Capitolo 25

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Una settimana dopo aver vinto la Coppa dei Campioni io e Paulo siamo partiti per la nostra vacanza in Grecia. In questi primi 3 giorni siamo stati qui a Mykonos ma oggi dobbiamo partire e andare nell'altra città dove staremo ovvero Atene.
Quando la sveglia suona mi alzo e mi cambio così posso finire la mia valigia e chiuderla. Riuscita nell'impresa vado dalla parte del letto di Paulo e lo scuoto per svegliarlo ma senza risultato quindi passo al piano B. Mi chino fino ad avere le nostre facce a due millimetri, mi sporgo per baciarlo, lui sorride sulle mie labbra, mi prende per i fianchi e mi mette sopra di lui senza farci staccare.
"Buenos dias mi princesa, sai sei stata cattiva: hai interrotto un sogno meraviglioso"
"Oh perdonami mi niño" dico fingenomi mortificata e lui mi morde il labbro inferiore.
"Sei voglioso di prima mattina?"
"Esatto"
"Mi dispiace pervertito del mio corazon ma devi alzarti perché devi finire la tua valigia, dobbiamo fare colazione e abbiamo il volo tra due ore" gli spiego e lui se la ride.
"Stai tranquilla miss tabella di marcia arriveremo in tempo" dice divertito e mi bacia sul collo.
"Poi devi farti perdonare di aver interrotto il mio sogno"
"E posso sapere cosa stavi sognando?"
"Una meravigliosa ragazza italofrancese vestita come una dea in bianco che attraversa la navata principale di una chiesa dove all'altare ci sono io che l'aspetto"
"Wow è bellissimo ma non vedo perché arrabbiarsi per un sogno"
"Perché quella era solo la prima parte" risponde sogghignando, io rido e ritorno sotto le coperte.
"E nella seconda cosa succedeva?" gli chiedo fissandolo con in faccia stampato il suo stesso ghigno mentre traccio con un dito i contorni del suo corpo perfetto.
"La nostra prima volta da marito e moglie"
"Ecco perché sei voglioso adesso, ti ho interrotto sul più bello" commento e sposto la mia mano sopra i suoi boxer e massaggio il rigonfiamento.
"Mi amor non dovevamo andar via?" chiede e poi geme quando faccio uscire il suo membro dai boxer.
"Hai detto che mi devo far perdonare" gli sussurro ad un orecchio, gli succhio il lobo, vado sotto il lenzuolo e quando ho davanti la sua erezione lo prendo in bocca.
"Dios" esclama il mio fidanzato quando gli passo la lingua sulla punta e in seguito scosto le coperte.
"Mírame" gli ordino in spagnolo interrompendo il mio lavoretto e lui mi guarda.
"No hables así... me vuelves loco" dice con una bellissima voce roca.
"Lo vedo" rispondo e ricomincio a dargli piacere mentre lui mi aiuta con la mano tra i miei capelli. Stringo le gambe l'una contro l' altra quando me li tira talmente forte che sembra che voglia strapparmeli e mi viene in bocca. Ingoio tutto e torno con la faccia sopra la sua.
"Ti ho vista" dice indirizzando il suo sguardo di proposito sulle mie gambe.
"E allora? Vuoi ricambiare il favore?"
"No questa era una punizione" risponde serio ed io rido.
"Ehi Christian Grey argentino calmati"
"Con te non ci si può calmare, adesso scendi o non risponderò di me e ti scopo qui. Aereo o meno" controbatte, io sorrido e scendo da lui.
"Finisci la tua valigia" gli ordino alzandomi e comincio a vestrimi mentre il mio ragazzo si alza. Quando siamo pronti scendiamo a fare colazione, ritorniamo su a prendere le valigie poi prendiamo il taxi per andare all'aereoporto. Arriviamo giusto in tempo per fare il check in e salire sull'aereo, in un' ora e mezza atterriamo all'aereoporto di Atene e appena scendiamo dei fan chiedono a Paulo foto e autografi e lui accetta ben volentieri. Una volta salutati i tifosi chiamiamo un taxi per andare diretti in albergo e, una volta arrivati, anche lì qualcuno riconosce il mio ragazzo e gli chiede di fare foto e autografi, finito questo dopo un quarto d'ora finalmente saliamo in camera.
"Madre mia" esclama buttandosi sul letto.
"Sei stanco? Non pensavi di trovare così tanti tifosi" gli chiedo sdraiandomi vicino a lui.
"Già"
"Ti ha stancato più quello del viaggio" intuisco e lui annuisce.
"Ma sono comunque felice di averli accontentati, so cosa vuol dire quando incontri il tuo idolo e non vedi l'ora di poter immortalare quel momento con una foto o un autografo"
"Guarda che non è detto che fossi il loro idolo, magari erano solo degli appassionati di calcio che volevano dire "Guarda ho trovato Dybala della Juventus". Te l'ho detto che non devi sentirti sempre al centro del mondo" commento divertita, Paulo mi guarda serio poi si mette sopra di me e mi fa il solletico.
"No Paulo smettila" esclamo mentre rido a tal punto da farmi male alle costole e da mancarmi il fiato.
"Solo se ti rimangi quello che hai detto"
"E va bene me lo rimangio" dico a scatti a causa del troppo ridere. "Dai smettila" lo imploro ma lui non mi ascolta e continua "Dai che vuoi?!" chiedo, finalmente si ferma e mi accarezza le labbra.
"Lo sai benissimo" mi risponde, io sorrido, prendo il suo viso tra le mie mani e lo tiro verso di me per baciarlo. Si mette meglio sopra di me, infila la lingua nella mia bocca e una mano sotto la mia maglietta ma io la prendo per fermarlo, si stacca e mi guarda strano.
"Che c'è?" chiede ed io sorrido.
"Non mi sai restistere per caso Dybala?"
"La sai la risposta"
"Bene allora dovrai provarci fino al mio compleanno che è domani. Pensi di farcela?" gli chiedo prendendolo in giro e lui ride.
"Sei una diabla" risponde e si sporge per baciarmi ma metto una mano davanti.
"Stai scherzando?! Neanche baciarti?!" chiede esterrefatto ed io me la rido.
"No piccolo altrimenti sarebbe troppo facile"
"Domani te ne farò pentire" mi avverte minaccioso ed io sogghigno.
"Come una settimana fa?" chiedo mordendomi appositamente il labbro e alzando il bacino per farlo scontrare con il suo.
"Quello sarà niente in confronto"
"Non vedo l'ora" sussurro e gli faccio un succhiotto sul collo.
"E ora questo come lo copro?" chiede il cerchio rosso sul suo collo e rido.
"Dovrai andare in giro con quello che si vede"
"Ok ma ad una condizione"
"Quale?"
"Devi fare la stessa vosa"
"Ok ci sto" gli rispondo spostando i capelli da un lato e gli lascio fare il succhiotto.
"Sei così bella" sussurra sul mio orecchio dopo aver finito la sua opera.
"Perché tu guarda sei brutto" scherzo e ridiamo insieme.
"Bene io vado a fare una doccia prima della cena. Potresti spostarti?"
"E se non volessi?"
"Prolungo la tortura" lo minaccio, lui si scansa sdraiandosi dall'altra parte del letto e mi alzo per andare a fare la doccia.
Una volta finita mi vesto e sento lo sguardo di Paulo su di me mentre si sta vestendo per andare a cena.
"Ti piace quello che vedi?" gli chiedo di spalle.
"Da impazzire" risponde mettendosi dietro di me e appoggiando le sue mani sui miei fianchi.
"Wow mancano poche ore alla mezzanotte e stai impazzendo? Allora ho ragione a dire che sei un pervertito" gli rispondo appoggiandomi con tutto il corpo su di lui e poi gli lecco il succhiotto che gli ho fatto.
"Non sono pervertito, non è colpa mia se l'amore della mia vita è l'incarnazione della perfezione" mi sussurra dolce, mi vengono i brividi ed io chiudo gli occhi.
"Ti piace la mia voce vero piccola? Non è che per caso vorresti le mie labbra su di te?" chiede ed io sogghigno, mi giro e lo guardo.
"Non ci casco Paulino" gli rispondo e mi siedo sulla sedia davanti alla scrivania per allacciare i sandali.
"Sei impossibile, se non fossi certo del contrario penserei che sei fatta di pietra" commenta appoggiato alla porta d'ingresso della camera con le braccia conserte.
"Sei tu che ti sopravvaluti" gli rispondo raggiungendolo all'uscita, lui apre, mi lascia passare e poi la chiude.

                             ...

"Ehi" mi chiama mentre siamo distesi sotto le coperte dopo essere tornati dalla cena.
"Dimmi"
"Vorrei chiederti due cose"
"Non ti sembra il momento meno adatto per chiermelo?" chiedo divertita riferendomi alla sua proposta di matrimonio e lui ride.
"Non ho detto "Ti devo richiedere una cosa". Queste sono nuove"
"Ok sentiamo queste novità"
"Della prima credo sia meglio parlare subito, si avvicina la mezzanotte e se tu non fossi d'accordo ti rovinerei il compleanno"
"Ok" gli rispondo e ci mettiamo a sedere rimanendo abbracciati.
"Ecco...volevo sapere che cos'hai intenzione di fare con i tuoi genitori ora che noi ci stiamo per sposare" mi chiede senza giri di parole ed io sopriro.
"A loro non gli importa nulla di me, quindi io non ho intenzione di perdere tempo con loro" rispondo semplicemente.
"Ma è la tua famiglia"
"Una famiglia che non si è nemmeno degnata di mandarmi un messaggio quando sicuramente avranno saputo la novità visto che la sa tutto il mondo" preciso, poi lo abbraccio più forte sentendo le lacrime inziare a scendermi dal viso e lui mi stringe più forte a sé.
"Avrei preferito che si fossero incazzati e che mi avessero detto cose orribili che ignorarmi. Se mi avessero detto qualcosa allora forse poteva voler significare che ci tengono a me ed invece non gliene importa nulla. Hanno già un figlio perfetto non hanno bisogno di altro" dico per finire di sfogarmi, Paulo mi abbraccia a tal punto da stritolarmi come se volesse dire "D'ora in poi ci sarò io e ti proteggerò sempre".
"Ehi piccola scusami non dovevo chiedertelo è solo che pensavo volessi averli lì con te" mi sussurra mentre mi accarezza i capelli ed io sorrido.
"Non hai nulla da perdonarti" rispondo staccandomi da lui e mentre mi asciugo le lacrime lui prende il telefono e guarda l'ora.
Mezzanotte in punto.
È il mio compleanno.
"Auguri amor mio" mi augura e mi bacia dolcemente. Quando ci stacchiamo incateniamo i nostri sguardi ed io faccio un sorriso a trentadue denti pensando a quanto sono felice e fortunata ad averlo.
"Grazie, ma dimmi l'altra cosa che dovevi chiedermi cos'era?"
"Ah sì, volevo chiederti se vuoi subito il mio primo regalo di compleanno?"
"Certamente"
"Bene allora siediti e chiudi gli occhi" mi ordina, faccio come dice e intanto sento che apre un cassetto del comodino vicino alla sua parte del letto.
"Puoi aprirli" mi dice, li apro e vedo tra le sue mani una scatolina nera. Paulo la apre e al suo interno c'è una collana con un cuore bianco che brilla racchiuso da un infinito nero lucido.
"È meravigliosa" commento emozionata poi prendo la scatola dalle mani di Paulo, tiro fuori la collana e la guardo meglio.
"Me la metteresti?" gli chiedo emozionata.
"Certo girati"
Mi giro, raccolgo i capelli, mi mette la collana, prendo il telefono per aprire la fotocamera e vedere come mi sta.
"Tu rendi tutto più bello" commenta  mentre guarda la mia immagine sullo schermo. Blocco il telefono, mi giro verso di lui, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio.
"Ti amo"
"Io di più mi princesa"
"Non credo proprio mi niño" scherzo, lui mette le mani sulla mia vita, mi fa distendere sul letto e si mette sopra di me.
"Vogliamo verificare?" chiedo malizioso, io rido e gli do uno schiafetto sulla guancia.
"Ti piace schiaffeggiami vedo"
"E a te non dispiace"
"Vedrai tra qualche ora quanto mi dispiace" mi minaccia, io sorrido, mi alzo e appoggio le labbra sulle sue.
"Ti conviene smettere di baciarmi perché vorrei dormire dato che oggi sarà il tuo miglior compleanno in assoluto" mi consiglia ed io ruoto gli occhi.
"Sei molto sicuro di te stesso Paulino" commento fingendomi annoiata e lui ride.
"Lo so e ti piaccio anche per questo"
"No non mi piaci" controbatto e sul suo bellissimo viso vedo scomparire il sorriso che ha sempre avuto da quando ho visto la collana ed scoppio a ridere.
"Scemo io ti amo" esclamo per poi ribaciarlo ma lui ferma subito il bacio perché sta ridendo.
"Sei impossibile" esclama ritornando disteso sulla sua parte di letto.
"Dai dormiamo" gli dico girandomi verso di lui, appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.

LISTEN TO YOUR HEART || PAULO DYBALADove le storie prendono vita. Scoprilo ora