Capitolo 4: Xavier

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"Trova ciò che ami e lascia che ti uccida."

 Charles Bukowski

Trascino il mio corpo verso quello di Elsa che trattiene il fiato preoccupata. Le sfioro i capelli che fuoriescono dal codino, l'osservo meglio, i suoi occhi sono di un verde chiaro intonato quasi nell'azzurro. Segue ogni mio movimento, con estrema attenzione le sfilo il codino, cerco di non farlo con troppa violenza. Sembra così innocente in questo momento che potrei sbattermela proprio qui e far aspettare quella cazzona di mia madre senza darle spiegazioni. I suoi capelli castano ramato gli ricadono sulle spalle come seta, solo ora ci faccio caso, indossa un ciondolo d'oro, incisa una piccola lettera che non riesco a leggere.

"Che lingua è?" Mi guarda concentrata in tutt'altro, il suo sguardo è puntato sulle mie labbra ancora troppo vicine al suo collo mentre cerco di leggere quella piccola scritta.

"ተረት."

"Amarico, significa favola."  Apro il ciondolo e c'è una piccola foto, una bambina con una donna che la stringe forte a sé. Mi spinge lontano da lei e si sistema, clicca il pulsante rosso facendo partire di nuovo l'ascensore.

"Ognuno ha la propria favola, credo che ognuno di noi ne meriti una." Me ne resto zitto, da bambino mi piacevano tanto le favole, di solito papà leggeva il piccolo principe, me ne ero innamorato e ancora ora quanto ne ho tempo lo sfoglio come se fosse la prima volta, quella è la mia favola, il principe e la rosa.

"La tua qual è?" Abbassa il volto verso la borsa e sulle sue labbra si crea un sorriso pieno di malinconia, pieno di rammarico.

"La principessa ribelle." Sorride ancora di più toccandosi il ciondolo, le porte dell'ascensore si aprono e camminiamo uno di fianco all'altro, sembra così sicura di sé eppure non lo è stata la dentro.

"Finalmente!" Guardo mamma che è seduta al capo tavola, la guardo e rivivo tutto da capo dal primo bacio all'ultima scopata che ha avuto da me, la guardo subendomi l'umiliazione del dottor Filligan su di me, lui credeva alle parole di mamma non alle mie, non mi ha mai creduto nessuno fin da bambino sono sempre stato quello esiliato dalla famiglia.

"Vieni qui figlio mio." Rimango nella mia posizione e tremo dalla rabbia, ecco cosa succede quando non riesci a reprimere un sentimento. Una mano piccola e delicata si appoggia sulla mia spalla, mi guarda diritto negli occhi, mi sta incoraggiando a sedermi, così più velocemente chiudiamo il contratto, più velocemente potrò andare via da questa cazzo di situazione.

"Mi siedo, ma non al tuo fianco." Due sedie sono libera al fianco di Carter così mi siedo lì alla sua sinistra.

"Molto bene allora. I resoconti?" Elsa si alza dalla sua postazione e si avvicina al tabellone, iniziano a scrivere tutti i resoconti dal 2019 al 2022. Sono più di cento miliardi di euro e sono estasiato dal fatto che in due giorni lei sia riuscita a richiudere tutti i conti.

"Stupefacente. La tua assistente vuole fare colpo su di noi." Mi strappa un sorriso carico di divertimento.

"Stasera andiamo al club?" Scrollo le spalle in modo automatico, sono così stanco di fare sempre le solite cose, così stanco di non poter violare una delle mie regole.

"Ci sono le strippar." Mi volto verso Elsa e la esamino per bene. Ha detto che la posizione a novanta è scomoda e non le piace, se solo potessi dargli qualcosa da ridire.

"Cosa pensi?" 

"A come sarebbe vedere Elsa piegata a novanta su questo cazzo di tavolo." Mi guarda attentamente.

"Potrei corrompere Jasmine a farla venire con noi al club stasera, così potremmo fare a doppio turno." Lo guardo estremamente colpito dalla sua proposta.

"Dov'è finito mio fratello Carter?" Sogghigna maliziosamente quando Elsa ritorna al suo posto al mio fianco.

"Anzi ora glielo chiedo io." Carter la chiama così Elsa si sporge verso di lui ascoltando la proposta.

"Mi domandavo se ti facesse piacere venire stasera al club con noi, per fare conoscenza ovviamente." Vedo il viso di Elsa arrossarsi e sogghigno leggermente, rifiuterà sicuramente, ne sono sicuro.

"Certo, perché no." A quanto pare questa ragazza vuole proprio giocare con il fuoco.

"Bene, verrà JJ a prenderti, verso le 22:00." Annuisce e si mette composta. Ora voglio giocare io. Allungo la mano verso la gonna e accarezzo la pelle del ginocchio scoperta, sobbalza sotto al mio tocco delicato e freddo. Faccio salire la mano sempre più su facendola arrivare all'interno cosca.

"Signor Miller." Cerca di togliermi la mano, ma la faccio salire ancora più su. Sobbalza sconvolta sulla sedia.

"Vorrei farti cambiare idea sulla posizione a novanta in questo momento, ma evito di farlo perché abbiamo molti spettatori. Di solito quando scopo solo il solo a guardare come la donna si contorce dal piacere sotto al mio controllo." Mi stringe la mano, ma spingo due dita all'interno della sua biancheria.

"E di solito mi piace anche ascoltare le loro urla quando vengono dicendo il mio nome, si... quello si chiama paradiso." Aumento la velocità mentre giro il viso disinvolto ascoltando con finta attenzione la loro conversazione.

"Cara stai bene?" Elsa alza il viso verso mia madre e sorride cercando di apparire disinvolta.

"Ho solo un pò di mal di testa nulla di preoccupante signora." Annuisce e ritorna a parlare con gli altri.

"Sei sicura di avere esperienze in questo campo ribelle? Oppure erano semplici bugie quelle dette in ascensore. Sei dannatamente stretta." Geme dalla frustrazione mentre le mie dita aumentano ancora di più la velocità.

"Ci sei quasi ribelle, ci sei quasi." Si appoggia allo schienale della sedia lasciandosi andare completamente ad un orgasmo tremante, cerca di non dar a vedere il tremore continuo finché non estraggo le dita dalla sua fessura stretta e allo stesso tempo bagnata.

"Bellissima complimenti, ci vediamo più tardi per un secondo round?" Mi guarda e un sorriso vittorioso sfiora le sue labbra carnose.

"Non credo, forse ho qualcuno a casa che mi aspetta per più round." Si alza dalla sedia e con un gesto elegante e aggraziato mi porge l'indirizzo di casa sua.

"Spero che questo JJ sia puntuale. A stasera signori." Escono tutti compresa lei.

"Quindi, quindi, quindi, stasera una bella scopata a tre?" Scoppio a ridere.

"Può darsi Carter." Mi da una pacca sulla spalla e ritornano tutti alle proprie postazioni di lavoro.

Unconditionally mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora