Incubi.

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"C-Corey?", sussurro.

Alza la testa. I suoi occhi sono umidi e rossi, ma non sta più piangendo. La linea di matita che prima era disegnata con cura ormai è solo una macchia grigia sotto le sue palpebre. 

"Mh", mormora, ormai più rilassato.

Fisso il vuoto per qualche secondo, respirando profondamente. Non mi piace rivelare i miei segreti, ma non posso vivere nell'incertezza. No, devo dirlo.

"Mentre venivo da te, sono tipo... caduto in trance... ecco, ho avuto anche delle visioni. Un po' erano confuse... cosa angoscianti... poi... ho visto me stesso. Ero... morto. Impiccato a un albero. Tu pensi che abbia un significato tutto questo?"

Mi guarda sorpreso. Poi il suo sguardo si fa serio e severo.

"Non fare puttanate, in ogni caso", mi dice, in bilico tra l'ordine e la richiesta.

"No, tranquillo. Posso giurartelo. Solo che... e se stessi diventando pazzo?"

"Non esistono persone pazze. Anzi, a dire il vero tutti non sono proprio sani".

"Si, ma... le visioni non sono roba che capita normalmente. Comunque spero di non finire in un ospedale psichiatrico rinchiuso in una stanza. Voglio le mie libertà".

"Strano che non ti ci abbiano mai rinchiuso, le occhiate che rivolgono le persone alla gente come noi sembrano volere proprio quello ", scherza lui. "Tu ci sei mai stato per qualche giorno?"

"In effetti si. A quei tempi andavo più spesso dalla mia terapista; e lei era preoccupata per colpa della mia dipendenza da autolesionismo. Cazzate. Una sera però ho esagerato e sono finito al pronto soccorso. Nulla di gravissimo. Solo che sono stato mandato a un ospedale psichiatrico, dove frequentavo una terapia di gruppo. C'era gente accettabile, ma era una noia mortale, quindi me ne sono andato dopo 2 giorni".

"Oh Cristo, ti capisco. Io ho frequentato per 6 mesi una terapia per tossicodipendenti. Poi l'ho mollata, non riuscivo ad andare avanti, non aveva senso".

"Quindi ora che hai intenzione di fare?"

"Uh, che domanda... Finisco l'Università, mi trovo un lavoro e prendo una casa mia. Poi mi fidanzeró, mi sposeró e adotteró un bambino. Comunque, a quel punto saró felice e avrà un senso riprendere la mia vita".

"Oh. Cosa studi?"

"Medicina. So che sembra strano, ma è così", ride con amarezza. "Tu ormai sei al quinto anno di liceo, se non sbaglio. Cos'hai intenzione di fare?"

"Uhm, finiró il liceo, poi studieró lettere moderne. Voglio diventare uno scrittore. Non è bellissimo trasformare i pensieri e tutto ció che è rinchiuso nella mente umana in parole scritte? Io lo amo".

"Uhm, si, anche a me piace. Tu saresti un bravo scrittore. Magari un poeta deprimente, che ne dici?"

"Ci sta", "tu potresti diventare un musicista punk rock, di quelli che hanno sempre un posto nelle pagine di giornale per le cose illegali che fanno".

"Sono bravo a cantare e per quanto riguarda l'insanità ci sono. Poi sai, io sono fottutamente figo, attraggo le masse", scherza lui.

"Non attrai certo gli agenti che ti vorrebbero arrestare".

Inizio a giocherellare con il suo mohawk. Raddrizzo la schiena.

"Tu sei vergine, Corey?"

"No".

"Uomo o donna?"

"Donna. Era una di quelle con la fama di essere troie... È stato deludente. E tu?"

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