Capitolo 9.

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La mattina mi alzo, svogliata, non voglio andare a scuola, essere presa per il culo, insultata, illusa, e poi vedere Harry, che noterà sicuramente il mio carattere isterico. Voglio vederlo ma non così. Non con qualcosa di serio da raccontargli.
Scendo dal letto, vado in bagno lavo faccia e denti. Pettino accuratamente i miei capelli per poi legali in una graziosa coda di cavallo molle, tra poco sarà un piccola merda.
Torno nella mia camera per prendere una tuta indossarla e abbinarla alle mie converse rosse.
Scendo le scale per andare in soggiorno con l faccia scocciata più che mai.
Prendo uno yogurt ed esco.
Vado di nuovo a piedi non mi va di vedere nessuno, e spiegare il mio comportamento.
Metto le cuffie e percorro il tragitto.
Stranamente ci metto più tempo del solito questa giornata voglio sia lunga, magari mi passerà l'isteria(?), e Harry non farà domande.
Suona la prima campanella ed io entro in classe. La prima materia(?) Matematica e Scienze due ore un vero trauma.
Sfortunatamente passano assi velocemente, ed è ora di inglese, poi musica, poi le ultime due ore di lettere, la verità è che ho l'ansia. Ho paura. All'uscita so che mi diranno qualcosa e io non riuscirò a non piangere, è sempre così o quasi.
Ecco che suona l'ultima campanella. Prendo le mie cose molto lentamente, nella speranza di far andare via quelli che di solito sono lì fuori, e soprattutto sperando Harry sia in ritardo.
Scendo le scale ad una velocità pari ad una lumaca se non peggio. Ho così paura di farmi vedere da lui vulnerabile. Di solito sono sempre una persona forte, è raro che mi mostri veramente.
Non so ma a volte penso che vorrei essere la ragazza nei testi dei cantanti o nelle storie, bella, attraente, che riceve complimenti che la fanno arrossire. Io divento subito fuoco.
Penso che vorrei essere amata, non come lo sono dai miei genitori o dalle mie amiche e Massimo. Ma come un ragazzo può amare una ragazza o come una ragazza può essere amata.
Mentre i miei pensieri mi invadono la mente, ci pensa una voce a distrarmi.

"Allora, quante calorie hai assunto oggi?"

Sono a testa bassa, non voglio rispondere, non voglio piangere, non voglio essere triste.

"Allora, palla di lardo? Rispondo o anche la lingua è ingrassata così tanto da non poterla muovere?"

In imbarazzo e tanto spaventata rispondo a testa bassa, con un fievole "Nessune".

Sento le voci placarsi, una macchina parcheggiare e due mani posarsi sulle mie spalle, spaventata, col cuore a mille mi giro e mi scontro con il duro petto di Harry, sentendomi per un momento al sicuro, tra le sue braccia nel suo odore.
Lo conosco da poco ma sembra una vita. Tra noi c'è, comprensione, divertimento, quasi fratelli è speciale il nostro legame.
Quando apro gli occhi mi rendo conto di star piangendo sulla maglietta di Harry.

Harry, con tono autoritario si rivolge a tutti quelli radunati lì, a quelli che ridono, a quelli che mi insultano...
Piango, mi prendereanno sempre più di mira in questo modo mi stringo di più al suo petto, lui mi culla dolcemente, sussurrandomi che tutto andrà bene.
Rivolge loro uno sguardo omicida e ci dirigiamo verso la sua macchina.
In quel piccolo pezzo di strada, guardo per terra, mi vergogno così tanto.
Sento il suo sguardo bruciare su di me, così alzo lo sguardo, i suoi occhi assumono un'altra espressione e io guardo la sua macchina in lontananza.
Giunti alla macchina Harry, apre la porta del passeggero per me, ma per evitare qualunque contatto, apro la porta posteriore e salgo in silenzio.
Harry dallo specchietto retrovisore mi guarda con sospetto.

"Chiara, per favore spiegami". Dissi in voce,calma e forse fin troppo dolce e comprensiva che ricominciai a piangere. Aprì la sua porta e mi raggiunse dietro. Senza dire niente mi tirò a se e io inspirai il suo profumo quasi come se dovesse rimanermi impresso.

"Non c'è niente da spiegare" dico tra le lacrime.

"Non dovresti essere qui con me ora, ti vergognerai di sicuro. .." proseguii con calma.

Lui sospirò per poi parlare

"Chiara, io non mi vergogno anzi sono felice do essere qui con te e tenerti tra le mie braccia, quello che ho visto oggi mi spinge a essere ancora di più qua..."

"Perché ti faccio pena?"

"No, perché ho capito che sei una donna forte il doppio di quello che pensavo..."

Quell'affermazione mi fece alzare lo sguardo e incontrare i suoi perfetti occhi verdi, dove ti ci perdi dentro come un labirinto, sono verdi, ma in realtà non saprai mai il loro colore, è un mistero quasi come lui.
Harry mi stringe, se possibile, ancora di più e mi lascia un delicato, bacio sulla testa e sulla tempia.

"Ci sarò sempre per te cucciola"

Alzai ancora una volta lo sguardo per sorridergli, appoggiai la testa nell'incavo del suo collo e sussurrai un "grazie".

Così, dopo, Harry scese dall'auto con me lui so sedette al posto del guidatore e io a fianco a lui.
Dopo uno sguardo lanciatomi da Harry e un sorriso partimmo per destinazione.

You are a perfect girl (for me)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora