Salvato da un dardo per la seconda volta

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Mentre cammino comincio a pensare agli eventi del giorno prima. Sono quasi morto due volte e qualcuno mi ha salvato. La prima volta è stato il mio sponsor, la seconda...
Subito mi compare nella testa l'immagine di Maysilee.
La vedo sorridermi davanti alla soglia della mia stanza del grattacielo per i tributi. Ricordo quando sono uscito dal bagno e ho notato il lieve rossore delle sue guance. Sento le sue labbra sulle mie in ricordo delle due uniche volte che mi hanno sfiorato. Mi rendo contro di stare sorridendo come un idiota e rido mi me stesso.
Immediatamente dopo questi bei pensieri, nella mia mente si fa spazio un'altra immagine. terribile.
Vedo Axten con la gola sanguinante giacere al suolo con gli occhi spenti. Talitha... La povera Talitha rannicchiata sulla sedia a dondolo sulla veranda di una delle case del villaggio dei vincitori che passa i pomeriggi avvolta in una coperta a fissare il vuoto senza più nei suoi occhi la luce che si intravedeva quando guardava Axten.
Il rimpianto che lei ha provato, il senso di colpa che l'ha accompagnata...
Non posso pensare a Maysilee... se ho intenzione di vincere devo dimenticarmela.

***

Verso sera mi rintano in una grotta e provo a prendere sonno.

-"Miei cari abitanti del distretto 12. Ho l'immenso piacere di annunciarvi il ritorno a casa di Talitha Sunklate, vincitrice dei quarantanovesimi Hunger Games!"
Le porte del Palazzo di giustizia si aprono e Talitha cammina fino al centro del palco inespressiva nel silenzio di una piazza colma di persone che hanno il braccio e tre dita rivolte al cielo.

***

Piove ed io mi dirigo al villaggio dei vincitori per salutare la mia amica.
La trovo, bagnata da testa a piedi, seduta sugli scalini della veranda
Con indosso una vestaglia grigia come il cielo.
Appena sente il rumore dei miei passi in lontananza alza la testa come un gatto spaventato e veloce come il fulmine che ha da poco illuminato il mio volto prende il coltello nascosto come sempre sotto i pantaloni.
Mi avvicino ancora un po' per farmi riconoscere, ma lei continua ad avere uno sguardo folle.
Mi fermo a pochi metri da dove è seduta.
Lei si alza in piedi e lasciando cadere il coltello mi corre in contro. L'impatto è forte a causa della lunga rincorsa presa, ma non ci faccio caso. La stringo più forte che posso per farle capire che ora è a casa.
Sovrastati dal rumore della pioggia arrivano alle mie orecchie profondi singhiozzi che a poco a poco si tramutano in un pianto disperato.
Si accascia al suolo sempre tenendomi stretto tra le braccia ed io la accompagno.
Ci sediamo nel fango insieme. Lei appoggiata al mio petto ed io, con la guancia appoggiata alla sua testa umida, tengo gli occhi chiusi per il dolore con le gocce di pioggia che si mischiano alle mie poche lacrime.

Vengo svegliato da una scossa di terremoto che mi fa sobbalzare.
Subito raccolgo le mie cose e raggiungo l'uscita della grotta. Sbircio fuori e vedo che il cielo ancora scuro è attraversato da lingue del colore del fuoco. Rivolgo lo sguardo nella direzione della fonte di tutto ciò è mi ritrovo davanti ad uno spettacolo a dir poco terrificante.
La montagna che sovrasta gli alberi sta eruttando lava rossa.
Colpi di cannone vengono sparati uno dopo l'altro per un totale di dodici tributi morti a causa dell'eruzione.
Mi carico lo zaino sulle spalle e mi dirigo nella direzione opposta alla montagna/vulcano felice di essermela tenuta alle spalle.

Dopo poche ore di camminata arrivo al limite del bosco che si apre su un gigantesco prato.
Non posso attraversarlo... devo passarci intorno. Così devo tornare nel folto del bosco.
Mentre mi giro sento dei rumori tra le foglie e prima che me ne accorga tre favoriti mi circondano.
Sono armati tutti di coltello e mi si avventano contro.
Fortunatamente sono più veloce e riesco ad ucciderne uno prima che gli altri due mi raggiungano. Tiro un calcio sulla faccia al primo che cade a terra agonizzante mentre il secondo mi travolge e mi fa cadere tra le foglie.
Tenta di conficcarmi la punta del coltello nel petto ma il mio braccio oppone resistenza e impedisce alla lama di toccarmi per pochi centimetri. Quando sento i muscoli infuocarsi dallo sforzo, mi ribalto e, prendendo il mio coltello dalla cintura, lo conficco nella gola del ragazzo.
Subito sento passi veloci venirmi incontro e, non essendo stato abbastanza veloce a girarmi, mi ritrovo immobilizzato dall'ultimo tributo in vita, che mi tiene per i capelli e mi punta una lama alla gola.
Quando stringo i denti in attesa dell'ultimo dolore che proverò in vita mia, sento un fischio familiare. Il ragazzo si accascia ed io, vedendo il dardo conficcato nella sua schiena, mi volto.
Da dietro un albero spunta fuori una ragazza dai capelli biondi spettinati che subito riconosco come Maysilee.
-"vivremmo più a lungo, se fossimo in due"

Spazio autrice:
Ma buonasseraaaa carissimi lettori! Finalmente si sono ritrovati!!
Sinceramente non ho molto da dire, se non che ringrazio tutti quelli che leggono e votano questa storia perché per me è veramente importante.♥️
Ps. so che forse siete stanchi di sentirlo dire ma, veramente... Grazie di cuore ♥️

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