NOT NOW

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"E quindi, miei adorabili e deboli studenti, dopo che abbiamo trovato la maledizione, che cosa facciamo?"

Nanami roteò gli occhi, bevendo un sorso del suo caffè.

Gli strilli di Gojo si udivano perfino attraverso la parete, e il biondo non aveva mai sentito tante parole sprecate. Le lezioni di Gojo, se cosí si volevano chiamare, erano composte per il venti percento di nozioni utili e per il restante ottanta percento di vaneggiamenti e consigli idioti. Nanami non aveva la benché minima intenzione di dedicarsi all'insegnamento, ma era sicuro che, nel caso, avrebbe svolto il suo lavoro decisamente meglio di Gojo.

Diligenza, competenza e professionalità erano sempre state le parole d'ordine per Nanami, il quale non mancava mai una scadenza e si occupava delle pratiche amministrative all'interno dell'Istituto. La sua poca apertura verso l'esuberanza dei ragazzi lo rendeva del tutto incompatibile con il mestiere di docente, ma ogni tanto gli veniva affidato qualche giovane talento da addestrare, anche se Nanami preferiva di gran lunga starsene solo nel suo ufficio. Il fatto che la gerarchia del mondo degli stregoni fosse basata sulle raccomandazioni, e non sulla meritocrazia, l'aveva disgustato a tal punto che a diciassette anni aveva abbandonato l'istituto per passare al lavoro d'azienda, ma il mondo lavorativo esterno all'Istituto l'aveva scoraggiato a tal punto da fargli detestare qualsiasi forma di impiego, e aveva campato tra un licenziamento e l'altro.

Dagli anni di studio aveva conservato, oltre ad abilità atletiche di livello olimpionico, la propria abilità speciale, la Tecnica del Rapporto, che gli consentiva di poter dividere mentalmente in un rapporto sette a tre ogni avversario per trovarne il punto debole attraverso un calcolo matematico; a quel punto la sua lama maledetta, vale a dire rafforzata da una serie di incantesimi, completava il lavoro tagliando tanto la carne di un nemico quanto un blocco di cemento. La variante Collasso permetteva al biondo di distruggere con un pugno ostacoli grandi come pareti, concentrando tutta l'energia maledetta dell'uomo nel braccio.

Nanami diede una rapida occhiata all'orologio sulla parete, sbuffando quando, dall'altra parte del muro, un'ovazione accompagnò un'esclamazione di esultanza di Gojo. Quest'ultimo, come se non bastasse, aveva appena sforato oltre l'orario di fine lezioni, perché aveva sprecato mezz'ora buona a organizzare tornei di braccio di ferro con gli studenti.

Nanami si alzò dalla sedia, e ripose il suo materiale d'ufficio nella borsa. Forse, se fosse passato nel corridoio abbastanza in silenzio, avrebbe potuto evitare Gojo.

Ora che ci pensava, non l'aveva neanche salutato una volta, dopo l'episodio dell'infermeria. Buttando il bicchiere vuoto nel cestino, Nanami chiuse il computer.

Ovviamente il pensarci gli faceva male, ma era per il bene di Gojo, e tanto gli bastava.

Cercando di non fiatare, il biondo si incamminò lungo il corridoio in punta di piedi. Sarebbe arrivato a casa, avrebbe fatto una doccia, non avrebbe pensato a Gojo, non avrebbe..

"Oh-oh. Scusatemi un momento, ragazzi. Sento un buon odore nel corridoio."

Nanami imprecò tra i denti, bloccandosi sul posto. Non era stato cauto abbastanza. E ora? Cosa avrebbe detto a Gojo?

Mentre il biondo cercava di pensare in fretta, la maniglia della classe girò, e un battito felice di mani percorse il corridoio.

"NANAMIIIIN!"

Con la rapidità della disperazione, Nanami estrasse una mascherina dalla borsa e se la mise sul viso nell'istante in cui Gojo lo raggiungeva di corsa.

Voltandosi verso il collega, il biondo arretrò di un passo.

"..buonasera, Gojo."

Gojo sfoderò un largo sorriso.

"Buonasera?? Dai, sembri un vecchio! Non essere cosí formale, dammi un bacio!"

Nanami arretrò ancora, sfuggendo alle braccia tese di Gojo.

"No."

"Come sei ligio..è perchè siamo a scuola, vero?" Gojo alzò un lembo della benda e ammiccò. "Se vuoi, ci sono i bagni.."

Nanami scosse la testa.

"No, non è quello.. io.." È a fin di bene, si disse Nanami. Non devo sentirmi in colpa. "..io ho il raffreddore, Gojo. Quindi devi stare a distanza da me."

"Ooh, lo sai che io non mi ammalo mai!"

Nanami strinse la mascella sotto la mascherina.

"..e ieri, allora?"

"Pff, era solo una cosa passeggera," sventolò una mano Gojo, "Ti posso fare compagnia, sono come nuovo!"

Nanami sentì lo stomaco comprimersi.

"..non ti hanno detto quale fosse il problema?"

"Non hanno fatto in tempo," rise Gojo, "appena mi sono svegliato mi sentivo alla grande, quindi sono subito corso a cercarti. Però tu eri tornato a casa."

Nanami serrò le labbra.

"..mi dispiace. Avrei voluto restare, però.."

"Ahh, fa niente, non prendertela. Adesso è tutto passato, quindi non pensarci più! Pensa piuttosto che.."

Gojo si accostò ancora, e Nanami di nuovo si fece indietro.

Il sorriso di Gojo si affievolì un poco.

"..perché scappi, Nanamin?"

"Te l'ho detto," si costrinse a ripetere il biondo, "ho il raffreddore."

"E io ti ho detto che non mi importa!"

"Non voglio correre rischi."

"Ma è da ieri sera che non ti vedo! Almeno posso avere un abbraccio??"

Nanami lottò per tenere la voce salda.

"No."

"Ma Nanamin!"

"Non finchè non sarò guarito," buttò lì Nanami. Doveva allontanarsi da Gojo il prima possibile, o non sapeva quanto avrebbe retto.

"E quanto ti ci vorrà??"

"Un..un po'." Nanami azzardò un paio di penosi colpi di tosse. "Sembra un raffreddore duro a morire."

"..Oh." Il tono deluso di Gojo trasformò lo stomaco del biondo in poltiglia. "Domani?"

Nanami sospirò.

"..No, Gojo."

"Dopodomani, allora!"

"Gojo, non credo che tu abbia.."

":.Capito? Ho capito benissimo, invece!"

Nanami sbiancò. Gojo aveva già mangiato la foglia?

La gola arida, Nanami alzò una mano tremante.

"Gojo, ascolta, io-"

"Ho capito che ti preoccupi per me perchè mi vuoi tanto bene!" Gojo sorrise, felice. "É così, non è vero?"

Nanami deglutì, abbassando gli occhi. Il pavimento tremolava di nuovo.

"..Sì, è così."

"Certo che lo è!" Gojo mise le mani in tasca. "Tu sei l'uomo migliore del mondo!"

Nanami si morse il labbro, e non rispose.

"Beh, non voglio farti sforzare, dato che sei malato!" Gojo fece qualche passo indietro. "Io adesso torno a lezione! Mi raccomando, fammi sapere quando guarisci! Non vedo l'ora di abbracciarti, sai!"

Nanami annuì debolmente.

"..Sì, Gojo.."

Gojo gli inviò un bacino per via aerea, e corse verso l'aula.

"Ci vediamo, Nanamin!"

Il biondo non si mosse.

Solo quando udì la porta della classe richiudersi, si concesse di passarsi una mano sulla fronte con un sospiro tremolante.

Era a fin di bene, giusto?

Ma allora.. perché ogni secondo che passava si sentiva sempre più un verme?

Burning for You || 𝕹𝖆𝖓𝖆𝖌𝖔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora