Capitolo 9: Xavier

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"C'è un uccello azzurro nel mio cuore che vuole uscire

ma sono troppo duro per lui,dico, 

resta lì, non lascerò che nessuno ti veda". 

Charles Bukowski

La testa gira, ho bevuto qualche bicchiere di vino rosso, le immagini del giorno prima si ripetono impetuose nella mia dannata testa. Se salvare i miei fratelli vuol dire buttarmi nella bocca del lupo molto probabilmente lo avrei fatto, anzi... lo sto già facendo senza rendermene conto.

"Fratello, che cazzo hai combinato?" Jordan mi guarda con uno sguardo preoccupato, non me lo merito, non mi merito il loro sostegno come non mi merito nemmeno il loro amore, non mi merito assolutamente niente di tutto ciò che loro posseggono.

"Ho bevuto solo qualche goccio, ora mi massa." Lo scanso malamente cercando di non perdere il controllo della situazione.

"Ti avevo promesso che ci sarei stato sempre X, non lasciarmi dietro." Quello che lo guarda questa volta non sono io, ma il bambino che vive dentro di me, che cerca di uscire ogni volta che può facendo rivelare la parte migliore di me, il bambino vuole solo qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui giocare e soprattutto vuole fidarsi di quelle persone.

"Non lo farei mai, sei mio fratello." I suoi occhi marroni indagano per la stanza prendendo subito la busta rossa e gialla.

"Dammela immediatamente Jordan, non sono cose che ti riguardano." Improvvisamente mi trovo lucido, l'odore del vino scompare, i suoni della stanza diventano ovattati mentre Jordan guarda la cassetta sul dispositivo, guarda, non parla. Perdo la cognizione del tempo finché non si alza dalla poltrona e mi guarda, non è disgustato, non è vergognato di avere un fratello così sporco ma il suo sguardo vale più di ogni parola dolorosa, vale più di mille pugnalate al petto.

"Ti sei sacrificato per salvare me e Carter?" Capisco la sua rabbia, capisco il suo rammarico e capisco come può sentirsi in questo momento.

"Ne hai mai parlato con qualcuno?" Scuoto la testa, mi sento umiliato, pieno di cicatrici e pieno di dolore, sono solamente uno dei prima riuscito male.

"Perché non me ne hai mai parlato, io ti avrei aiutato, avrei cercato qualsiasi cosa pur di far star bene la tua anima." I miei occhi iniziano ad annebbiarsi ecco... piangere non mi è mai riuscito eppure è proprio ciò che sto facendo ora, crollo senza qualcosa a cui aggrapparmi, crollo senza sapere se ci sarà qualcuno ad aiutarmi, se ci sarà qualcuno corrisposto a sopportare un anima dannata come la mia.

"Il dolore, comporta a tanti sacrifici, ho voluto proteggervi da un passato e da un futuro macabro e buoi senza uscita, non odiarmi mai per questo Jordan... io ho salvaguardato il vostro bene prima del mio. Non voglio giustificarmi perché non ho niente da giustificare, ma se davvero non vuoi più stare qui, non guardarmi più, non parlarmi più, non venirmi più a trovare in ufficio io lo accetterò... perché so di aver fatto la cosa giusta." Mi guarda muto, si avvicina, mi accarezza la guancia e come se fosse lui il fratello maggiore, mi abbraccia, un abbraccio fraterno, quello pieno di orgoglio maschile e pieno d'amore verso di noi, verso la mia famiglia. 

"Quando ero al college... ho pensato che tu non volevi venire per colpa degli affari qui in azienda, ma forse ho capito il motivo del tuo rifiuto e perché studiavi a casa. Ti da fastidio essere visto, gli occhi degli altri su di te, ti danno fastidio perché ti giudicano per quello che tu non sei, ma io ti conosco X, non lascerò che tu affronta queste cose da solo, me ne occuperò personalmente se ne sarà necessario promesso." La stretta diventa larga e si allontana.

"Ma tu non lasciarmi dietro." Scuoto la testa ed eccolo quel bambino nascosto nel mio cuore che ha sempre voluto affetto, quello che ha cercato per anni qualcosa di bello da raccontare ai suoi fratelli minori e soprattutto quello che ha cercato di proteggere tutti da un unico mostro... la madre.

Unconditionally mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora