Capitolo 1 Di primi incontri e di dolci ricordi

360 125 39
                                    

Presente

«Obi-Wan, sei preoccupato» Anakin puntò la pista di atterraggio rivolgendosi al suo mentore. Particolarmente tranquillo per l'intero tragitto dal pianeta Coruscant, sede del Senato Galattico, a Mandalore, il biondo generale jedi ora si toccava la barba, nervoso.

«Sarà una missione gravosa» replicò in tono pacato, parlando a se stesso più che a Skywalker «Non lo sono sempre?».

«Indagare su Satine Kryze, duchessa di Mandalore e leader dei Nuovi Mandaloriani, non appare un compito interessante» la nobile era divenuta anche capo del Consiglio degli Stati Neutrali, un gruppo di circa 1500 sistemi stellari che non volevano prendere parte al conflitto in essere.

«Con i suoi comportamenti Satine ha scatenato le ire sia della Repubblica sia dei separatisti, l'hanno sommersa di accuse. Ne sapremo di più fra qualche giorno» il generale fu lapidario; tuttavia una vaga incertezza velò la sua voce, emerse dal profondo della gola secca. Si distrasse volutamente, seguendo il rumore silenzioso del motore della navetta, in avvicinamento al punto d'arrivo, e i suoni acuti emessi alternativamente dal droide di Anakin, R2-D2, utilizzato come navigatore a bordo della piccola astronave.

«Credi siano fandonie?» era strano che l'altro prendesse una posizione a priori: Skywalker investigò, con la certezza che un'ombra di scura inquietudine avesse velato il ceruleo sguardo del suo copilota.

«Vedremo, atterra» Obi-Wan chiuse la discussione, sollecitandolo alla manovra di discesa.

La luce del sole del pianeta Mandalore era chiara, intensa come la ricordava, rifletteva maggiormente le distese aride e sabbiose limitrofe. L'area costruita risultava molto più estesa dei lustri precedenti, le enormi cupole trasparenti proteggevano le aree abitate dallo sfacelo dell'esterno.

La navetta planò sulla pista di atterraggio e lui si alzò dal seggiolino con misurata lentezza, riordinando le idee, incasellando le emozioni in scomparti mentali a tenuta stagna. Cercò la borsa di stoffa morbida coi suoi effetti personali, sforzandosi che i ricordi del passato non prendessero il sopravvento sulla razionalità, sulla missione cui lui e Anakin erano stati chiamati.

Non sarebbe stato soltanto molto difficile: sarebbe stato impossibile. Lo capì al primo gradino della scaletta dell'aeronave, il piede incerto che affiancava l'altro in un incedere sospeso.

Lei si stagliava nella zona più riparata dell'hangar a cielo aperto, i lapislazzuli sfaccettati già fissi sul suo volto. 

Satine alzò il sopracciglio, abbozzando un sorriso sulle morbide labbra colorate di un pallido e definito rosa naturale. Un sorriso dedicato a lui, come soltanto per lui si era inconsuetamente improvvisata chaperon, scavalcando le rigide regole del galateo della sua corte.

Un alito di improvviso vento caldo asciugò le minuscole goccioline di sudore che imperlavano la fronte di Obi-Wan e, in contemporanea, fecero volteggiare i capelli della duchessa, mantello sfumato di impercettibili particelle auree. Li prediligeva ancora sciolti a suo piacere, al di là delle usanze e delle mode che non l'avevano mai interessata; liberi, eccezione fatta per un piccolo pettinino di metallo pregiato a riunire ciocche dei due lati del capo verso la sommità della nuca.

Camminò verso il jedi, i ricami screziati della tunica celeste ondeggianti sulle forme femminili, corolle di petali di fiori di un'affascinante luna «Bentornato su Mandalore, generale».

«Ben ritrovata, Vostra Altezza» Kenobi inchinò la schiena con la mano aperta sul petto all'altezza del cuore, introducendo Anakin, postosi al suo fianco con il droide. Le dita dell'altra corsero, per un attimo, alla tasca dei propri calzoni, in un movimento nascosto e sfuggente.

L'amore di un JediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora