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Gianluca attraversò il freddo corridoio del reparto di Ginecologia, dopo che il dottore l'aveva avvisato che Sofia si stava svegliando e che poteva entrare nella sua camera. Entrò a passo felpato nella stanza numero dodici come le aveva indicato l'infermiera al bancone.
Sentì un lamento provenire proprio dal letto centrale alla stanza.

Sofia era sdraiata sul letto, immobile, i lunghi capelli le incorniciavano il volto ed erano l'unica nota di colore su quella distesa di bianco. La pelle era pallida tanto quanto il colore delle lenzuola, gli occhi ridotti a due fessure per abituarli alla luce forte della stanza. Agli occhi di Gianluca sembrava una piccola e indifesa creatura su quel letto così grande per il suo corpo.

"Sofia, amore!" Sussurrò Gianluca, andandole vicino e lasciando una delicata carezza sul braccio di Sofia. "Come stai gioia mia?" Chiese con gli occhi lucidi. Quanto male faceva vederla così inerme su quel letto?
"Dove s-sono?" Domandò spaesata Sofia con voce flebile, guardandosi attorno confusa.
"Sei in ospedale, va tutto bene." Cercò di rassicurarla Gianluca, facendola stare tranquilla.
"C-che cosa mi è successo? Lo sai?"
"Hai avuto un incidente, ma ora stai bene. Stai tranquilla." Spiegò lui, posandole poi un bacio sulla fronte.
"L'ho perso?" Chiese Sofia, posando una mano sul suo addome che sentiva indolenzito.
Gianluca la guardò confuso. "Lo sapevi? Sapevi di essere incinta?"
Sofia annuì con un groppo in gola. "Non c'è più, non è vero?"
Lui abbassò la testa, con una mano le strinse la sua, forte e con l'altra le accarezzò il viso, dove ancora lacrime scorrevano su di esso, con il pollice le asciugò le lacrime, tutto ciò gli provocava una stretta al cuore. Non riusciva a vederla così silenziosa e sofferente, avrebbe preferito prendersi lui il suo male.

La porta si spalancò ed entrò il dottore per la solita visita di routine della giornata, il quale invitò Gianluca ad uscire fuori dalla stanza.
"Sofia, so che è un momento molto difficile per lei e anche per il suo compagno, volevo innanzitutto dirle che mi dispiace davvero molto. Per il resto, l'operazione è andata bene, abbiamo effettuato un raschiamento dell'utero e fisicamente, è andato tutto bene. Ti dimetteremo tra qualche giorno, così da monitorare la situazione. Devi rispettare assoluto riposo almeno per la prossima settimana e mezza.
Ti voglio anche informare del servizio che offre il reparto per situazioni delicate come la tua. Se vuoi parlare con qualcuno, che non sia il tuo ragazzo o conoscenti, ci sono delle dottoresse psicologhe messe a disposizione. Se hai bisogno di sfogarti, ci sono loro per te.
Sei forte, Sofia, puoi superare qualsiasi cosa!" Il dottore le rivolse un grande sorriso d'incoraggiamento. "Ora ti chiamo l'infermiera così ti cambia la flebo, cerca di riposare un po'!"
"Grazie, dottore. Cercherò di farlo." Rispose incolore lei.

Tre giorni dopo Sofia lasciava l'ospedale, con a fianco Gianluca, il quale cercava di fare il proprio meglio per farla stare bene, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Passarono i giorni, in silenzio, lasciando il segno indelebile dell'evento che sarebbe stato ricordato da entrambi per sempre. Inutile dire che furono spostate alcune date del tour, che avrebbe dovuto iniziare proprio in quei giorni, ma né Piero, né Ignazio, volevano obbligare Gianluca ad allontanarsi da Sofia in un momento molto delicato. Michele Torpedine non obiettò e fece subito comunicare alla moltitudine di fans che i concerti sarebbero stati recuperati a data da destinarsi. Gianluca ne fu molto riconoscente e sentiva tutto l'appoggio e l'affetto che i due fratelli provavano per lui.

***

Sofia era semisdraiata sul divano, obbligata da un Gianluca alquanto preoccupato e a tratti paranoico.
"Gian... mi spiace." Iniziò Sofia, era arrivato il momento di parlarne con lui, l'unico che poteva capire quanto si stava male nel perdere un figlio.
Era vero, lei aveva sempre ripetuto che non avrebbe voluto figli almeno non subito e non così giovane, ma sapeva quanto Gianluca desiderava diventare padre e ciò le provocava sensi di colpa verso di lui e per non aver protetto quello che portava dentro.

Vieni nel mio cuore (Sequel di Come un uragano dentro ) #GianlucaGinoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora