CAPITOLO 19

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Per un attimo rimasi lì, immobile, cercando di ricomporre il mio respiro e mettere ordine nei miei pensieri. Sentivo ancora la rabbia dentro di me, come un fuoco che bruciava, ma la stretta ferma di Ran e le sue parole mi avevano fatto riflettere. Mi passai una mano tra i capelli, ancora furioso, ma con una lucidità che prima non avevo. Ran mi guardava con quel suo sguardo calmo, quasi annoiato, come se sapesse esattamente come sarebbe andata a finire.

«Andiamo,» disse, spingendomi delicatamente ma con fermezza verso il privé.

Lo seguii, ancora riluttante, ma sapevo che avevo bisogno di allontanarmi da quel corridoio. Entrammo di nuovo nel privé, dove Koko e Rindou ci aspettavano sui divanetti. Koko alzò un sopracciglio, curioso di vedere se Ran era riuscito a calmarmi. «Ben fatto,» disse, il suo tono non privo di ironia, ma non riuscii a rispondere subito.

Mi sedetti di nuovo, ma questa volta mi sentivo svuotato, come se la rabbia si fosse trasformata in una sorta di frustrazione silenziosa. Non potevo smettere di pensare a Ryoko, però. Ero ancora furioso, anche se avevo evitato di fare una scenata.

«Come fate voi a stare così tranquilli?» sbottai, rompendo il silenzio. «Lei è vostra sorella, e sta... sta con quel tizio là. Non vi arrabbiate? Non vi dà fastidio?»

Ran e Rindou si scambiarono un'occhiata rapida. Rindou si girò verso di me con un'espressione più seria rispetto a prima. «Sanzu, calmati. Ryoko non è ubriaca, non è stata drogata o qualcosa di simile. Se sta facendo questa cosa, è perché le va di farlo.»

La sua risposta, seppur logica, non fece che farmi ribollire il sangue. «Ma cosa vuol dire, Rindou? Anche se è una scelta sua, potrebbe comunque essere una minchiata.»

«Può darsi,» rispose Ran, intervenendo. «Ma tu lo sai che io sono il fratello più protettivo di questo mondo, no? E se pensassi che c'è qualcosa che non va, sarei il primo a fare qualcosa. Ma in questo momento, non ha senso arrabbiarsi. Non sta facendo niente di male, si sta divertendo. E se sta bene, non c'è motivo di intervenire.»

Le sue parole mi colpirono. Sapevo che era vero. Ran e Rindou non avrebbero mai permesso che Ryoko fosse in pericolo, nemmeno per un secondo. Se loro erano così tranquilli, dovevo forse fidarmi del fatto che la situazione fosse sotto controllo. Ma non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lei con quello là. Mi dava troppo fastidio.

Koko, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, decise di intervenire. «Sanzu, hai presente quanto è testarda Ryoko, giusto? Sai che non fa nulla che non vuole davvero fare. Se fosse in pericolo, l'avrebbe già sistemato da sola. E se non l'avesse fatto, Rindou e Ran non sarebbero qui seduti così tranquilli.»

Rindou annuì, e aggiunse: «Sì, e poi... pensa davvero che quello lì possa farle qualcosa che lei non vuole? È Ryoko. È la boss della Bonten. Quel tizio probabilmente è più nervoso di quanto immagini.»

Mi resi conto che non avevo una risposta pronta. Sapevo quanto fosse forte Ryoko, quanto fosse capace di gestire qualunque situazione. Ma la gelosia non aveva logica. Era un'emozione che bruciava, che consumava, senza permetterti di ragionare. Feci un respiro profondo, cercando di riprendere il controllo, ma la tensione non se ne andava completamente.

«Forse hai ragione,» mormorai, ma ancora non riuscivo a scrollarmi di dosso il malessere. La consapevolezza che tutto fosse sotto controllo non bastava a calmarmi del tutto. Tuttavia, mi rimisi seduto, cercando di ignorare i pensieri che mi tormentavano. Ran mi guardò un'ultima volta, annuendo come per dire: "Ci siamo capiti", e poi la conversazione sembrò scivolare via, almeno per il momento.

Ma nella mia testa, il pensiero di Ryoko era ancora lì. Mentre cercavo di concentrarmi su quello che dicevano gli altri, non riuscivo a smettere di immaginare cosa stesse succedendo in quelle stanze. Ed è lì che la mia mente continuava a tornare.

To no one but you... [Sanzuxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora