capitolo 39 -giovani-

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pv James 

era davvero venuta da me solamente per chiedermi di non dirlo a nessuno, se si vergognava così tanto di quello che faceva perchè farlo. se si vergognava del suo ragazzo perchè ci continuava a stare insieme. non sapevo cosa pensare, ero arrabbiato, incazzato con tutti. avrei solamente voluto rompere tutto, rompere prima di tutto la faccia a Regulus, doveva stare lontano da Alison. lui non la meritava, non si meritava una persona come lei. avrei voluto urlare anche contro Alison, perchè non era normale stare con chi seguiva ideali del genere, stare con chi crede in una razza superiore. camminavo spedito, non riuscivo a stare fermo, a pensare lucidamente. Qualcuno venne a sbattere contro di me

-e stai attento- urlai forse un pò troppo 

-se caminassi guardando avanti non sarebbe successo- era Piton, ci mancava soltanto lui 

-hai rotto, sei sempre in mezzo ai piedi. più non ti sopporto più stai in mezzo- 

-ma stai tranquillo- quella frase non doveva dirla -pensi di essere il re della scuola ma sei soltanto un maiale- ecco ora aveva proprio superato il limite 

-non capisco perchè continui a respirare, riesci a dire sempre la cosa sbagliata. vai in giro con quell'aria da cane bastonato, sempre interessato ai fatti degli altri, sempre in mezzo ai piedi, forse dovremmo fare un pò di pulizia- sfoderai la bacchetta 

-mmmm- Piton era a testa in giù e aveva un bavaglio intorno alla bocca 

andai via lasciandolo lì, ero arrabbiato e forse avevo esagerato ma non mi interessava 

pv Alison

ero nella stanza delle necessità, non volevo vedere nessuno ma avevo paura che mi tornasse a mancare l'aria e di rimanere lì senza aiuti. pensavo a james , a bella e a reg 

-Ali ti cerco da sta mattina- era Regulus, sapeva sempre dove cercarmi 

corsi incontro e lo abbraccia, sprofondai nelle sue braccia e piansi, mi sentivo al sicuro lì. Non disse nulla mi tenne stretta e io mi lasciai abbracciare. avevo bisogno di sentire che almeno qualcuno non fosse arrabbiato con me, per questo avevo paura di parlare e anche per questo sapevo che dovevo dirlo 

-reg- dissi ancora singhiozzando, mi abbraccio ancora più forte 

-ti arrabbieresti mai con me?- dissi abbracciandolo ancora più forte 

-si penso di si- disse accarezzandomi, non sapevo cosa rispondere, rimasi in silenzio e lascai andare un pò la presa 

mi guardò in faccia -Ali arrabbiarsi con chi si ama è normale, direi salutare- mi guardava con quegli neri e profondi -arrabbiarsi con qualcuno vuol dire anche tenerci, tenerci abbastanza da voler combattere per quello che si ha- 

-se ami qualcuno puoi arrabbiarti ma questo non ferma l'amore- mi sorprendeva sempre quel ragazzo, era cresciuto in una famiglia senza amore eppure sapeva cos'era, sapeva parlare di amore 

-devo dirti una cosa, non ti farà piacere- mi asciugai le lacrime -posso tenerti la mano?- chiesi

mi prese la mano e la strinse, presi un bel respiro e inizia a raccontare, dissi di james, della nostra litigata, del mio attacco di panico e anche di bella della quale all'inizio non volevo parlare, ma mi sembrava giusto raccontarlo 

reg non mi lasciò mai la mano, ma la sua espressione era impassibile 

-sei arrabbiato?- 

-no- sembrava sincero 

-sicuro?- 

-si- era silenzioso 

-sei preoccupato- lo guardavo cercando di rubarli i pensieri

I Malandrini e Alison PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora