4. Allontanarsi

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Qualcosa gli bagna la guancia destra, qualcosa che ha un odore strano e una consistenza un po' ruvida. Ma ha ancora gli occhi chiusi, e stava sognando, dannazione. Non vuole aprirli proprio adesso. Era proprio un bel sogno.

Si passa una mano sul viso, pulendoselo istintivamente, ma quel qualcosa lo bagna ancora e allora è costretto a svegliarsi del tutto.

A puntare gli occhi in altri grandi, rotondi, completamente neri. Appena sotto, un naso tondo, marroncino e un po' bagnato. La lingua gli penzola fuori, appoggiata sulla destra di quello che gli pare a tutti gli effetti un sorriso.

Che vuole questo cane da me?

A vederlo finalmente sveglio, il labrador biondo gli si avvicina forse con l'intenzione di leccarlo di nuovo, ma Matt non glielo permette e gli pone una mano proprio sul muso, per poi accarezzarlo un po' e tenerlo così a bada. Non gli piacciono molto gli animali, ma sa che dimostrare la propria paura a un cane non aiuta. E mentre gratta dietro l'orecchio dell'animale ed è costretto a mettersi seduto affinché quest'ultimo non gli arrivi ancora una volta addosso, si rende conto di dove si trova.

È ancora a casa di Declan, ancora sul divano dove si era messo per vedere insieme a lui il suo programma tv preferito. Ora, però, il televisore è spento e Declan non c'è più nella stanza.

Stordito, si volta con l'intenzione di incontrare la figura alta e slanciata dell'altro, ma quello che vede, invece, lo fa nascondere di nuovo.

C'è una donna in cucina, attorno al tavolo in cui lui e Declan si sono seduti per mangiare la pizza. Adesso c'è lei, con Declan che le siede accanto.

«La devi smettere» le sente dire, e aguzza l'udito per ascoltare meglio. «Non puoi continuare con questa storia, con questa sciocchezza.»

«Per favore, abbassa la voce» risponde Declan.

«No, non l'abbasso. Ti devi rendere conto di quanto stia diventando pericoloso questo tuo folle gioco.»

«Non è un gioco.»

«E allora cos'è?»

Declan non controbatte, e allora lei prende di nuovo la parola.

«Hai ragione» dice, «un gioco è divertente, invece questo è solo una pazzia. Una pazzia pericolosa.»

«L'hai già detto.»

«E non sarà l'ultima volta che te lo dirò. Non puoi portarti a casa sconosciuti, lasciare che dormano qui con te, con te che...»

«Con me che cosa? So difendermi e so benissimo cosa...»

«L'hai visto in faccia?»

Matt sussulta a quell'affermazione. Sprofonda ancora di più nel divano, mentre prega che quella donna non faccia a Declan il riassunto di quello che lei ha visto.

Eppure è proprio così che va.

«Ha il labbro spaccato, un livido viola sotto l'occhio destro, un graffio sul naso e uno più lungo sul sopracciglio sinistro. L'hanno di sicuro picchiato, e per quanto ne possiamo sapere, magari anche lui ha picchiato la persona che l'ha ridotto così. Magari è stato coinvolto in una rissa, magari è un criminale. E poi, caspita, è maggiorenne, almeno? O ti sei messo in casa, senza neanche farti scrupoli, un criminale e per giunta minorenne?»

«Non è un criminale.»

La risposta di Declan gli arriva appena alle orecchie, perché sussurrata, biascicata persino. Come se non credesse appieno alla sua stessa affermazione. E forse è proprio così. Forse davvero Declan non crede a ciò che ha detto e forse un po' di paura ce l'ha di lui. Di quello che potrebbe essere.

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