GENNAIO
"Michy" esclama Jas davanti all'entrata dell' Old appena mi vede scendere dalla mia macchina, corre verso di me e mi abbraccia forte.
"Ehi anch'io sono felice di vederti ma se continui così mi strozzi. Sembra che non ci vediamo da mesi" le dico infine staccandola.
"Scusami è che mi mancavo questi momenti tra migliori amiche, dai adesso, entriamo che ho fame"
"Anch'io, andiamo" dico ed entriamo nel nostro posto preferito.
"Allora come va con il tuo numero 22? le chiedo mentre finiamo di bere il caffè.
"Bene, mi dispice non essere venuta con voi a festeggiare il Capodanno sulla neve ma Fede ci teneva a farmi conoscere la sua famiglia ed io ero così entusiasta che ho accettato subito"
"Ehi tranquilla non hai nulla da farti perdonare, piuttosto come sono andate le vacanze dai futuri suoceri?" le chiedo divertita e Jasmine mi tira un calcio sulla gamba.
"Bene sono persone meravigliose, ma, ora passiamo a te, come sono andate queste vacanze?"
"Alla grande. Siamo stati sulla neve con la squadra, abbiamo festeggiato Capodanno e poi siamo partiti per l'Argentina, Paulo voleva rivedere la sua famiglia ed io ero d'accordo perché così avrei conosciuto gli altri membri della sua famiglia e avrei visto dov'è cresciuto"
"Ti stai emozionando" osserva sorridendo Jasmine e facendomi notare che ho le lacrime.
"Sono stata benissimo e poi..." mi interrompo faccio un respiro profondo e poi continuo a raccontare "mi ha portato da suo padre e gli ha detto "Ciao papà oggi voglio presentarti questa meravigliosa ragazza: si chiama Michelle Rossi, lavora per la Juve come fotografa, è bravissima. Ci siamo conosciuti per caso, volevo conoscerla meglio e poi me ne sono innamorato. Papi la amo come nessun'altra, tutta la famiglia la adora già e mi sarebbe tanto piaciuto che tu la avessi potuta conoscere dal vivo. Mi manchi tanto"" finisco di dire l'ultima cercando di non singhiozzare e mi asciugo le lacrime.
"O mio dio" commenta Jasmine emozionata e mi prende per mano.
"Già puoi immaginarti il fiume di lacrime che ho versato quando mi ha detto la traduzione. E non è tutto"
"Che vuoi dire? Ti ha chiesto di sposarlo? Sei incinta? No dico mancano solo queste cose" mi interrompe scioccata ed io rido.
"Si è tatuato il mio nome"
"Ah ok...aspetta che?!" chiede spalancando gli occhi il più possibile ed io le mostro la foto del tatuaggio del mio nome con i miei fiori preferiti sul suo petto all'altezza del cuore.
"Quel ragazzo è pazzo di te, guai a te se non mi scegli come tua testimone di nozze" mi minaccia puntandomi l' indice contro ed io rido.
"Guarda che non ci sposiamo"
"Va beh poco ci manca, adesso andiamo altrimenti rischi di fare tardi alla partita." dice alzandosi.
"Hai ragione, è meglio che mi sbrighi" confermo, mi alzo, paghiamo e usciamo.
"Buon lavoro"
"Anche a te" le auguro e vado alla mia macchina per dirigermi allo Stadium dove tra un' ora e mezza comincerà la partita contro l'Udinese.
Arrivata lì corro nella stanza dei fotografi, metto la borsa nel mio armadietto e corro verso il campo. Quando sono quasi arrivata all'uscita qualcuno mi prende per il polso, mi addossa ad una parete e mi bacia. All'inizio cerco di protestare ma quando riconosco il meraviglioso profumo di One Million e le labbra di chi mi sta baciando mi arrendo e gli metto le mani sul collo.
"Hai rischiato grosso niño lo sai che sono una karateka" scherzo una volta che ci stacchiamo e lui sorride.
"Direi che ne è valsa la pena princesa"
"Sei fortunato che ti ho ricosciuto"
"In effetti, piuttosto com'è andata con Jas?"
"Benissimo ci siamo raccontate le nostre vacanze"
"Quindi le hai parlato dell'Argentina"
"Sì per caso ti da fastidio?"
"No è la tua migliore amica, mi sarebbe sembrato strano il contrario. Che ha detto del tatuaggio?"
"Che sono morta se non la scelgo come testimone di nozze" gli rispondo e poi ridiamo.
"Bene vado negli spogliatoi"
"Ok io corro alla mia postazione che sono già in ritardo" lo saluto e mi precipito a bordo campo dove Aurora mi da la solita scheda per la fotocamera.
Dopo pochi minuti le squadre entrano per cominciare il riscaldamento ed io comincio a scattare foto. Finito il riscaldamento tornano nel tunnel e lo speaker annuncia le formazioni titolari: guardo il tabellone e finalmente arriva il momento di Paulo.
"Con il numero 10 e capitano: Paulo"
E tutti urliamo "Dybala" ed io da un lato sono felice per lui dall'altro mi dispiace che Chiello si debba sedere in panchina. Dopo la presentazione dell'Udinese finalmente le squadre entrano in campo ed io mi giro per fare le foto all'uscita dal tunnel. Paulo, in quanto capitano, è il primo: guarda su in cielo per chiedere al padre di aiutarlo ad affrontare la sfida, poi si gira verso di me ed io gli sorrido.
Quando l'inno della serie A finisce tutti applaudono, i capitani si salutano, scambiano i gagliardetti, vengono fatte le foto delle due formazioni titolari e poi le squadre si posizionano. L'arbitro fischia l'inizio e i nostri partono subito all'attacco con Paulo che passa a Berna che però viene fermato subito da uno dell'Udinese ma per fortuna recuperiamo la palla con Arthur. Dopo pochi minuti Kean non capisce il passaggio di Paulo e l'Udinese attacca fino ad arrivare davanti alla nostra difesa dove per fortuna ci pensa Matthias a fermarlo.
La partita continua e noi dobbiamo ancora arrivare nell'area di rigore ma poi finalmente Paulo cerca di superare da solo gli avversari e riesce ad arrivare quasi in area.
"Paulo" urlo terrorizzata quando lo vedo letteralmente volare per terra dopo un fallo tattico, non bado più la mia fotocamera e guardo nella sua direzione pregando che si alzi. L'arbitro tira fuori il cartellino giallo per il difensore avversario e per fortuna Paulo ritorna in piedi.
Il mio cuore riprende a battere e ritorno alla mia fotocamera per poi accorgermi che il gioco è ancora fermo e poi capisco il motivo: il var sta controllando l'azione che inizialmente l'arbitro aveva deciso fosse solo da punizione. Quest'ultimo fa segno di andare a vedere il monitor, corre a vedere e poi dopo pochi secondi indica il dischetto: è calcio di rigore e i tifosi juventini esultano.
Guardo i nostri giocatori che si confrontano: dovrebbe essere o Leo o Paulo a tirare e alla fine è il mio ragazzo a sistemare il pallone sul dischetto. Guarda negli occhi il portiere avversario che da qui mi sembra che stia pure sorridendo: vuole prenderlo in giro perché è sicuro che non segnerà.
Paulo lo guarda ancora, calcia con forza il pallone e questo si insacca nella rete: i tifosi esplodono, lui dopo la Dybala mask poi guarda nella mia direzione facendomi l'occhiolino ed io lo fotografo.
Dopo questo rigore la squadra sembra essersi rinvigorita, in tanti tirano in porta ma non arriva nessun gol e così il primo tempo finisce sull' 1-0.
Dopo l'intervallo le squadre rientrano e la partita ricomincia: i nostri attaccano ma io concentro il mio sguardo su Paulo. Il modo in cui si muove è strano, non corre come prima...sembra che faccia fatica. Forse è la stanchezza ma anche gli altri stanno giocando dal primo minuto e non sono stanchi come lui...
"Puttana Maiala" urla Max risvegliandomi dai miei pensieri, guardo in campo e capisco il motivo della sua rabbia: Paulo è a terra dolorante e l'arbitro mostra direttamente il rosso all'avversario che l'ha colpito. Allegri chiama Kaio Jorge a riscaldarsi ed guardo il mio ragazzo con una faccia dolorante mentre i medici gli spruzzano il ghiaccio secco ma non serve a nulla e dopo poco esce zoppicante. Lascio la mia macchina fotografica sul piedistallo e faccio per andare da lui ma quando incrocio lo sguardo severo di Aurora decido di restare nella mia posizione e fingo di concentrarmi sul lavoro quando in realtà la mia testa è sul mio ragazzo.
Finalmente la partita finisce con la Juventus vincitrice per 2-0 con il gol di Dusan aggiunto a quello di Paulo. Corro verso Aurora, le do la scheda senza salutare nessuno e mi precipito verso lo spogliatoio.
"Ehi Michy" mi saluta Berna mentre sta uscendo quando arrivo lì con il fiatone.
"Come sta?" chiedo preoccupata, lui sorride e mi abbraccia.
"Tranquilla dicono che abbia solo preso una forte botta al ginocchio, un po' di ghiaccio e vedrai starà bene" mi rassicura ed io lo abbraccio più forte.
"Credi che possa entrare?"
"Certo aspetta solo che avvisi e non ti allarmare se lo vedi zoppicare. Lo fa per non sforzare"
"Ok grazie" gli rispondo, lui apre la porta e urla "Ehi ragazza in arrivo" ed io rido. Si sposta dalla porta, entro e corro ad abbracciare Paulo.
"Dio ho avuto così tanta paura" gli dico strigendolo forte ma lui non ricambia l'abbraccio.
"Ehi non mi strozzare, sto bene" mi risponde sorridente ma il tono è finto.
È arrabbiato.
"Torna a casa, devono controllarmi subito per assicurarsi che sia solo una botta"
"Va bene" gli rispondo capendo che è il caso di non insistere, esco dallo stadio, prendo la macchina e torna a casa.
Dopo due ore che guardo il telefono nella speranza che Paulo mi chiami sento suonare il campanello, corro a vedere chi è e per fortuna è lui.
"Meno male sei tornato ero in pesiero, allora cos'hanno detto?"
"Ti ho già detto che sto bene, non mi devi trattare come un bambino di 4 anni. Comunque devo fare due settimane di stop" risponde scontroso mentre si va sedere sul divano stendendo la gamba ed io capisco che mi tratta così per lo stop che dovrà fare.
"Scusami... non volevo farti arrabbiare. Ero solo preoccupata, da quello che ho visto mi sembrava ben peggio e quindi ho avuto paura per te"
"Beh non mi è sembrato che te ne sia importato" controbatte ed io cerco a stento di trattenermi.
"È solo arrabbiato, domani sarà diverso" continuo a ripetermi mentre faccio un respiro profondo.
"Perché non dici nulla? Ah giusto perché ho ragione, tra me e il tuo lavoro hai scelto quello e per fortuna che dici di amarmi. Se ti facessero una proposta di lavoro più pagata di questa sono certo che accetteresti diretta. In fondo è questo quello che vuoi: i soldi" sputa ed io non riesco più a trattenermi.
"Adesso basta. Sei proprio un bambino: se ti fai male ce l'hai su con il mondo e spari stronzate. Io volevo venire da te ma Aurora mi ha guardata male: sono appena arrivata ed è giusto che lei guardi se sono professionale. E per quanto riguarda quello che hai detto adesso io non accetterei nulla se non dopo averne parlato con te e averti sentito dirmi che ti va bene. Io ti amo e sarei disposta a rifiutare tutte le offerte di questo mondo pur di stare con te ma siccome adesso sei arrabbiato perché non potrai giocare per 2 settimane ti scarichi su di me. E sai che ti dico vaffanculo, io me ne ritorno all'appartamento e ci rimarrò finché tu non avrai capito che idiota sei stato a dubitare del fatto che io ti ami" gli urlo infuriata, corro in camera, chiudo la porta, scivolo per terra con la schiena aderente ad essa e piango. Mi do uno schiaffo, prendo il cellulare e chiamo Jas.
"Ehi best come sta Paulo?"
"Non me lo nominare ti prego, voglio solo tornare a casa per qulache giorno, posso?"
"Ma che domande fai?! Non hai bisogno del permesso questa è anche casa tua. Appena arrivi ti aspetta una bella cioccolata calda e ci racconti tutto"
"Sei con Chicco? Scusami allora non vi disturbo"
"Ma sei sorda? Ti ho detto che non sarai mai un disturbo"
"Grazie Jas" le dico ricominciando a piangere.
"Figuarati" mi risponde, riattacco, prendo la valigia, i miei vestiti e li infilo dentro. Una volta pronta inizio a scendere le scale e sento dei singhiozzi, arrivo giù e lo vedo con il viso tra le mani che intanto tirano i capelli.
Mi fa male verderlo così ma non posso passare oltre.
"No ti prego princesa, non mi lasciare." mi dice alzandosi e zoppicando verso di me quando mi vede alla porta d'ingresso.
"Stai sforzando il ginocchio" gli ricordo fredda ma lui non accenna a fermarsi.
"Non me ne frega nulla"
"Non te ne frega del calcio? Impossibile e comunque non ti sto lasciando voglio solo che tu capisca che sei grande e che io non sono la tua valvola di sfogo" gli rispondo e prima che mi raggiunga apro la porta, esco e vado alla mia macchina.
Dopo un quarto d'ora arrivo al condominio, apro il cancello principale e il portone con le chiavi e dopo pochi minuti suono al campanello della mia vecchia casa.
"Eccoti" mi saluta Jas abbracciandomi appena entro ed io la stringo forte.
"Dai sediamoci, ci racconti tutto e bevi una bella cioccolata calda" mi consola, io mi siedo sul divano e lei va a prendere le cioccolate. Mentre sono seduta qui i ricordi affiorano e mi ricordo il giorno del compleanno di Paulo: avevamo finito il trasloco e poi mi ha presentata alla sua famiglia. A questo ricordo di quasi due mesi fa ricomincio a piangere.
"Ehi ehi queste lacrime mandale subito via non si addiccono ad una guerriera" cerca di sollevermi il morale Jasmine, io respiro profondamente e quando bevo la mia cioccolata mi sento meglio.
"Ma perché voi bevete quella meraviglia ed io il tè?" chiede sbuffando Fede buttadosi sul divano e me viene da ridere.
"Finalmente ridi, ottimo lavoro Chicco" si congratula Jas, poi battono il cinque ed io sorrido.
"Ehi riconosco quel sorriso e adesso devi dirmi quello che è successo" dice la mia migliore amica ed io decido di raccontarle tutto.
"Mamma mia io adesso gliela vado a rompere quella gamba" esclama lei alla fine del mio racconto.
"Ehi calmati" le dice Fede metttendole un braccio intorno alle spalle.
"Calmarmi?! Quel deficiente ha osato dire quelle stronzate facendo star male Michelle e dovrei stare calma?!"
"Sì ma arrabbiarti non serve a nulla, inoltre penso di poter dire che conosco abbastanza bene Paulo da sapere che domani lui verrà qui e ti chiederà scusa"
"Lo ha già fatto Fede ma quello che voglio che capisca che non sono la sua valvola di sfogo"
"Fidati lo capirà, deve solo riprendersi da quello che è successo oggi"
"Come fai a dirlo?"
"Perché sono un calciatore e so come funziona la cosa: certo ognuno di noi ha il suo modo di reagire e Paulo è leggermente intrattabile quando si infortunia." mi spiega Fede abbracciandomi ed io mi rilasso.
"Grazie"
"E di che? Siamo i tuoi migliori amici: se hai un problema siamo qui"
"Esatto ed io ho un'idea" dice entusiasta Jasmine ed io la guardo "Domani chiamiamo le altre e facciamo festa mentre Fede e chi vuole lui vanno da quello lì." propone Jas ed io mi stacco da Fede per abbracciare lei.
"Sei fantastica"
"Modestamente lo so, adesso però direi di cenare: che ne dite di sushi?"
"Ottima idea" confermo io.
"Finalmente qualcosa che posso mangiare" esclama Chicco ed io rido di nuovo.
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LISTEN TO YOUR HEART || PAULO DYBALA
FanfictionTra una juventina e la Joya tutto comincerà in fretta. Il loro legame sarà come il leggendario filo rosso giapponese? Tutto dipenderà dal se sapranno ascoltare il loro cuore.