"Tutti i grandi sono stati piccoli,
ma pochi di essi se ne ricordano."
Il Piccolo Principe
Era capodanno, tutti i nostri familiari erano riuniti alla grande tavola dove c'era di tutto, dal pesce al dolce, ed era anche il mio compleanno, avrei finalmente compiuto nove anni e forse papà mi avrebbe portato con sé per la prima volta in azienda.
"Ora il nostro ometto spegnerà le candeline." Carter mi guardava con un sorriso tenero, aveva un anno in meno al mio, e forse anche lui come me non vedeva l'ora di compiere gli anni.
"Al nostro via." Chiusi gli occhi contento, tutta la famiglia riunita e nessun problema da risolvere, almeno per quel primo Gennaio sarei stato il bambino più contento di tutti.
"Tanti auguri a te. Tanti auguri a Xavier, tanti auguri a te." Carter corse verso di me abbracciandomi forte.
"Esprimi un desiderio fratellone." guardai fuori dalla finestra e poi guardai tutti, ero felice, era questo quello che volevo, una famiglia riunita e senza problemi, si era proprio quello il mio desiderio.
"Evviva!" Risi con tutta la gioia che avevo in corpo, mamma mi guardava con uno sguardo diverso dal solito, diverso da tutti quei sguardi che mi riservava di solito, mi avvicinai a lei.
"Mamma stai bene?" Mi guardava ancora e poi guardò zia Monica che annuì.
"Vieni con me figliolo, ti devo dare un regalo solo nostro." Sorrisi contento, mamma non mi aveva mai regalato niente, forse proprio perché voleva aspettare il mio nono compleanno. Mi porse la mano e quasi piansi a quel contatto materno che per la prima volta aveva dato.
"Perché andiamo di sopra?" Mi spinse velocemente per le scale e eravamo entrati in camera mia, zia Monica era salita subito prima di noi, era bella , alta e slanciata, indossava il suo solito vestito rosso rame che le stava d'incanto, i suoi occhi azzurri erano nei miei quasi terrorizzati.
"Che cosa sta succedendo." Aveva tra le mani un oggetto grande, era una frusta quella?
"Era quello il mio regalo mamma?" Tremai dalla paura quando la trovai nuda al mio fianco, mi stava vicino senza problemi, la zia gli passò la frusta e mi guardò con dispiacere.
"Sarà divertente." Iniziai a piangere, singhiozzavo così forte che qualcuno al piano di sotto poteva sentirmi ma avevo dimenticato che le pareti della mia cameretta erano state sonorizzate qualche giorno prima.
"Mamma... mi fai male." Continuava a frustarmi sulla schiena, sulle gambe, sulla pancia, mi aveva lacerato i vestiti per la forza che aveva usato.
"Sophie credo che possa bastare." La zia si era svestita anche lei, si era sdraiata sul mio letto con le lenzuola del piccolo principe.
"Sdraiati sul letto Xavier." Scuotevo la testa terrorizzato.
"Mamma io non voglio farlo... ti prego." Iniziai a colpirla ma mi prese di peso e mi buttò su letto.
"Ti piacerà, alla fine è un atto di amore per te." Mi tolse i pantaloni ormai rotti e si strusciò in modo sconcio su di me. Urlai così forte che non mi mancò il fiato.
"Sta zitto!" Se lo mise dentro, era su di me, gemeva si dimenava sopra di me finché non iniziò ad andare sempre più veloce.
"Mamma ti prego, basta." Mi girai verso la zia Monica e stava filmando tutto, mi guardava con lussuria e quando mamma venne su di me, si mise lei, mi facevano male le ossa, non riuscivo più a muovermi, a lottare, forse avevo fallito, forse non sono mai stato nemmeno il suo preferito. Finirono entrambi, si vestirono e mi lasciarono da solo nella mi cameretta, il mio rifugio, quello che da quella sera era stato il mio incubo peggiore... Mi vergognavo così tanto che mi rannicchiai su me stesso vicino al balconcino, guardai le stelle e piansi.
"Forse troverò un giorno la mia rosa."
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Unconditionally mine
ChickLitPericolo, amore, dolore, addii. L'amore era davvero tutto questo? il pericolo dovuto dal cuore, l'amore dovuto dall'odio, il dolore dovuto dalle sconfitte e gli addii dovuti dalle persone che più si amano. Elsa inizierà un nuovo cammino per la sua...