Seduti per terra attorno al tavolino da caffè, Matt e Declan stanno cenando con del cibo cinese. E sono a terra non perché sui divani sono stati messi di nuovo i teli bianchi e tutte le stoviglie sono nelle scatole, ma perché volevano mangiare così.
In realtà è stata un'idea di Declan, per sentire meglio "l'atmosfera cinese" mentre ingurgitano involtini primavera, ma deve ammettere che non gli dispiace affatto.
La giornata è stata molto movimentata, emozionante, e vedere casa di Declan zeppa di scatole lascia nel petto di Matt diverse sensazioni. Di sicuro c'è la paura, perché Declan ha impacchettato tutta la sua vita per lui. Di sicuro c'è la gioia, perché non vede l'ora di affrontare quel viaggio che ha programmato da tanto e che ancora non si è concluso, e ora pensare che non sarà da solo lo entusiasma più di quanto avrebbe immaginato.
Spera davvero che tutto vada secondo i piani, senza altri intoppi.
«Sai...» Declan porta alla bocca un involtino prendendolo con le mani e gli dà un morso secco. Mastica lentamente, poi continua: «Violet ha detto che è un peccato che hai deciso di partire. Cercano qualcuno che possa occuparsi di un corso di pittura per i ragazzi dell'associazione e pensa che tu potevi fare al caso loro.»
«Ma io non sono in grado di insegnare. Non saprei nemmeno da dove cominciare.»
«Perché secondo te chi lo fa da anni ha iniziato sapendo già cosa fare? Ci si organizza, si studia e poi si prende confidenza con la materia, gli alunni...»
La sola parola "alunni" gli fa scorrere un brivido freddo lungo la colonna vertebrale.
No.
Non potrebbe mai.
Non potrebbe mai insegnare.
È escluso.
«Non... non credo faccia per me» replica.
«Beh, se dovessi cambiare idea non ci mettiamo niente a spacchettare tutto.»
«Declan...» Matt fissa bene lo sguardo sulla figura di Declan di fronte a sé. È passato a mangiare il pollo con le mandorle e ha la sua solita espressione tranquilla. Come se non avesse detto niente. «Tu sei sicuro che vuoi venire con me?»
«Certo che lo sono» risponde subito Declan, e la repentinità della risposta gli fa tirare un respiro di sollievo. «Non dubitare di questo, dico solo che se l'idea ti alletta potremmo restare ancora un po' qui.»
No.
L'idea non lo alletta.
L'idea gli fa solo aumentare di più il battito cardiaco.
L'idea gli fa vedere davanti agli occhi scenari perfetti per fargli venire un attacco di panico.
«Però capisco che vuoi partire, sei stato abbastanza chiaro in questo» continua Declan, il battito che rallenta e il respiro che torna regolare.
«Sì. Aiutare l'associazione di Violet mi avrebbe fatto piacere, anzi, sono dispiaciuto di non esserci andato più spesso, però... Però devo proprio andare a New York, Declan, e al più presto.»
«D'accordo.» Declan sorride e anche Matt lo fa, sebbene l'altro non possa vederlo e sebbene il sorriso non sia pieno. «Ammetto che tra le persone che vivono qui, Violet e gli altri mi mancheranno particolarmente.»
«Come li hai conosciuti?»
«Grazie a un mio - come lo chiameresti tu - paziente.» Declan posa per un attimo il cibo cinese e le sue sopracciglia si aggrottano, come se stesse pensando, come se fosse concentrato. «Dopo avermi conosciuto ha voluto restare con loro, diceva di averne bisogno e io ero felice per lui, felice che si stesse facendo aiutare. Andavo spesso a trovarlo e di conseguenza ho stretto amicizia con Violet e gli altri.»
STAI LEGGENDO
Chiudi gli occhi
RomanceLa storia è lo Spin-off di "Attraverso i tuoi occhi". Matt è fuggito. Per scappare da una vita di violenze, ha fatto i bagagli ed è salito sul primo autobus che lo condurrà, in un lunghissimo viaggio, da North Oaks a New York. Non si è guardato indi...