Capitolo 5.

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Amo, la mia vita!.
"Chi, cazzo vuoi prendere in giro?"
Me stessa, ma non ne sono capace.

Sono così stanca, così infelice turbata.
Mi manca quel ragazzo che mi faceva sentire accettata, importante bella e non diversa.
Ora, invece sono diversa ed è brutto perché diversi vuol dire non amarsi ed è l'amore che ci rende uguali.
Vorreo urlare, al mondo che sono cosi gelosa di quelle ragazze magre, che sono popolari e che pur essendo timide non hanno difficoltà nell'integrarsi nella società.
Wow questo è imbarazzante.
Sono così indietro. Non ho mai avuto,un ragazzo, non sono mai piaciuta ad un ragazzo e non ho ancora dato il mio primo bacio.
Mi sento un fallimento.
Tutti hanno avuto qualcuno di importante nella vita, un migliore amico che ti ascolta e ti consiglia o un ragazzo che ti sostiene e ti fa sentire quella principessa che in realtà non esiste.
Vorrei avere quell'amica che quando si parla di lei è tutto dedicato a lei ma che succede lo stesso anche quando si parla di me.
Questo non succede cioè si inizia a parlare di me, ma poi il discorso desvia e si parla sempre dei problemi di lei.
Non dico che io non possa mai sfogarmi, ma che non sono ascoltata o capita come io ascolto e capisco gli altri.
Vorrei incontrare quella persona che ti fa battere il cuore e sta con te perché ti ama, ti ammira, ti stima a prescindere da come ti vesti o da come appari.
Presa da tutta questa frustrazione e sentirmi inadeguatamente inadeguata, mi cambio.
Metto una maglia larga, dei pantaloncini corti, un paio di scarpe da ginnastica, cellulare, cuffie, chiavi ed esco di casa e vado a correre, per liberare la tensione.
Prendo il cellulare metto la prima canzone che trovo di mio gusto.
Inizia a partire Deca Dance di J-Ax.
Corro e penso. Penso e corro. Corro pensando.
E correbdo sbatto contro qualcuno. Alzo lo sguardo. Quegli occhi.

"Ciao, dobbiamo sempre beccarci in giro così?"

"A quanto pare" lo guardo sorridendo.

"Corri?"

"Dovrei"

"Possiamo correre insieme"

"Non credo sia una buona idea, sai lo faccio per scaricare la tensione, non starei al tuo passo"

"Eddai, magari ci conosciamo"

"Mi arrendo" dico alzando le mani al cielo.

Corriamo fino a quando non incontriamo una fontana e ci fermiamo per bere.

"Allora, come ti chiami?"

"Cosa?"

"Il tuo nome, ieri ti ho detto il mio e poi sei scappata via" dice ridendo e mettendo in mostra le sue fossette.

"Chiara" dico quasi in un sussuro.

"Mi piace, ti si addice"

"È un complimento?" Dico scherzando

"Certo che lo è. Comunque ti va di darmi il tuo numero così magari ci becchiamo e andiamo a correre insieme qualche volta."

"Mmm.. non se ne parla, potresti essere un killer o addirittura un maniaco sessuale" dico ridendo per le mie idee assurde.

"Non lo sono, se vuoi ti do io il mio numero e tu mi fai uno squillo quando vuoi correre, ok?"

"Ci sto"

Finita la chiacchierata, iniziamo ad avviarci verso casa, o meglio nel punto dove ci siamo, scontrati.

"Bhe, ci si vede" dico guardandolo negli occhi.

"Ok, ciao Chiara, se ti va poi magari ci sentiamo"

"Forse ciao"

Mentre vado verso casa penso ai suoi occhi, al suo sorriso, ai suoi capelli. E così appeno arrivo a casa, prima di fare la doccia, inconsapevolmente prendo il cellulare e gli invio un messaggio.

Io: Ehi, tizio, forse non sei un killer, se vuoi questo è il mio numero.

You are a perfect girl (for me)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora