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Di anni ne erano passati ben due, due lunghissimi anni. E di cose ne erano cambiate nella vita di Sofia.
Innanzitutto, un nuovo capitolo della sua vita era iniziato subito dopo il matrimonio di Ignazio e Margherita, con il trasferimento da Gianluca, vivendo per qualche settimana in compagnia di scatoloni e valigie da disfare e riordinare nel loro nido d'amore. Un nuovo tassello della loro relazione che durava ormai da quasi quattro anni.
Il loro rapporto si era consolidato al punto tale da non poter vivere l'uno senza il supporto e l'amore dell'altra e viceversa. Era bello tornare a casa con la consapevolezza di avere qualcuno che l'aspettava con la cena servita sul tavolo apparecchiato per due, segnato dal sano, e impellente, desiderio di viversi sotto un tetto per due.
Ma c'era qualcosa di più che sfuggiva anche alla razionalità di Sofia. E quel qualcosa era proprio quell'uomo con cui condivideva quel tetto: Gianluca.
Ne era innamorata, ogni giorno sempre di più.
Di lui, dei suoi pregi e anche dei suoi infiniti difetti. Di loro due insieme. Dell'essere felici anche non facendo nulla di particolare. Della loro intimità che ormai era diventata parte fondamentale ma non solo quello, fondamentale era tanto altro.
Era sostegno. Nonostante la distanza, Sofia non faceva mancare il suo tifo e orgoglio al suo ragazzo anche a chilometri di distanza in occasione dei concerti e/o eventi importanti ai quali lei non poteva accompagnarlo.
Era sopportazione. Gianluca capiva del bisogno della ragazza di spazi solitari, lontano da tutto o tutti nei momenti di decisioni difficili. Sofia era disposta a sopportare lunghi viaggi anche notturni per raggiungere e rendere felice il suo ragazzo.
Era unione. Gianluca diceva sempre che insieme loro erano come una squadra, pronti ad affrontare ogni tipo di problema o momento difficile, insieme.
Era fiducia reciproca. Alla base di un rapporto, soprattutto come il loro, fatto di distanze, chilometri e a volte incomprensioni, la fiducia e la sincerità era una cosa fondamentale, anche se su questo ancora i due avevano da lavorare. Non credete che in questi due anni non ci siano stati momenti di gelosia, incomprensioni dovute a silenzi ingombranti, foto sbagliate sui social o qualche parola di troppo.

Insomma, il noi era scritto a caratteri cubitali in casa Ginoble-Rizzo, scolpito dalla voglia di condividere semplicemente la vita.

Era fatta anche di cambiamenti, soprattutto per Sofia che aveva intrapreso dapprima un contratto di lavoro come tirocinio durante la magistrale in uno studio di Architetti associati nel cuore di Bologna, sostituendo una maternità che ben presto fu rimpiazzata dalla ragazza che dopo un anno dalla nascita del figlio era tornata alle sue veci.
Per Sofia fu difficile trovare un nuovo impiego che faceva fronte alla laurea magistrale in Architettura. Ora da quasi due mesi, aveva trovato un lavoro in un nuovo studio di Architetti e per ora andava tutto bene, cercava di incastrare alla bell'e meglio tutti gli impegni, tentando di infilare dentro qualche concerto del suo ragazzo. Cosa non strettamente facile da fare, visto il suo lavoro precario ed essendo l'ultima arrivata nell'ufficio.
Gianluca e i suoi due compari erano agli sgoccioli con la partenza per il tour mondiali, che li avrebbe visti impegnati per lunghi mesi lontano da casa e dalle loro famiglie.

***

Sofia era imbottigliata nel traffico tipico della grandi città, come Bologna, e inviò un messaggino veloce per il suo amato che l'aspettava impaziente a casa.

Sono nel traffico. A dopo, ti amo.

E un cuoricino rosso. E inviò.
Tamburellò le unghie fresche di manicure sul volante, canticchiando una canzone che era in onda sulla stazione radio del momento, pregando che quella situazione si sbloccasse al più presto e di tornare a casa il prima possibile, ponendo fine a quella stressante giornata di lavoro. Ed era solo martedì.
Svoltò nel viale principale della città e ancora una volta ferma nella sua colonna di auto, scorse alla sua destra la croce verde, tipica segnalazione della farmacia, e una lampadina si accese nella sua mente.
Mise la freccia per segnalare il suo spostamento e parcheggiò nel primo buco disponibile ed entrò dentro.

Vieni nel mio cuore (Sequel di Come un uragano dentro ) #GianlucaGinoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora