L'istituto

198 15 3
                                    

Questo posto non è cosí male.

La stanza è sempre pulita e ha un buon odore. Mi hanno lasciato tutti i mei libri, vestiti e accessori. Ho persino uno stereo, sempre acceso.

Mi lasciano vivere. Non sono sempre lí a pulirmi il culo o ad accarezzarmi i capelli come se fossi un gattino indifeso. La mattina ho delle lezioni scolastiche private, il pomeriggio mi dedico ad attività ricreative.

Il mio compagno di stanza si chiama Dylan ed è simpatico. Ha dei folti capelli biondi e gli occhi scuri. È molto tenero e sensibile. È qui perchè soffre di forte depressione. Mi dispiace per lui. È un bravo ragazzo.

"Jon? Ti ricordi quando ho fatto la doccia l'ultima volta?" Povero Dylan. Ormai è come se vivesse in un incubo. Ha perso il senso del tempo e non si ricorda le cose.

"Ieri. Oggi non devi farla, non sei sporco" rispondo dolcemente.

Annuisce e si rivolge un insulto. Lo fa continuamente.

"Non è colpa tua se non ricordi. Hai preso i medicinali oggi?" Chiedo.

Scoppia a ridere e scuote la testa. "A che cazzo serve? Tanto muoio".

"No, non muori. Prendi subito quei fottuti medicinali. Fallo, muoviti".

Lui abbassa la testa. "Scusa" sussurra.

Esce dalla stanza per andare dall'infermiera.

Voglio bene a Dylan. Non voglio che gli succeda qualcosa di brutto. Lo sento agitarsi e masturbarsi spesso di notte. Si sveglia piangendo. Quando chiedo qualcosa scoppia a ridere. Non si alza dal letto. Fa finta di stare bene, ma non è mai felice. Non vive.

Ho attaccato bei disegni per tutta la camera, con scritte sdolcinate. Gli porto la colazione a letto. Forse non serve, ma ci provo.

Tra pochi minuti ho il raduno. Consiste in in una riunione di circa otto ragazzi dell'istituto in una sala, dove ci raccontiamo i nostri problemi ed ascoltiamo quelli degli altri. È un po' noioso a volte, ma non terribile.

"Buongiorno ragazzi. Siete pronti a iniziare? Ricordate che siete in un ambiente confortevole sempre pronto ad accettarvi, non abbiate paura di nessuno e dite ció che pensate" ci incita Karen, la nostra mediatrice.

Il primo turno è di Cassie, affetta da Disturbo Post Traumatico da Stress dovuto a un abuso sessuale, poi di Jeffrey, per il suo Disturbo Borderline, Jenny e Tyler per l'anoressia nervosa, Sharon per la bulimia, Mary e Sam per l'ansia sociale. Ognuno di loro racconta dei loro (spesso inventati) miglioramenti e dei problemi che ogni giorno affrontano.

Alla fine arriva il mio turno.

"Ti ascoltiamo tutti, Jon. Raccontaci".

Mi appoggio allo schienale della sedia.

"Uhm... Tutto a posto. Non ho piú avuto pulsioni violente da quando sono arrivato. Mi sento molto bene. Vado d'accordo con tutti gli altri ragazzi..." Non ho molto da dire.

"Sono contenta" sorride. "Come va con le tue dipendenze?"

Sbuffo dal naso. "Bene. Sto riducendo ogni giorno le dosi di droga e non mostro segni di crisi d'astinenza. Solo un po' di disagio ogni tanto. Per quanto riguarda il fumo... mi limito a mezzo pacchetto al giorno. Sono felice dei miglioramenti".

"Bravo ragazzo. Qualcuno vuole chiedere qualcosa a Jonathan?"

Non si alza un braccio nè una debole voce.

"Non siate timidi... Va be', non importa. Ti trovi bene con Dylan o preferisci un altro compagno? Lui mi sembra che apprezzi stare con te".

Non è semplice stare con Dylan. È spesso un'impresa. Ma non rinuncerei mai a lui.

"No no, mi trovo bene. Sembra stia migliorando". Mento spudoratamente sulla seconda parte.

Karen fa un sorriso cosí largo da far sembrare cocomeri le sue guance. Non è molto affascinante.

"Benissimo. Ragazzi, l'incontro è finito, spero vi sia piaciuto" -commento sarcastico di qualche ragazzo- "stringetevi le mani, poi potete andare".

Stringo le mani a ognuno di loro. Sam arrossisce al mio contatto, le sorrido come un idiota.

Mentre passeggio per i corridoi, mi corre incontro una ragazza mora con addosso un pigiama verde. Mi mette le mani addosso e inizia a toccarmi ovunque, sogghignando.

"ANNALISE, SMETTILA!" Un infermiere di passaggio grida contro alla fastidiosa giovane, staccandola da me.

Cose che capitano in questo posto.

Indifferente, continuo a camminare.

Torno in camera mia. Mi sdraio sul letto e inizio a scrivere. È il mio passatempo preferito, insieme a leggere. All'improvviso sento sbattere la porta. È entrato Dylan.

"Oggi sto meglio del solito, sai? Una ragazza mi ha guardato. Sono bello, non faccio schifo. Posso finire le cure ora".

Lo fisso severamente. "Ti ho già detto di essere sincero con me. Non hai bisogno di fare finta. Io ti vedo. Intuisco quello che provi. Non dirmi cazzate, per favore".

Mi guarda, e il suo sorriso sparisce lentamente dal suo volto.

"Mi abbracci?"

Annuisco. Il suo corpo è caldo e rigido. Sento il suo respiro.

"Ho parlato di te al mio incontro, sai, Jon? Sei il mio unico amico..."

Sorrido, con lieve tristezza. "Quando pensi di fare qualche cazzata, pensa a me. Non darmi dispiaceri, per favore".

Mi fissa con gli occhi pieni di tristezza.

"Dici che usciró di qui un giorno?"

"Si. Se ci provi, molto presto".

"Non è facile, Jon".

"No. Ma non impossibile".

"Tu hai speranze. Sicuramente tra meno di un anno sarai a casa. Ma io? Io no. Non so se guariró. Non so neanche se ne vale la pena".

"Certo che ne vale la pena, scemo".

"Cosa te lo fa dire?"

Bella domanda.

"Non lo so. Semplicemente se muori, quello a stare male saró io, non tu. Forse volerti vivo è un atto di egoismo. Ma... vivi e basta. Scusa se ti faccio questo. Scusa per quello che ti chiedo".

"Non importa".

È notte e io penso alle parole di oggi. Forse ha ragione Dylan. Sono un egoista a chiedergli di guarire. Forse devo lasciare che sia lui a scegliere.

------

Oh, la cara vecchia Insanity... Dopo quasi tre mesi, eccola di nuovo. Mi mancava, aw.

So che ad alcuni di voi, gli appassionati di puro horror e splatter, siano delusi da come prosegue questa storia, ma penso che questo stile sia il piú adatto alle mie capacità di scrittura. Insomma, quello che mi riesce meglio. Cercheró di inserire in seguito qualche elemento horror nella storia...

Se avete consigli, dubbi o critiche, recensite senza paura

Insanity.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora