mentre guardavo la canna oro di una pistola metrica.

"Ho tutto io" mi disse prendendomi la mano e portandomi davanti a un muro. Era l'unico senza armi.

Poggiò una mano sulla parete bianca e lucida e uno scanner blu si illuminò.

Il muro scorse fino a scomparire.

Davanti a me c'era una cabina armadio, sia femminile che maschile, l'interno in mochet blu con le grucce e gli scomparti in marmo nero.

In una parete c'erano posto gioielli costosi, tra collier, anelli e bracciali.

Lui andò davanti a quella parete, ci pensò su un attimo e poi prese qualcosa.

Venne davanti a me e prendendomi la mano mi mise qualcosa all'anulare. "È il dito giusto?" chiese guardandomi e alzando le sopracciglia.

Io risi "si" dissi guardando sorridente l'anello. La struttura era in oro bianco, in centro c'era un diamante puro sorretto da una struttura sempre dello stesso materiale. Era semplice e stupendo.

Li presi il viso con le mani e lo baciai. "Sono le 7pm, facciamo in tempo a scopare, tanto ci dobbiamo cambiare i vestiti" disse lui prendendomi per le cosce facendomi alzare da terra.

"E dove vorresti farlo?" chiesi io ridacchiando e alzando gli occhi al cielo.

"Anche per terra va bene sai?" chiese spostandosi sul mio collo "per quanto l'idea mi piaccia..." dissi io fermandolo "finiamo questo lavoro Mason" dissi guardandolo seria.

Lui mi fece scendere "so che ti vuoi liberatore da questa vita" disse lui ravvivandosi il ciuffo "però io ti ci porto sempre dentro" disse guardandosi in torno.

Io non capì dove volesse arrivare.

"Se sei più felice con una persona...Normale, puoi lasciarmi Olivia" disse serio guardandomi.

"Ma sei matto?" chiesi io a lui incredula "non voglio lasciarti, ho fatto per tutta la vita questo, sono stata cresciuta per questo, ritornare a fare questo, non mi dispiace" dissi sincera "a quindi non ti dispiace uccidere le persone?" chiese ridacchiando "tu ne hai uccise molte più di me" rimbeccai stizzita "ma mi ami comunque" disse portandomi il mento verso di lui "purtroppo" dissi io facendo comparire un sorriso sul mio volto.

Avevo scelto un vestito rosso, appariscente e che non passava di certo inosservato. Aveva una gonna lunga, con dietro un piccolo strascico visto che era più corto sul davanti. Aveva il solito spacco sulla coscia, il corpetto era stretto e metteva in evidenza le mie forme.

Le spalline erano sottili, si collegavano ai lacci che andavano dietro la schiena nuda. La vorticosa scollatura del vestito era a V.

Lo presi dalla gruccia e lo misi un attimo in disparte. Scelta dei gioielli.

"Posso consigliarti?" chiese Mason venendo dietro di me stringendomi i fianchi con le mani "sei diventato pure uno stilista?" chiesi alzando le sopracciglia "no ma so cosa rende potente una donna agli occhi di un uomo" disse lui posando il mento sulla mia spalla "in tal caso fai pure" dissi io prendendogli le mani e appoggiandomi a lui.

Lui indugiò su un paio di collane, poi si soffermò su una.

Era semplice ma provocante e audace. Era una collana a triplo giro. Nel primo, era più un giro collo, c'era una diamante semplice, sul secondo che era leggermente più largo, c'erano tre diamanti che erano messi uniti in verticale. Sul terzo, ancora più largo, c'era una serie di diamanti, attaccati verticalmente che arrivavano in mezzo alla scollatura e in mezzo al seno.

Scelse una cosa abbinata per gli orecchini. Erano a cascata, con tanti diamantini che brillavano a seconda di dove la luce colpiva.

"Perfetto" disse lui mettendogli in una custodia e passandomeli. "Ogni cosa che è qua, è tua. Farò mettere anche la tua scannerizzazzione delle impronte digitali da Jack" disse mentre prendeva il suo abito e usciva aspettandomi.

Risalimmo al locale con i borsoni e gli abiti e con la macchina andammo in hotel.

Afterlife - Sequel di Mafia in love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora