Sul bus per arrivare a casa, siedo vicino ad un ragazzo sui quattordici anni che ascolta musica al telefono con delle cuffiette nelle orecchie.
Per quanto è alta la musica riesco a sentire ciò che ascolta: quel rapper di nome Villabanks.
Oh se vi chiederete come io sappia il nome del rapper, visto che non ascolto questo genere di musica, vi dirò che l' ho letto sullo schermo del telefono del ragazzino.
Vedo sullo schermo la canzone sentitolata: Violeto.
Scendo dal trasporto dove mi trovavo e mi incammino verso casa, anche se devo farmi una piazza enorme a piedi.
Mentre cammino guardo a terra, e cosa potrei pensare? Al mio ex. Lo amo giuro. Nella mia testa circola il concetto di averlo tradito visto che ho scopato con uno sconosciuto in discoteca, ma poi ricordo che non siamo più un noi, quindi lui fa i cazzi suoi e io i miei.
Immersa tra i pensieri, sento comunque una mano che mi ferma e che si appoggia sulla mia spalla. Mi volto:è Leonardo.
Sussulto.
«Dio..scusa non volevo farti spaventare..» dice lui abbassando lo sguardo.
«Non è niente, tranquillo»
«Che pensavi?» domanda curioso.
«Cavoli vari..» sussurrò mentendo.
«Ti accompagno, ovunque tu stia andando»
«Va bene, grazie»
Camminando insieme al mio accompagnatore, siamo arrivati a metà piazza, quando lui però sosta: «Aspetta, vieni, salutiamo quel mio amico» e accenno un si con il capo.
«Cazzo, da quanto non ti vedevo!» esclama Leonardo. Mi fa strano sentire uscire delle parolacce dalla sua bocca.
Mi giro aspettando che finisca il suo giro di parole.
«Ooh, cazzo fra» parla finalmente l'amico che ha una voce davvero molto roca..come quella del tipo in discoteca. Appena penso ciò mi volto velocemente verso di loro. E ci fissiamo.
Girandosi anche Leonardo esclama: «Oh si giusto, lei è una mia amica, si chiama Giulia, Giulia stai conoscendo Villabanks in persona!»
Aspetta un'attimo.
Merda.
Guardo Leonardo.
«Possiamo andare» dico infine.Saluta il ragazzo e andiamo.
«Sei timida?» mi chiede d'un tratto.
«Non credo di esserlo..perché?»
«Davanti a lui sembrava così.. è successo qualcosa?» mi chiede.
Deglutisco. «No».
«Sono arrivata.. beh grazie.. ciao»
Senza aspettare risposta, entro.
Mi fiondo sotto la doccia e poi a letto.
E penso.