Non ti lascio andare

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La vedo allontanarsi con le ciocche bionde lunghissime mosse dalla brezza mattutina. Mi volto verso il burrone e, frustrato, calcio un sasso per scaricare i nervi.
Stupido! Come hai potuto pensare che ci fosse qualcosa di lontanamente utile al termine dell'arena?
Certo, allontanandoci dagli altri tributi abbiamo rischiato la vita meno volte di quanto ci si aspetterebbe partecipando agli Hunger Games, ma fatto sta ed è che non abbiamo concluso niente.
'Abbiamo'? Ma chi!? Ormai sono rimasto solo, Maysilee se n'è andata e sono pienamente consapevole del fatto che in due non potremmo mai vincere.

Vengo distratto dal rumore tagliente come quello di una freccia e subito mi abbasso cercando di proteggermi con le braccia la testa, ma poco dopo mi accorgo che è solamente un sasso.
Un attimo, ma... Quello è lo stesso sasso che ho calciato pochi secondi fa.
Ecco qualcosa di utile! Non so ancora bene come usufruire di questa scoperta ma presto mi farò venire in mente qualcosa.

Mi volto di scatto sentendo un grido acuto provenire dal fondo del prato dietro la collina.
La voce deformata dal grido è quasi irriconoscibile. Già, quasi.
Il cuore comincia a galoppare come un cavallo imbizzarrito dalla paura. Comincio a correre seguendo quel ritmo frenetico attraverso l'erba alta che mi frusta braccia e viso ferendomi.
Corro come se fossi inseguito e la vita fosse in gioco, ma purtroppo non è la mia.
Raggiungo la cima della piccola collina e vedo solo un intero stormo di uccelli dal colore rosa, innocuo, muniti pero di lunghi becchi appuntiti e artigli ricurvi.
Sono sfinito dalla corsa ma non mi importa. Continuo senza badare al cuore che implora un freno e i polmoni bisognosi di aria.
Arrivo nel punto in cui lo stormo si è sollevato quando ormai sono sul punto di andare in iper ventilazione.

Mi faccio largo tra l'erba per qualche metro incurante del dolore ai tagli profondi che mi ha procurato. Mi fermo quando intravedo un corpo disteso a terra con la testa circondata da un alone d'oro di capelli sottili.
Il fiato mi si blocca e un nodo mi si forma all'inizio della gola.
La vista mi si appanna a causa di un velo sottile di lacrime che per dignità cerco di trattenere, ma vedo quando una smorfia di pianto giunge a deformare il mio volto solitamente impassibile.
Mi inginocchio di fianco al corpo morente di Maysilee che tenendosi la gola sanguinante cerca di recuperare quanta più aria può aspettando di spirare.
Le alzo la testa cercando di non gridare per il dolore al petto che si è aggiunto alle mie molteplici sofferenze. Le prendo la mano adagiata sull'erba e gliela stringo ricevendo in va io un debole movimento delle dita.

-"stringimi la mano May..."
La voce mi si rompe in un singhiozzo ed un respiro profondo e doloroso.
Vedo le sue dita cercare di stringere ancora un po' la presa, ma ottengo solo dei movimenti impercettibili.
Sposta lo sguardo dalle nostre mani unite ai miei occhi inondati di tragedia.

-"non ti... Lascio andare... Non ti... Lascerò mai andare Maysilee."
Mi chino per darle un bacio leggero sulle labbra ormai secche.
Fisso il suo volto dai tratti dolci e la guardo negli occhi chiari fino a quando il suo sguardo non si svuota di tutta le immagini che ha osservato nella sua vita.
Guarda nella mia direzione ma i suoi occhi sono ormai spenti ed io mi sento quasi come un disperso all'interno di una grotta buia a centinaia di metri sotto il livello del mare che osserva con agonia gli ultimi residui di luce che restano alla torcia che potrebbe condurlo verso la salvezza.

50° Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora