Capitolo 12

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Ormai Ger e Ame stavano cercando di capire dove so trovasse Giorgia da un paio di giorni, non avevano idea di dove potesse essere
Hanno setacciato le vecchie case, parenti o amici, ma nulla, nemmeno nella casa della vittima

Quando ormai erano quasi le 8 di sera Ger prese la sua macchina e si diresse verso la clinica del suo attuale neurologo

Nel mentre il dottor Allen stava sistemano la stanza per fare un'altra TAC al tedesco, il quale si presentò qualche minuto dopo

"Sei davvero molto puntuale agente" disse il dottore passandogli dei tappi per le orecchie
"Non mi piace perdere tempo" rispose per poi sistemarsi sul lettino il quale si mosse dentro la macchina

"Finiremo molto presto, tu cerca di rilassarti" il dottore uscì dalla stanza e lasciò Ger in quel cilindro di metallo e plastica che lo avrebbe reso sordo non fosse per i tappi, e per fortuna non era claustrofobico

Ger doveva rimanere lì immobile per almeno mezz'ora, cercava di rimanere immobile e non pensare a nulla, ma più ci provava più la sua mente gli giocava brutti scherzi

Per qualche istante avrebbe giurato di aver vissuto di nuovo quell'omicidio, nonostante siano passati giorni ancora non ha ricordato o capito come ci fosse arrivato sulla scena del delitto

Quella mezz'ora per Ger è sembrata un'eternità ma allo stesso tempo è come se fossero passati in un secondo, come se si fosse addormentato lì dentro

Uscì da quella macchina e si rivestì
"Dottor Allen?" Il tedesco pensava di trovarlo nella stanza accanto ma non c'era, i computer erano spenti e non c'era più nessuno

Pensò che fosse andato via prima e che gli avrebbe mandato i risultati più tardi o domani, quindi prese la sua giacca e le chiavi della sua macchina per poi dirigersi verso l'uscita

Si fermò in mezzo al corridoio quando vide la maniglia dell'ufficio sporca di sangue, usò la manica della giacca come guanto per non lasciare tracce e aprì la porta
"Dottor Allen?"
Il tedesco sbatte le palpebre un paio di volte per poi vedere il neurologo morto sulla sedia con la testa mutilata come quella dell'ultima vittima

Tagli profondi che partono dalla bocca e arrivano quasi fino alle orecchie, un sorriso molto sadico.
Questa volta però era peggio, sembrava che volessero decapitarlo

Ger chiamò la squadra che arrivò tempestivamente sul posto e analizzarono la scena
Nel mentre che Ita faceva foto al cadavere Giapp controllava Ger stesso e i suoi vestiti
"Sei pulito, non potresti essere stato tu, non sei sporco"
"Non mi sento nemmeno pulito se è per questo" rispose il tedesco guardando il cadavere

"Sull'arma del delitto c'è lo stesso tessuto che abbiamo rinvenuto in quello dell'ultima vittima" disse Sara prendendo delle forbici sporche del sangue del dottore
"Ok, ma cosa lo collega all'altra ragazza?" Chiese l'italiano al che Ger si schiarì la gola per attirare l'attenzione
"Io, soltanto io"

"Cosa ti ricordi Ger?" Chiese il capitano
"Solo di essere venuto qui, ho fatto la risonanza, poi sono uscito e ho trovato il corpo di Allen"
"Nessuna confusione?"
"No, almeno non di cui io sia consapevole"
"Capisco, il dottor Allen era tipico a ricevere pazienti oltre l'orario nel suo studio?"
"Si, era molto accomodante"
"Quindi, Giorgia ti ha seguito fin qui e mentre tu stai facendo una TAC, lei riduce così il tuo neurologo, perché?"
"Non lo so, sappiamo che non riconosce le facce, magari pensava che lui fosse me"
"Allora perché te?"
"Non ne ho idea Ame, ho l'abitudine di attirare certa gente io, lei ha dimenticato di essere viva, ormai da tempo" Ger si alzò, si mise la sua giacca e salutò gli altri per poi tornarsene a casa, ormai era tardi e doveva dormire

Era quasi mezzanotte e non riusciva a dormire però, era tormentato dal fatto che potesse di nuovo perdere il controllo, ma questo succedette lo stesso
Chiuse gli occhi per un istante ed erano già le 6 di mattina, si guardò attorno e per fortuna era ancora nel suo letto, però sentiva qualcosa, come se ci fosse qualcun'altro

Guardò sotto il letto e vide Giorgia il che lo fece saltare giù da questo, cosa che fece spaventare la ragazza
Il tedesco rimase immobile per guardarla mentre lei faceva lo stesso, sembrava terrorizzata
"Giorgia, io ti vedo, pensa a chi sei" la ragazza guardò Ger coi suoi occhi spenti senza dire una parola
"Sono le 6 di mattina, ti trovi a casa mia, il tuo nome è Giogia Mitchell e non sei da sola, ci sono anche io qui con te" Ger avvicinò una mano alla ragazza per cercare di calmarla
"E io sono viva?"
"Si, sei viva" la ragazza sentendo il tedesco sorrise lievemente e gli prese la mano

Ger fece uscire Giorgia da sotto il letto e la portò in ospedale per poi chiamare Ame e avvisarlo dell'accaduto
"Ger?"
"Ame, ho trovato Giorgia e l'ho portata all'ospedale, ha perso gran parte dei liquidi e l'hanno messa in un"incubatrice"

Ame arrivò poco dopo all'ospedale con lo psichiatra e controllarono insieme la cartella clinica della ragazza
"Sai se si riprenderà?"
"Beh, il rischio di infezioni è alto, ha perso la maggior parte dei liquidi vitali e parte della massa ossea, viene curata come un'ustionata"
"Ok, ma mentalmente?"
"È affetta dalla sindrome di cotard, quasi tutti quelli che ne soffrono guariscono con una cura, nei casi più estremi come questo con la terapia elettroconvulsiva, ma sono più preoccupato per Ger"

"Non sei dispiaciuto per il tuo amico, il dottor Allen?"
"Sono in lutto per lui, ma almeno Ger è vivo e vegeto, lui è alla ricerca disperata di una spiegazione che sistemi tutto"
"Sinceramente anche io sto cercando una spiegazione, vorrei parlare con Giorgia quando si riprenderà, secondo te ricorderà abbastanza?"
"Sinceramente, spero per il suo bene che non ricordi molto, il ricordo di aver ucciso in quel modo, potrebbe devastarla"

Il gatto prese le sue cose è andò da Ger che era nella stanza di Giorgia, questa era dentro una grande incubatrice e sembrava che stesse dormendo, la avevano lavata e ora si potevano vedere meglio i suoi capelli biondi che prima sembrano neri, lo stesso per la sua pelle che ora ha ripreso colore

"A cosa pensi Ger?"
"Pensavo solo, alle cose che erano successe a Giorgia, vivere in quel modo, sentirsi così persi nel mondo e in sé stessi"
"Riesci a empatizzare con lei non è così?" Il tedesco solo annuì e si alzò dal suo posto

"Capisco, senti ormai sarebbe ora di fare colazione, ti va di venire a casa con me?"
"Certamente, grazie dottore" Ger seguì il suo psichiatra verso la casa di questo lasciando Giogia da sola nel suo cilindro di vetro

Questa non ricordava molto di ciò che aveva fatto, ma ricordava le cose a frammenti, era certa solo del fatto che quando entrò nell'ufficio del dottor Allen qualcuno era lì con lei, non poteva vedere la sua faccia a casua della sua malattia ma vedeva che aveva un vestito di plastica addosso per non sporcarsi e fu quella persona a mutilargli la faccia che poi le passò le forbici in mano per poi andarsene

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Allura, come va?

Spero bene

Spero anche che le vostre vacanze vadano meglio delle mie

Ma questo è un altro discorso

Vi auguro una buona settimana e ci vediamo nel prossimo capitolo

Ciauuuuu

"Profiler" Countryhumans GermaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora