Capitolo 12 Di un attacco inaspettato e di un messaggio d'aiuto

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Presente

L'incontro con Maul e Savage Opress era stato provvidenziale. Pre Vizsla si era imbattuto nei due fratelli per mero caso. Incrociato il ponte di un'astronave in apparente completo stato di abbandono, lui e la sua truppa si erano recati sul mezzo, con l'intento di verificare la presenza di armi da sottrarre e avevano avuto la sorpresa di trovarvi i due, legati all'interno, e gravemente feriti.

Aveva riconosciuto immediatamente Darth Maul. Noto solo come Maul, di razza dathomiriana con ascendenza zabrak, fin da piccolo era stato preso in custodia e addestrato nelle vie del Lato Oscuro. Durante la sua prima missione su Naboo, si era scontrato con i due jedi Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi. Ucciso il maestro, si era battuto con il suo apprendista padawan che lo aveva eliminato, tagliandolo in due all'altezza delle gambe.

Evidentemente - rifletté Vizsla - Kenobi era un jedi sopravvalutato, dato che non lo aveva ammazzato del tutto: il Sith che aveva di fronte possedeva gambe da ragno, ancorché malridotte. Presunse ricostruite proprio a seguito del ferimento della spada laser di Obi-Wan. E lui, profittando dello stato di incoscienza, lo stava rendendo come nuovo, affinché al risveglio fosse in debito di un bel paio di muscolosi arti inferiori artificiali.

Fortuna e potere, questo in seguito gli aveva detto di cercare Maul, davanti a due tazze di tè di foglie scelte dell'albero di Cassius. E, soprattutto, vendetta verso colui che aveva distrutto la sua vita: il jedi Obi-Wan Kenobi.

Colpito dall'emblema azzurro del mitosauro sui caschi, il Sith aveva ascoltato la storia della famiglia del suo esaltato ospite e il resto «Siamo la Ronda della Morte, guardiani dell'autentica fede guerriera di cui si nutriva ogni mandaloriano che si rispetti; ci hanno allontanato, perché non vogliamo rinnegare le nostre radici. Eravamo un popolo guerriero che ora è governato da pacifisti, i quali hanno barattato onore e tradizioni, per cosa? Per la pace? La duchessa Satine e il suo governo corrotto stanno distruggendo la nostra anima, la nostra identità. Lottiamo contro di lei».

Maul aveva osservato Vizla battere i pugni sul tavolino, con una forza tale che la sua tazza era volata giù, sul pavimento, rompendosi in diversi pezzi.

«Come mai aspettate ad attaccarli, se sono deboli come affermi?» aveva domandato, incuriosito. Crudele e spietato, di solito scarsamente loquace, aveva scelto poche e semplici parole.

«La duchessa ha alleati potenti. Incluso il tuo amico jedi Kenobi» il mandaloriano aveva portato la conversazione al punto in cui voleva, per stimolare l'interesse dell'altro, che aveva subito sgranato gli occhi, puntini neri di pupille al centro di iridi gialle, contornate da un filo di arancione acceso; un guizzo d'odio era uscito dalle sue fauci assieme alla voce «è stata la volontà della Forza a farci incontrare, io e mio fratello ti aiuteremo a reclamare Mandalore». 

«E a far fuori Kenobi» Pre Vizsla tese la mano, che Maul non congiunse con la propria, interrotto dalla donna dai capelli rossi in tuta scura, presente dall'inizio del confronto alle spalle del suo capo, e subito oppostasi al suggello dell'unione «Ci siamo già alleati coi Sith, con pessimi risultati; non sono tanto meglio dei Jedi, si dicono potenti ma noi li stiamo rimettendo in piedi dopo che proprio un jedi li ha fatti a pezzi» Bo-Katan Kryze non temeva di esprimere la propria opinione, anche a costo di mostrare una sciocca inconsapevolezza della superiorità dell'avversario. Che la squadrò dall'alto in basso, arcuando le dita della mano destra davanti a sé, in un gesto che acquistò immediata realtà «Donnetta insulsa, il dubbio può condurre solo al fallimento».

La Forza sollevò Bo-Katan di trenta centimetri dal pavimento, mentre cercava di bloccare con le mani sulla gola il senso di soffocamento provocatole dal Sith. Maledetto, la stava letteralmente strangolando col solo pensiero. La mancanza d'aria le provocò un notevole malessere. Con gli occhi spalancati osservò i compari tenere sotto tiro coi fucili l'indifferente Maul, che proseguì nel proprio ragionamento a Pre Vizsla, e nella parallela tortura «Le nostre forze combinate saranno ricompensate: tu avrai Mandalore; i nostri nemici, Kenobi su tutti, saranno annientati, cancellati». Soddisfatto, mollò la presa mentale su Bo-Katan che ricadde a terra, bramando aria. Respirava a rantoli, con difficoltà. Il Sith le mollò un calcio al ventre, a sfregio, allontanandosi «Fatemi sapere se siete interessati».

L'amore di un JediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora