Capitolo 22

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CHRISTIAN/PRESENTE

La mattina dopo mi sedetti a letto e mi esaminai nello specchio dall'altra parte della stanza. I miei capelli sembravano un mucchio di piume e il nastro dorato di Mattia era legato in un fiocco in torno al collo. Sfacciato. Deve averlo fatto ieri sera, perché dormiva ancora profondamente accanto a me. 

Aprì gli occhi e ridacchiò. 

"Ti assomiglio?" chiesi. 

"Sembri il mio cucciolo"

Mi tirò di nuovo sotto le coperte e gettò una gamba pesante sulla mia. "Torna a dormire" ordinò. 

Immagino che fosse ancora lui a comandare. Mi ero sempre irritato per gli ordini di Mattia in studio, ma in camera da letto la sua prepotenza era infinitamente più accattivante. 

Non potevo credere che fosse qui nel mio letto. Ero come un bambino la mattina di Natale. Volevo dormire fino a tardi e rimanere nel momento, ma ero troppo eccitato. Non riuscivo a riaddormentarmi. Ci provai. Chiusi gli occhi e gli diedi dei baci alla cieca sulla clavicola. Uno sbadiglio da gattino sfuggì dalle sue labbra e il mio cuore scoppiò di affetto. 

Baciai le sue labbra immobili sperando che si svegliasse e mi ricambiasse il bacio. Lui mi mise una mano in faccia. "Christian, sai quanto è raro che io dorma fino a tardi?" 

Gli baciai il palmo della mano "Scusa, ti lascio dormire".  

Questa era una bugia. Feci scivolare una gamba tra le sue e mi contorsi contro di lui, fingendo di stare solo cercando di mettermi comodo. Sentii la sua lunghezza sulla mia coscia. Era spessa e calda. Continuai a contorcermi. I suoi occhi erano chiusi. Pensai che si fosse riaddormentato quando improvvisamente i suoi occhi si aprirono e mi afferrò per la vita. "Ok, girati,voglio averti di nuovo". 

"No." 

"No?" 

"Sdraiati." 

Mattia sembrava insicuro, ma lo fece lo stesso.

Gli tolsi le lenzuola di dosso. Era già duro, la sua lunghezza poggiava pesantemente contro di lui. Mi posizionai tra le sue gambe.

I muscoli Mattia si strinsero. "Cosa stai facendo?"

"Sono il tuo animaletto"

Sorrisi malizioso e sostenni il suo sguardo mentre mi chinavo e lo leccavo dalla base alla punta. Lui gettò la testa indietro e gemette. "Oh Dio" 

Lo leccai di nuovo, questa volta molto più lentamente, indugiando sulla sua carne sensibile. La testa di Mattia si agitò sul cuscino.

Sulla sua fronte e sul suo petto notai le prime macchie di sudore. Se si stava agitando così dopo poche leccate, mi chiesi come sarebbe stato una volta che l'avessi preso in bocca. Non ero ancora pronto per quello. Continuai a leccare, variando la pressione e la velocità.Stava diventando impaziente cercando di spingersi tra le mie labbra. Non volevo cedere. Potrei farlo tutto il giorno, e potrei farlo. Passai dal leccare al baciare ora e il cambiamento di sensazione lo fece mugolare. Quando arrivai alla sua punta e la baciai lentamente, lui gridò.

"Ora vuoi i miei baci?". 

"Sì" singhiozzò.

Fu allora che avvolsi le mie labbra intorno a lui e scivolai giù, prendendolo tutto in una volta. Mattia andò assolutamente fuori ditesta. Era perfetto. Mi riempiva la bocca e io succhiavo e muovevo le labbra, tutto il suo corpo tremava ad ogni mio movimento.

Il nastro stava limitando i miei movimenti, così sollevai la mano per toglierlo.

"No" gridò Mattia. "Lascialo su. Mi piace."

Flightless Bird || Zenzonelli EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora