nove

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Mi sveglio con una sorta di solletico proprio sulla punta del seno destro. Aprendo leggermente gli occhi noto che, non porto il reggiseno e Vieri mi sta toccando un capezzolo.

«Ma che cazzo fai?» sbotto levando la sua mano, per mettere la mia per coprire la visuale che solo lui stava avendo, di prima mattina.

«Allora..io devo andare» dice alzandosi, ma gli afferro la mano il più velocemente possibile.

«Dove vai?» chiedo.

«Non ti importa» risponde lui, facendomi rimanere malissimo.

«..Però cazzo» dice ributtandosi sul letto e levando con ferocia il mio braccio per scoprirmi.

Prende un seno in bocca e lo morde tanto da farmi sussultare. La sua mano invece stimola il capezzolo sinistro.

Si stacca velocemente e si rimette la maglietta.

«Meglio che ti copri, se non vuoi essere sbattuta anche alle prime ore del mattino» dice infine. E io faccio come dice.

Esce dal mio appartamento e mi lascia sola sul letto. Mi guardo intorno e cerco con gli occhi, dove sono tutti i preservativi che ha usato tutta questa notte, e ce ne sono davvero tanti.

Li prendo tutti e li vado a buttare nel cestino, poi torno in camera e prendo il reggiseno che mi ha rotto, con le mani e la sua forza.

Rifaccio il letto disfatto e infine apro la finestra per cambiare aria. Penso dove può essere andato ora, ma la risposta mi arriva sulla pianta della lingua: da una ragazza.

Mi arriva un messaggio, mentre penso ciò, quindi per non pensare più vado a vedere chi sarà che mi ha mandato il messaggio.

Di nuovo lui: Vieri.

Il messaggio dice: Questa sera vengo a prenderti andiamo ad un ristorante.

Rispondo un semplice ok e poso il telefono e salto dalla gioia, e non chiedetemi perché.

Sono in ritardo e non è una cosa nuova. Mi vesto con un semplice vestito elegante color sabbia, con dei sandaletti con un po' di tacco del medesimo colore.

Appena scendo, vedo Vieri nella macchina, aspettarmi, forse da un po' ma non importa.

Entro e lo saluto e lui ricambia.

Nel viaggio non parliamo per nulla, e guardò fuori dal finestrino mentre la sua musica a tutto volume rimbomba tra le 'pareti' della macchina, facendo sì che si senta ancora di più.

Appena arriviamo, esco dalla macchina e ci facciamo una passeggiata tranquilla perché ancora era presto entrare. Camminando si ferma e saluta dei suoi amici.

Andiamo verso di loro e si mette a parlare, tanto che gli offrono un aperitivo.

«Chi è questa?» chiede uno del gruppo.

«Lo sai già» dice lui.

Appena dice quelle tre parole, sento qualcosa nella mia mente rimanerci male, ma molto.

«Esco un'attimo fuori» mi alzo ed esco dal locale, mentre sento gli occhi di Vieri bruciarmi dalle gambe, in sù.

Rimango fuori e mi siedo su una panchina attaccata al locale, aspettando che la mia mente mi permetta di rietrare e andare da loro.

Persa a guardare il vuoto mi accorgo una persona che si avvicina a me e ha un'aria molto familiare: il mio ex.

«Ciao Giulia..» dice sedendosi affianco a me.

«Cazzo ci fai qua?» domando aggressiva.

Bisogna ricambiare con la stessa moneta, no?

«Così..Ti ho visto e mi sono avvicinato»

Non rispondo e torno a guardare il nulla.

«Mi dispiace sai..» mi dice ma non rispondo neanche a questa frase. Anche se non ci sarebbe nulla da rispondere.

Nel silenzio totale sento dei passi, e infatti esce Vieri dal locale dove ci troviamo e si siede accanto a me, mettendomi la mano sul fianco.

Nicholas, il mio ex guarda Vieri con dei occhi dubitanti, in cerca di una risposta.

«È occupata» dice Vieri, rompendo il silenzio.

Mi spiazzo anche io a questa affermazione, proprio come fa il mio ex.

«Wow, ci hai messo subito a trovarne un'altro» dice guardandomi male.

«Visto?» dice rispondendo Vieri, che velocemente mi prende il mento e mi bacia.

«Che schifo..» dice Nico, andandosene.

«Non voglio, ma se continuo ti scopo qui» dice sospirando «su questa panchina» conclude.

Arriviamo al ristorante.

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