20. Il tocco finale

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Quando Declan ha avuto l'idea di coinvolgere Violet e altri ragazzi dell'associazione per farsi aiutare con il trasloco, Matt non immaginava che si sarebbe presentato anche Russell. In realtà, dalla risatina nervosa che si è lasciato scappare Declan, neanche lui se lo immaginava. Però come al solito è stato un padrone di casa eccellente, offrendogli ogni tipo di cibo spazzatura che ha nella dispensa e invitandolo a giocare con Obi-Wan.

Dopo qualche minuto, tuttavia, Violet, Declan e altri due ragazzi portati da Violet hanno iniziato a occuparsi dell'impacchettamento di tutto il piano di sotto e Matt è stato lasciato da solo con Russell.

A occuparsi di Russell, per la precisione. O almeno, è così che la vede lui.

E non si sente molto a suo agio nelle vesti di babysitter. Russell è seduto sul letto, mentre lui è in piedi, con una scatola poggiata sulla scrivania che sta riempiendo con i libri in braille di Declan. Con le braccia incrociate sopra al petto, il ragazzino segue tutti i suoi movimenti in silenzio, e quasi a Matt vengono i brividi, per quanto sembri inquietante.

«Sono proprio tanti» mormora a un certo punto Matt, imbarazzato. Tira dalla libreria un libro e lo ripone nella scatola. «Sembrano non finire mai.»

Ride forzatamente, ma Russell non lo segue, continuando a restare in silenzio a fissarlo. Per qualche secondo c'è uno scambio di sguardi intensi tra i due, poi Matt distoglie lo sguardo e tossisce.

«Dovrò stare attento a non riempire troppo la scatola o...»

«Dove andate?»

«Come?» Matt si gira di nuovo per guardare Russell e lo scopre con i palmi delle mani appoggiati al materasso.

«Dove vi trasferite?»

«A... a New York.» Quasi fa fatica a dirlo, come se dicendolo ci fosse una piccola possibilità che non si avveri. «Figo, vero?»

«Mh» si limita a commentare Russell. «Ma quindi state insieme?»

«Non ho capito» rantola, veloce.

Veloce e mentendo.

Perché Matt ha capito benissimo. Russell gli ha chiesto se lui e Declan stanno insieme, ma quella domanda gli ha provocato l'acceleramento istantaneo del battito cardiaco e a dire il vero non si sente per nulla a suo agio, a continuare la conversazione. In fondo spera davvero di aver capito male e che Russell alla fine dica di aver chiesto qualche altra cosa.

Purtroppo per lui, non è così che va.

«Intendo se state insieme come lo sono stati mia madre e mio padre» spiega meglio Russell.

Per quanto ne sappia Matt, i genitori di Russell potrebbero aver avuto una relazione per nulla passionale, fisica, e per nulla romantica. Per un momento pensa che non sia giusto paragonare quello che c'è tra lui e Declan con quello che c'è stato tra i genitori di Russell e vorrebbe dirgli che non è affatto così, però, in un modo contorto, Russell sta dando effettivamente una definizione al loro rapporto.

Una definizione che non è tanto lontana dalla realtà.

«Beh...» Matt si gratta la nuca e giocherella con la copertina di un libro che ha già infilato nella scatola. «Diciamo che insomma... Tu... tu sai, vero, che tra due uomini...»

«Sì, so cosa sono i gay.»

La schiettezza di Russell per poco non lo fa affogare con la sua stessa saliva. Tossisce un paio di volte e poi forza un sorriso nella sua direzione. «Bene. Diciamo che quando due persone iniziano a conoscersi e... Diciamo che nel caso in cui...»

«Dici spesso "diciamo"» lo interrompe Russell.

Matt serra la mascella in un'espressione truce. «Beh, mi piace dirlo spesso. E comunque io e Declan ci trasferiamo insieme e basta, fine della storia.»

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