CAPITOLO 1

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«Oggi posso saltare l'asilo?» ho chiesto a mia madre

"No, Ryoko"

Quella era la solita risposta di mia mamma, lei sapeva dirmi solo di no.

«No, Ryoko» mi ha risposto facendo annullare il mio sorriso, ma facendomi anche essere soddisfatta per aver indovinato la sua risposta

Eppure io avevo i miei motivi per non voler andare in quel posto, che definivo come inferno.

«Dai! Mamma!» ho insistito

«Ho detto di no» ha sottolineato l'ultima parola fulminandomi con lo sguardo prima di aprire la porta di casa e uscire insieme a me

"Devo di nuovo sopportarlo?" mi sono chiesta nella mia mente seduta sul sedile posteriore della macchina

«Non farmi andare all'asilo!» ho urlato

«Per una volta! Dai!»

Ho continuato a lamentarmi per ben altri 2 minuti, poi mia madre ha finalmente risposto.

«Finiscila» ha sputato aspra

Peccato che la sua risposta non era quella che desideravo.

Lei non sapeva perché non volevo andare a scuola, lei non sapeva veramente nulla.

Quando sono arrivata a scuola sono scesa dalla macchina e non ho degnato di uno sguardo a mia madre entrando nel luogo in cui non avrei mai voluto essere.

Sono entrata in classe e il maestro mi ha fatto l'occhiolino, ho iniziato a tremare.

Io guardavo la TV e vedevo che i maestri non si comportavano così con i propri alunni, le maestre avevano la loro famiglia e non andavano a dire ai propri alunni frasi come "Non dire alla mamma e a papà di noi 2, tu sei speciale lo sai bimba mia? E io sono il tuo maestro speciale".

Non sapevo come agire, ma non sapevo nemmeno come avrebbe potuto agire lui se avessi osato dire qualcosa ai miei genitori.

Dopo il suo occhiolino io non sono cambiata di una virgola se non fosse che il mio sguardo fosse diventato... vuoto.

Lui mi sembrava una persona davvero diversa dalle altre.

Io lo avevo capito, sapevo benissimo che nella sua mente ci fosse qualcosa che non andava, e questo già dalla prima volta che lo avevo visto.

Io all'asilo non avevo degli amici, sono sempre stata una persona selettiva e nessuno mi convinceva tra tutti quei bambini.

Quando è arrivata la ricreazione siamo scesi tutti in cortile con la propria merenda, il maestro si stava avvicinando troppo a me e il mio sguardo è diventato vuoto, le mie palpebre si abbassarono come le mie pupille e i miei occhi erano socchiusi come anche la mia bocca, sembravo come spenta.

«Tu sei la mia bambina» mi ha detto con la bocca che formava un sorriso a forma di D e gli occhi spalancati

Io non gli ho risposto e lui ha iniziato a toccarmi mentre che io non capivo cosa stesse facendo, mi ha presa in braccio e ha cominciato a correre

«Sto arrivando bambini» li ha avvisati

Eravamo nel suo ufficio, lui mi ha messo sulla sua scrivania facendomici sdraiare sopra, e proprio quando stava per poggiare le sue labbra sulle mie io ho urlato, i vetri si sono spaccati e mi sono subito alzata aprendo di scatto la porta, lui voleva così tanto baciarmi che non aveva nemmeno perso un secondo per chiudere la porta a chiave, era la prima volta che cercava di baciarmi, avevo solo 4 anni ma sembrava che a lui non interessasse. Ma dopo essere uscita, mentre che stavo correndo, mi è venuta un idea in mente, così sono tornata indietro e ho guardato il maestro.

To no one but you... [Sanzuxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora