Era metà settembre. Il nuovo anno scolastico era iniziato da poco, un grigio cielo autunnale sovrastava i due castelli e gli studenti svogliati. Eppure, stavolta, sotto le occhiaie e le lamentele di quel lento sabato pomeriggio si nascondeva un nuovo tipo di agitazione, con un pizzico di paura: era arrivato il terzo anno, l'ultimo prima delle loro missioni. Su ogni bocca si sentivano mormorii, teorie, commenti, propositi.
Ma Rhian e Megan, almeno in quel momento, non notarono nulla di tutto ciò. Il cielo su di loro era candido e soffice come neve fresca. Li circondava, lasciandoli sospesi come se non avessero peso.«Crei un luogo per pensare e lo usi come parco giochi. Tipico» scherzò Megan.
«Primo, è il mio Celestium e ci faccio quello che voglio» ribattè Rhian. «Secondo, è letteralmente un mondo magico cosparso di nuvole. Più infantile di così non si può.» Per marcare quelle parole Rhian si buttò all'indietro con nonchalance, come se lo facesse tutti i giorni, e atterrò su una delle nuvole sottostanti.
«Terzo, è la prima volta che lo uso da un mese. Fammelo godere, prima che ci esploda o cose del genere.»«Nulla esploderà» lo rassicurò Megan. «Dopotutto sei uno dei maghi più talentuosi della scuola.»
«Prima critichi le mie scelte e poi mi aduli? Sei orribile.»
«Non ti sto adulando, sei tu che ti sottovaluti.» Megan si sedette accanto a Rhian e tirò fuori dalla sua borsa un taccuino e una matita.
«Mi farai finalmente quel ritratto che ti chiedo da due anni?» chiese Rhian speranzoso.
«Più me lo chiedi, meno ho voglia di farlo» rispose lei con un sorrisino, poi si guardò in giro. «Questo posto è molto rilassante, ma non offre molta ispirazione...»
«Chiedo perdono. Prossima volta ci aggiungerò qualche castello.»
«Non ci sarà bisogno. Ho fatto tanti studi sulle colombe recentemente, ma non ne ho mai disegnata una a memoria. Ci proverò adesso.»
Megan si mise a lavoro. Rhian amava vederla disegnare: amava la sua espressione di concentrazione, il foglio bianco che prendeva vita sotto i suoi tratti veloci. Lui era l'unico che aveva il permesso di guardarla in quei momenti, e ne era onorato. Ma molto presto la sua mente vagò altrove. Gli succedeva ogni volta che era preoccupato e non aveva abbastanza per distrarsi.
Non sapeva da quanto tempo Megan si era fermata quando notò che lo stava guardando con aria preoccupata.«Che è successo?» chiese lei.
«Cosa intendi?»
«Sembri pensieroso. E poi non mi stai bombardando di domande come al solito» spiegò. «Momento verità.»
«Ci stavamo divertendo» mormorò il ragazzo abbassando lo sguardo. «Non voglio rovinare l'atmosfera.»
«Tu lo hai inventato, ora ne paghi le conseguenze» insistette.
Rhian maledì mentalmente il se stesso del passato e le sue trovate a doppio taglio. Aveva parlato in quel modo solo per aiutare Megan, ma anche lui aveva fatto una promessa quel giorno. Sospirò, poi si decise a sputare il rospo: «Si tratta di Rafal»
«Di nuovo?» disse Megan a voce bassa.
Di nuovo. Quel commento infastidì Rhian. Ma era anche vero che non era la prima volta che un discorso del genere iniziava con quelle parole
«Tu sai com'è...»«Freddo?»
«Riservato.» Fece una pausa. «Diciamo che ultimamente lo è più del solito, non capisco il perché. Ha passato la fine dell'estate chiuso in camera. Mi ha parlato pochissimo a casa, e puoi ben capire che la scuola peggiorerà tutto. Inoltre l'incantesimo sugli anelli ha funzionato solo per qualche giorno e Rafal non mi ha mai dato la possibilità di rifarlo. Tiene stretto il suo anello come se ne andasse della sua stessa vita...» Esitò. Le aveva detto tutto ciò che era successo, ma come iniziare a spiegare ciò che provava? «E niente, questo è tutto.»
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Il Proprio Sangue
FanfictionIl Gran Maestro Cattivo è un'ombra: vede tutto ciò che accade nella sua Accademia, le sue dita raggiungono ogni luogo e le sue parole raggiungono ogni animo. I suoi occhi sono freddi, la sua bellezza un inganno. Ma prima di essere un'ombra era un uo...