Epilogo

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«Allora, no! Russell, non iniziare, per favore!» grida Matt. «Sei stato davanti tu l'altra volta, lascia lo spazio anche agli altri.»

Declan sente Russell lamentarsi e dalle lamentele anche di Monica, la bambina di sette anni che a dire il vero è la sua preferita di quello strano gruppo, capisce che Russell non si è ancora spostato. Matt è seduto dietro la scrivania con davanti lo schermo del computer dal quale può vedere i suoi quattro allievi.

Anche a lui piacerebbe vederli, ma anche senza la vista gli appare chiara una cosa: Matt sta per avere un esaurimento nervoso.

E la cosa un po' lo diverte, perché in fondo sa che Matt non farebbe a cambio con nulla, pur di avere una volta a settimana quella confusione nelle orecchie e il mal di gola dopo solo un'ora di lezione.

È iniziato tutto per caso, per via di una videochiamata di Violet in cui si è inserito anche Russell per mostrare a Matt il suo ultimo disegno. Matt gli diede dei consigli, Russell lo ascoltò e poi, nelle videochiamate successive, altri tre bambini hanno voluto i consigli di Matt. Da allora, Matt ha quella che potrebbe benissimo definirsi come la sua prima classe di disegno.

Peccato solo che Matt non venga pagato e che non voglia essere pagato, nel senso che non gli è mai andato, nei tre mesi che sono a New York, di cercare un lavoro come insegnante di disegno. Si è accontentato del primo che ha trovato - il cameriere in un pub - e per il momento non ha intenzione di cambiare.

O almeno è quello che dice a lui.

Per quanto gli riguarda, Matt potrebbe fare quel lavoro ma anche tanti altri, ma di sicuro c'è tempo per crescere e per migliorarsi, come di certo potrebbe fare anche lui, che per ora sta solo seguendo un corso di psicologia.

«Avete fatto il disegno che vi ho chiesto di fare la settimana scorsa?» chiede Matt ai suoi allievi.

Nella confusione delle risposte, Declan sente un paio di sì e un paio di no. E uno dei no è di sicuro di Russell.

«Perché no, Russell?» domanda infatti Matt.

«Era noioso.»

«Non era noioso.»

«Sì, che senso ha disegnare quadrati, triangoli e altre cose geocentriche?»

«Geometriche» lo corregge Matt, e Declan trattiene una risata. «E ce l'ha, il senso.»

Russell sbuffa, in disaccordo, e a Declan torna in mente la conversazione che lui e Matt hanno avuto due settimane prima, quando Matt gli ha raccontato di come, senza saperlo, utilizzava le forme geometriche come base per poi dare profondità e tridimensionalità ai suoi disegni. Matt ha infatti imparato a disegnare senza seguire corsi e ora si può dire che stia apprendendo mentre insegna.

E la geometria è importante per disegnare.

«Io l'ho fatto!» sente dire da Oliver, e subito dopo anche Layla afferma di averlo fatto.

Tuttavia Matt non ha il tempo di rispondere, che Russell urla: «Dov'è Obi?»

«Non c'è Obi» ribatte Matt. «Bravo, Oliver, mi fai vedere? Layla, anche tu.»

«Certo!»

«Sì che c'è Obi, l'altra volta Declan ce l'ha fatto vedere» insiste Russell. Declan si sente leggermente in colpa, perché sa che in questo momento Matt lo starà odiando da morire, e una volta tanto nella sua vita è contento di non poter vedere l'espressione di fastidio che di sicuro ha assunto Matt.

«Beh, ora non c...»

«Obi!»

Russell, urlando sopra Matt, chiama il labrador biondo che onestamente non sa dove si sia andato a cacciare. La casa che hanno preso in affitto a New York non è molto grande, ma Obi la sta ancora esplorando per bene e di tanto in tanto lo trovano nascosto nei posti più disparati. Anche questa volta sarà nascosto chissà dove, e infatti Russell deve chiamarlo altre tre volte, prima che Declan lo senta zampettare nel salone, stanza in cui si trovano loro.

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