Capitolo 2

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Non avrebbe mai potuto infrangere la promessa, non importava quanto piccola fosse. Era quello che avevi creduto fino a quel momento. Era quasi ora di andare alla scuola, eppure Namjoon non si trovava da nessuna parte. Dato che lui il lunedì aveva solo la lezione del professor Lee, Namjoo ti aveva detto di aspettarlo a casa mentre lui eseguiva le sue lezioni mattutine. Quando provasti a chiamarlo però rispose soltanto la segreteria telefonica.

La scuola in cui dovevi andare, situata vicino all'università, era distante mezz'ora a piedi e se avessi corso in quel momento saresti potuta arrivare in tempo. Sospirando, ti infilasti le tue migliori scarpe da corsa e guizzasti fuori. L'aria fredda non era un toccasana, ma fortunatamente la maggior parte della neve si era già sciolta, lasciando chiazze di ghiaccio scivoloso per terra, che avevi cercato di scansare ad ogni passo. Presto il cancello della scuola apparve di fronte a te. Il tuo orologio diceva che erano trascorsi 12 minuti da quando eri partita. Non c'era tempo per fermarsi, pensasti mentre continuavi a correre, con i capelli che svolazzavano dappertutto.

La vicepreside ti rivolse un'occhiata leggermente infastidita mascherata però da un sorriso forzato quando ti vide avvicinarti da lontano. Tu ti mordesti il labbro, preparandoti al rimprovero. La gravità in quel momento ti sembrava strana perchè più camminavi verso di lei, più i tuoi passi si appesantivano come un elefante.

"Sei in ritardo." Fu la prima cosa che disse. Il suo ringhio basso ti fece sobbalzare un po.

"Mi dispiace tanto. Non sono riuscita a trovare un passaggio." Provasti a spiegare così la causa del tuo ritardo. Ma a quella risposta lei non sembrava essere contenta, tanto meno del tuo sorriso incontrollabile.

"Sono Shin Mye. Per favore, chiamami Signora Shin." Lei si girò e ti fece cenno di seguirla. I suoi talloni che sbattevano contro il pavimento facevano molto rumore ad ogni suo passo. "Presumo che tu sappia già cosa farai qui. Ma lasciami spiegare ulteriormente. Sarai l'assistente di un nostro insegnante a tempo pieno. So che è piuttosto nuova nel settore quindi sento che potrebbe aver bisogno di aiuto." I corridoi erano piccoli, mattoni marroni costituivano l'infrastruttura. File di dipinti con le dita ricoprivano buona parte delle pareti. guardarli ti metteva a tuo agio. Ce n'era uno con una famiglia. Una ragazza aveva dipinto il suo cane e un'altra aveva dipinto se stessa mentre teneva la mano di sua madre. per la maggior parte, sembravano tutti dipinti felici. In quel momento ti ricordasti del fatto che quando eri più giovane lo avevi fatto pure tu. L'insegnante ti aveva pure detto pure di essere onesta riguardo alle tue circostanze, ma tuo padre ti aveva avvertito, se qualcuno sarebbe venuto a sapere dei suoi abusi, non ti avrebbe mai fatto vedere la luce del giorno.

Rabbrividisti, stringendo istintivamente e mani in due pugni vicino ai tuoi fianchi. La signora Shin rallentò presto il passo e sbirciò attraverso una finestra su una delle porte di un aula. Quando la guardasti, notasti il suo viso sconvolto.

"C'è qualcosa che non va?" Chiedesti timidamente.

"Le classi seconde sono solitamente casiniste in questo momento. Penso sia ora che tu vada lì dentro. Buona fortuna." La porta si aprì e sentisti una forza invisibile spingerti all'interno dell'aula. Da fuori notasti un lampo di luce accecante. Era come se fosse stato uno di quei momento in cui la tua vita ti fosse passata davanti prima della morte. Tutto quello che potevi sentire, non era il paradiso, ma solo urla e piante provenienti da tutte le direzioni. Scansionasti la stanza per cercare l'insegnante, e la trovasti, era la donna più bella di sempre.

Aveva i capelli raccolti in una coda e il suo sorriso era luminoso e contagioso. Stava parlando con una piccola ragazzina. Quest'ultima ridacchiò mentre la donna le toccava leggermente la guancia. Tu ti avvicinasti in silenzio e le picchiettasti le dita sulla spalla. Quando lei si girò, giurasti che avresti potuto svenire di lì a poco per la sua bellezza.

"Oh, devi essere la mia nuova aiutante." Disse lei. La sua voce sorprendentemente era profonda e accattivante.

"Si, sono T/N. Lieta di conoscerti. Scusami per il ritardo." Le tendesti la mano per stringere la sua, cosa che lei fece.

"Nessun problema, sono felice che tu sia qui. Piacere di conoscerti, sono Jisoo." Poi cercò di calmare la classe e presentarti a tutti gli studenti. "Studenti, questa è T/N. Mi aiuterà con voi ragazzi d'ora in poi."

"Piacere di conoscervi ragazzi. Per favore, prendetevi cura di me." Ti inchinasti agli studenti cosa che per qualche motivo fece ridere tutti loro, ma non ti importava, era sempre meglio delle urla. Il resto del tempo, Jisoo ti portò in giro per la classe e parlò di qualche progetto su cui stavano attualmente lavorando. Ti aveva anche persino riferito che molti degli studenti della classe provenivano da case famiglia, motivo per cui erano così casinisti. Tu la assicurasti subito del fatto che saresti stata in grado di gestirli.

"Sono contenta. Li amo davvero e voglio fare del mio meglio per loro." Jisoo sorrise. Non era solo bella, ma il suo cuore era così puro.

"Scusa se mi intrometto, ma hai un ragazzo per caso?" Chiedesti tu.

Lei ridacchiò. "Purtroppo no. Passo troppo tempo a scuola o da sola a casa. Non ho mai la possibilità di uscire. Ma mi piacerebbe averne uno, qualcuno che si prenda cura di me e mi prepari da mangiare. Scusa, dev'essere suonato sciocco."

"No, certo che no. Capisco." Dissi tu. "Hm, conosco qualcuno che è perfetto per te." Dissi tu. Lei ti lanciò un'occhiata curiosa, ma la campanella suonò per la fine delle lezioni. mentre lei accompagnava gli studenti dai propri genitori, tirasti fuori il telefono per vedere se Namjoon ti avesse inviato un messaggio. Non c'era niente.

Dopo che l'ultimo studente fu andato, salutasti Jisoo. Lei si offrì di accompagnarti a casa ma tu negasti, dicendogli che il tuo ragazzo sarebbe venuto a prenderti. Il che non era vero, sebbene te lo avesse promesso, come quella mattina, se l'era dimenticato. Cosi chiamasti un taxi per tornare a casa.

Appena arrivata all'appartamento notasti la sua macchina nel parcheggio. Quando entrasti dentro notasti la porta del suo studio chiusa. Bussasti piano prima di entrare. E lui era lì immobile davanti al monitor, con le cuffie nelle orecchie.

"Hey, sono a casa." Dicesti tu. A questo punto, non avevi idea se essere arrabbiata o indignata. In tutta onestà, volevi solo passare del tempo con lui. Ultimamente era stato così distante.

"Oh hey. Mi dispiace non averti potuto accompagnare stamattina. Sono stato impegnato in un progetto." La sua schiena era ancora rivolta verso di te.

"È tutto okay." Rispondesti tu. "Cosa vuoi per cena?"

"In realtà, non ho fame. Devo finire al più presto questo." Rispose lui.

"Ma Namjoon, devi mangia-"

"Non ora, T/N!" Urlò lui, riempiendo tutta la stanza. Tu annuisti, sapendo che non si sarebbe girato, quindi te ne andasti. Richiudendo la porta.

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ʟᴏᴠᴇ ɪs ɴᴏᴛ ᴏᴠᴇʀ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora