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Dopo la parentesi brasiliana, salutarono il bel paese e salirono su alla volta degli Stati Uniti, precisamente a New York. La sera stessa avrebbero performato presso l'Atlantic City della città.
Un'emozione che si può capire solo se lo provi di persona.
I tre ragazzi e l'intero staff erano in fibrillazione per l'evento e già dal pomeriggio si poteva capire quanta agitazione c'era.
Sofia e Mariagrazia decisero di defilarsela per lasciarli soli tra impegni, sound check e interviste lampo, sentendosi di troppo.
Così, visitarono la città, già vista entrambe in occasione dei loro viaggi per accompagnare rispettivamente fidanzato e fratello. Ma New York era pur sempre New York. Appena se ne aveva l'occasione, un giretto nelle vie principali si faceva d'obbligo.
Dopo un caffè di Starbucks, molto lontano dal caffè italiano, rientrarono in hotel per una doccia e per prepararsi al concerto. I ragazzi erano già sul posto così Sofia e Mariagrazia su concedettero un'oretta per docciarsi e vestirsi e si diedero appuntamento nella hall dell'hotel.
Sofia si prese un attimo per rilassarsi con doccia e maschera viso. Un rituale di benessere che ogni tanto si concedeva quando aveva un minuto libero. Si preparò con cura, era una serata speciale per cui si truccò accuratamente e acconciò i capelli con uno chignon basso molto elegante.
Avvolta nell'abito scelto per la serata, prese la pochette con dentro le poche cose essenziali che riusciva a farci stare e con a fianco l'amica Mariagrazia, entrò nel magnifico Atlantic City. Con il pass al collo, riuscirono ad accedere ai camerini dove la tensione era alle stelle. Qualcosa di grosso era successo.
"Ragazzi, tutto bene? Che cosa è successo?" Chiese subito Mariagrazia, notando le espressioni preoccupate dei tre cantanti. Michele viaggiava indisturbato chiamando qualcuno al telefono, camminando avanti e indietro per il corridoio.
"Elena, la fotografa non sta bene e non può lavorare stasera." Spiegò Ignazio.
"Una soluzione ci deve essere. Ci sarà pur un fotografo disponibile per la serata." Cercò di mantenere la calma Gianluca.
"In un'ora cosa vuoi che troviamo, Gianlu..." lo attaccò Ignazio, nervoso.

"Allora, Michele, ti hanno risposto?" Si informò Piero, vedendolo arrivare da loro.
"No, purtroppo hanno già tutti i fotografi impegnati stasera." Sbuffò il manager. "L'evento all'Atlantic City non può restare senza fotografa. È un problema bello grosso se non troviamo nessuno!" Continuò.
Dopo attimi di silenzio cercando di trovare la soluzione migliore, a Gianluca si accese la lampadina.
"Scusate, ma perché non lo fa Sofia?"
Sofia alzò lo sguardo, sbarrando gli occhi. "Come, scusa?"
"Sì, Sofi. Ci salveresti! Hai fatto un corso durante la magistrale di fotografia e sei brava."
"È vero. Come abbiamo fatto a non pensarci, le foto che hai fatto durante il corso sono spaziali." Concordò Piero, più per trovare una soluzione che per complimentarsi davvero.
"Non so se sono in grado. È un evento di grande livello, io ho solo fatto foto tranquille, per gioco." Cercò di tirarsi indietro lei.
Michele prese parola. "Ci salveresti davvero la vita, Sofia. Le basi della fotografia le sai se hai fatto il corso e se l'hai passato vuol dire che sei brava."
Sofia ci pensò su giusto quei due secondi per lasciarsi convincere dallo sguardo supplichevole di Gianluca. "Okay, ci sto!"
"Ottimo, grazie davvero Sofia." Michele le sorrise raggiante. Bastava davvero poco per fargli cambiare umore.

La serata per Sofia si ribaltò completamente, da spettatrice divenne fotografa ufficiale dell'evento. Si fece dare qualche indicazione dalla fotografa Elena che poi venne accompagnata in hotel, visti i malesseri.
Si mise in posizione appena le luci del teatro illuminarono il palco.
Lavorò come una matta per quelle ore che sembravano a lei infinite. Doveva dare il massimo, le foto dovevano essere perfette. Rimase alla ricerca della luce perfetta, della posizione ottimale e scattò un'infinità di fotografie, sperando nel profondo del suo cuore che ce ne fossero alcune di decenti.
Le luci si spensero poco dopo la mezzanotte e le fans si accalcarono verso l'uscita del teatro. Tutto era finito.
Mariagrazia corse verso Sofia, sorridendole. "Allora, com'è andata?"
"Spero bene. Dai, andiamo nei camerini. Con i tacchi non è semplice lavorare..." anche se era abituata ad indossarli spesso, rimanere per ore in piedi non giovava ai suoi poveri piedi.
"Immagino. Andiamo!" Rise lei.

"Non so come ringraziarti Sofia, davvero!" Esclamò Michele una volta entrati nel camerino.
"Figurati, non devi ringraziarmi. Prendetelo come un favore. E comunque, bisognerà ancora vederle le foto."
"Saranno sicuramente belle. Ma ci pensiamo domani a questo. Io mi ritiro, voi andate a festeggiare!" Ridacchiò Michele.
"Grazie Michele. Buonanotte." Sorrise Sofia, posando poi la macchina fotografica nell'apposita custodia.

I ragazzi si cambiarono velocemente con abiti più comodi e freschi e uscirono insieme dal teatro per dirigersi verso un lounge bar per un drink in compagnia.
"Alla nostra fotografa ufficiale dell'evento!" Alzò il bicchiere Ignazio e altri quattro calici tintinnarono insieme al suo.
"Ahahah, grazie Igna." Ridacchiò Sofia. "Spero di non aver fatto un casino."
"Ma figurati, Sofi. Ci hai salvato dal nervosismo di Michele per almeno una settimana. Sei perfetta." Scherzò Piero.
"Ma Elena alla fine cos'aveva?" Chiede Mariagrazia ingenuamente.
"Mezz'ora prima che arrivasse lamentava nausea e giramenti di testa. Così Michele e Barbara hanno preferito non lasciarla lavorare." Spiegò Gianluca.
"Povera. Speriamo si rimetta presto."
"Abbiamo qualche giorno di pausa, un po' di riposo le farà bene!" Concluse il discorso Gianluca, baciando la spalla alla sua amata. "Tu sei stata fantastica, amore."
"Grazie. Se continuate così, mi monto la testa ve lo dico."
"Allora basta. Niente più complimenti per la Rizzo." Disse Mariagrazia.
Sofia brindò di nuovo con gli amici che da quattro anni a quella parte erano diventati come una seconda famiglia.

Vieni nel mio cuore (Sequel di Come un uragano dentro ) #GianlucaGinoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora