Capitolo 12

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Woo Joo non si prese nemmeno la briga di parcheggiare l'auto correttamente dalla furia. Spalancò la tua portiera con violenza tant'è che avrebbe potuto romperla. Finalmente ti stavi ribellando scalciando e urlando, ma lui ti imbavagliò la bocca con un panno che aveva preparato in precedenza. Poi raccolse il tuo corpo e corse verso l'appartamento. Namjoon gli stava alle calcagna, ma ormai era troppo tardi. Woo Joo sbatté la porta dietro di lui e ti buttò a terra. Il tuo corpo immediatamente sentì dolore.

Poi lui tirò fuori la sua cintura e iniziò la sua solita punizione, tuttavia quella volta fu più dolorosa delle altre. La cintura scendeva sempre più forte ogni volta, al tal punto che le tue ossa erano in pericolo di rompersi. Namjoon nel mentre continuò a pugnalare la porta, con i pugni sanguinanti. Era terrorizzato per la tua vita. Non aveva mai pensato che le cose sarebbero finite così. Alcuni dei vicini sentendo i rumori uscirono.

"Chiamate la polizia, chiamate l'ambulanza, per favore!" urlò Namjoon. Una signora annuì e corse a prendere il suo cellulare. All'interno dell'appartamento intanto, Woo Joo aveva impugnato un altro oggetto più robusto, una piastrella. Tu alla vista iniziasti a tossire e sputare sangue.

"T-ti p-prego f-fermati." Piagnucolasti tu.

"Fermarmi? Vuoi che mi fermi?" Woo Joo si mise a ridere. "Avresti dovuto pensarci prima di prostituirti proprio di fronte a me. Pensi davvero che ti ami? Lui vuole solo giocare con te." Disse lui ridendo maniacalmente.

"Non è vero. Lui mi ama più di quanto tu ami me! Io non sono altro che il tuo giocattolo, qualcosa per farti sentire come se avessi il potere su questo mondo. Sei tu quello patetico qui, almeno io conosco i miei punti deboli. Preferirei morire che stare con te per il resto della mia vita." Rispondesti tu con tutte le forze che ti erano rimaste. Dall'esterno della porta sentisti Namjoon urlare, aveva persino iniziato a prendere a calci la porta. La tua vista stava iniziando a affievolirsi, l'ultima cosa che vedesti fu Woo Joo che tornava dalla cucina con un coltello e la porta d'ingresso che si spalancava.

Namjoon

I miei palmi erano sudati e le mie gambe stanche, ma non riuscivo a smettere di scalciare quella porta. lei aveva bisogno di me e io avevo bisogno di lei. la signora mi informò che la polizia e l'ambulanza stavano arrivano. Io le dissi di tornare dentro e di rimanere lì. Con tutte le mie forze, presi a calci la porta ancora una volta e miracolosamente si aprì. Il mio sguardi andò immediatamente su T/N che era sul pavimento, con ancora il suo sbalorditivo vestito, ora però coperto di sangue. Woo Joo non accorse della porta aperta, con se aveva un coltello e lo aveva appena alzato.

"Se non posso averti io, nessuno potrà averti." Dichiarò lui. Poi iniziò ad abbassare la mano con il coltello. I miei piedi corsero più veloci che potevano finchè il mio corpo non sbattè contro il suo, andando a finire entrambi contro il muro. Woo Joo sembrava scioccato, onestamente, sembrava che si fosse perso. Non era più umano. La sua mano vagava per terra, alla ricerca del coltello. Ed era vicino a lui ma prima che potesse afferrarlo io riuscì a mandarlo più lontano con successo.

"Ti ucciderò." Ringhiò Namjoon e Woo Joo non disse niente, cerco solo di colpire Namjoon con un pugno, cosa che quest'ultimo scansò facilmente. Woo Joo sembrava ubriaco, i suoi movimento erano sciatti e incoerenti. Quindi lo batté facilmente. E alla fine lui scivolò lungo il muro, apparentemente sconfitto.

"L-la amo però." Disse lui.

"No, non è vero. Se l'avessi fatto, non le avresti mai fatto del male in alcun modo." Dissi io. "Io ho fatto quell'errore una volta e non l'ho farò mai più." Mi avvicinai a lei, con le lacrime che cadevano giù alla vista di lei priva di sensi. Mi inginocchiai e la presi in braccio dolcemente. Il suo viso presentava solo qualche graffio. Ma le braccia e le gambe sanguinavano. La tenni perciò stretta a me e piansi. "Amore mio, vita mia, sono qui. Mi dispiace tanto di non essere potuto arrivare prima. Cerca di combattere, per favore, resisti." Sussurrai mentre cullavo il suo corpo.

La polizia arrivò subito dopo e arrestarono Woo Joo e l'ambulanza portò via T/N. Mi ero rifiutato di separarmi da lei e così mi avevano dato il permesso di andare con lei. Però la separazione avvenne quando dovettero portarla in sala operatoria. Pregai i dottori di tenerla in vita, e loro mi avevano detto che avrebbero fatto il possibile.

Le ore passavano ma sembravano decenni. Mi ero seduto fuori dalla porta, tenendomi la testa. Il resto del gruppo compresi i due sposi, erano arrivati in ospedale e mi avevano consolato. Tutti avevano pianto. Aveva provato a dirmi che sarebbe stata bene. Ma io non li ascoltavo. Stavo respirando a malapena. Non potevo stare bene finchè non avessi sentito da un dottore che lei era fuori pericolo. La spia della sala operatoria si spense e un dottore uscì con diversi documenti in mano.

"Come sta? Per favore, mi dica che sta bene. Per favore!" Mi aggrappai persino a quella persona, tant'è che Jungkook mi dovette tirare indietro. Il dottore solo allora si tolse la maschera.

"Lei sta bene. Ha alcune costole rotte e delle cicatrici, ma per la maggior parte starà bene." Ci informò il dottore. Tutti sospirarono di sollievo. Ma io non potevo, non ancora.

"Posso vederla?"

"Non credo sia una buona idea. È ancora priva di sensi e ha bisogno di riposo."

"Per favore, la prego. Ho solo bisogno di vederla. Non la disturberò. Ho solo bisogno di stare al suo fianco." Supplicai io. Il dottore esitò, ma poi mi disse il numero della stanza. Il resto del gruppo se ne andò, dicendo che sarebbe tornato il giorno dopo.

"Scusate se ho rovinato il vostro matrimonio." Dissi io a Seokjin hyung e a Jisoo. Loro scossero entrambi la testa.

"Promettimi che d'ora in poi ti prenderai cura di lei." Disse Jisoo, posando una mano sulla mia spalla. Io annuì e poi se ne andarono. Una volta dentro la stanza, guardai il suo corpo fragile, collegato a numerosi tubi e macchine. Aveva alcune bende sul viso e molte altre sulle braccia e sullo stomaco. I miei occhi iniziarono a lacrimare mente prendevo una sedia e mi sedevo di fianco a lei. Poi le presi la mano e la baciai.

"La mia T/N, il mio tesoro, sono qui." Dissi io. Cercai di farmi forza ma vedendola in quel modo, era difficile, poichè era l'ultima cosa che avrei voluto vedere. Sembrava così tranquilla mentre era sdraiata su quel lettino. "Ti farò passare giorni buono d'ora in poi. Promesso. Per favore, svegliati. Potrai essere arrabbiata con me, potrai chiamarmi pabo, potrai toccare le mie fossette quanto vuoi. Ti darò tutto quello che vuoi." Poi chiusi gli occhi, con la mano ancora avvolta intorno alla sua. Nel sogno che feci, non vedevo altro che il suo sangue, il suo volto piangente, i suoi lividi e le sue cicatrici. Tutta quella visione mi aveva terrorizzato. Tant'è che spalancai gli occhi. Era mattina.

E lei se n'era andata.

Mono_l1sa

ʟᴏᴠᴇ ɪs ɴᴏᴛ ᴏᴠᴇʀ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora