Mancava solo un mese alla fine dell'anno: puntualmente, di prima mattina, ogni angolo della scuola si riempiva di studenti che correvano avanti e indietro senza sosta, ronzando in giro come api indaffarate, e di professori che tentavano di mettere ordine. Chi non doveva prepararsi per la Sfida delle Fiabe e per il Torneo dei Talenti doveva comunque prepararsi per gli esami e per il Ballo delle Nevi, il che non era semplice come poteva sembrare. Megan avrebbe preferito essere in quest'ultima categoria. Lei doveva prepararsi per il Torneo, per la Sfida e per il ballo. A dir la verità, il suo vestito era pronto da mesi, e sapeva già con chi voleva andare. Ma ciò, in realtà, non la aiutava affatto. Anzi, di fatto complicava tutto terribilmente. Megan non voleva pensarci: salutò le sue compagne di stanza e si incamminò.
Un altro motivo per cui avrebbe (quasi) preferito essere in una posizione più bassa: lezioni extra. Non le dispiaceva studiare, dopotutto era arrivata fra i primi in classifica per un motivo. Ma avrebbe preferito poter ripassare da sola, così avrebbe potuto gestire meglio il suo tempo. Così, non avrebbe dovuto confrontarsi con nessuno.
Quel giorno la classe era mista: Sempre e Mai si alternavano irregolarmente fra i banchi come pezzi disordinati di una scacchiera. Megan si sedette in prima fila ma nonostante ciò, più provava a focalizzarsi sulle parole dei professori, più la sua mente vagava altrove. E nessuno di quei pensieri era piacevole.
Rhian sedeva due file dietro di lei, accanto a suo fratello, e gli parlava con fare preoccupato. Per un attimo incrociò lo sguardo di Megan. Lei si girò di scatto e continuò a guardare dritto davanti a sé come se la sua vita ne dipendesse.Il suo umore si risollevò quando riuscì ad afferrare il primo argomento della lezione: la levitazione. Megan sorrise: avrebbe potuto farlo a occhi chiusi. I professori volevano verificare le abilità complessive di tutti gli studenti presenti, quindi avrebbero iniziato con esercizi semplici, per poi aumentare la difficoltà. L'insegnante Sempre agitò una mano e su ogni banco apparve un puzzle: un elaborato cubo dorato diviso in quattro sezioni, con il cuore formato da una gemma sferica. Presto tutti gli oggetti si librarono in aria, vendendo ruotati, scomposti e ricomposti a piacimento dagli studenti, le pietre ora brillavano degli stessi colori degli indici dei ragazzi.
Finito l'esercizio, alla classe fu concesso un piccolo momento di pausa. Megan si sedette al suo banco, impaziente. Voleva fare qualcosa, tenersi impegnata, non sopportava quell'attesa interminabile. Il suo desiderio fu esaudito, perché arrivò qualcosa a distrarla. Con suo orrore, si accorse che Rhian si stava avvicinando a lei.«Volevo sapere come stavi» esordì lui con un sorriso incerto.
Megan si sforzò di sorridere a sua volta.
«Sto benissimo.»«Oh, bene.» Fece una pausa. «Ma pensavo che potessimo vederci, dopo le lezioni. Parlare, magari...»
«Vedremo» lo interruppe Megan, il cuore che le martellava impazzito. «Ma ora ci dovremmo dedicare allo studio.»
Prima che potessero dire altro, la lezione ricominciò. Megan abbassò lo sguardo, rossa in viso e pervasa da una strana sensazione di vuoto misto a disagio. Perchè Rhian doveva venire a parlare con lei proprio in quel momento? E, soprattutto, perché lei lo trattava in quel modo?
Delle graziose piante da vaso apparvero sul banco di ogni studente mentre i professori annunciavano che la prossima prova sarebbe stata di trasfigurazione. Da pianta a roccia: non era così difficile. Nonostante non fosse nello spirito giusto, Megan cercò di concentrarsi. Il suo indice si illuminò di azzurro e la pianta iniziò velocemente a ingrigirsi. Si guardò intorno. Sempre e Mai si spiavano a vicenda, come se ciò bastasse a sconfiggere gli avversari. Lei era una delle più veloci. Iniziò a sentirsi speranzosa, quando abbassò di nuovo lo sguardo sul suo incantesimo. La pietra iniziava ad afflosciarsi come gelatina. Tutto sbagliato. Era la più veloce, ma anche la peggiore. Niente panico. Si poteva ancora riparare. Doveva solo... doveva solo concentrarsi un pochino. Megan iniziò a tenere gli occhi fissi sul suo banco ma, per quanto irrazionale, non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che gli altri studenti stessero fissando lei. E non poteva smettere di pensare a Rhian, a quanto fosse preoccupato per lei e a quanto avesse ragione ad esserlo.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, i pensieri di Megan esplosero, e così fece il suo incantesimo. Si parò il viso con le braccia. Sentì solo un dolore lancinante e un vocio confuso, poi nulla. Pensava che avrebbe potuto dimostrare a se stessa quanto valeva, e quello era stato il risultato.
Tutto sbagliato.
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Il Proprio Sangue
FanfictionIl Gran Maestro Cattivo è un'ombra: vede tutto ciò che accade nella sua Accademia, le sue dita raggiungono ogni luogo e le sue parole raggiungono ogni animo. I suoi occhi sono freddi, la sua bellezza un inganno. Ma prima di essere un'ombra era un uo...