CAPITOLO 3

190 9 5
                                    

«Papà, devo andare a scuola per forza anche og-?» stavo per chiedere a mio padre ma non riuscii a finire la mia domanda

«Si.» ha detto subito, e io pensavo che avesse da dire solo questo, ma continuò a parlare

«Però prima dobbiamo andare a fare la spesa, per questo ti ho svegliata un po' prima.»

Riuscivo sempre a non farmi fare nulla dal maestro, eppure non volevo andare a scuola, perché ci voleva impegno a non farsi fare nulla da lui, non era così semplice come si pensa, e inoltre riusciva comunque a stuzzicarmi a modo suo, per me era un mostro, ero terrorizzata, avrei preferito molto di più stare con Manjiro tutto il tempo a casa sua, o con Haruchiyo, o Keisuke... Insomma, con le persone a cui tenevo, specialmente con i miei fratelli.

Dopo essermi preparata, sono salita in macchina dove mio padre mi attendeva, è partito e quando stavamo per arrivare si è fermato improvvisamente appoggiandosi una mano in faccia, che stava coprendo la sua fronte e un suo occhio.

«Sai come si fa la spesa giusto?» ha chiesto

«Certo.»

«E come?»

«Devo prendere ciò che devo comprare e poi andare dove ci sono i signori a cui devi dare i soldi.»

«Si, quella si chiama cassa. Ascoltami bene, ora ti scriverò in un foglietto ciò che devi prendere e tu prenderai tutto per poi andare dove ci sono quei signori e pagare. Papà non si sente tanto bene quindi ora ti lascerò qui, perché tanto non è molto distante dal super mercato, e poi tornerai a casa da sola, la strada la sai a memoria giusto?»

«Ok papà...»

«Brava Ryoko, ora vai. E stai attenta con i soldi, nascondili in tasca o qualcuno vorrà rubarteli.»

Mi venivano date tante responsabilità, ma non pensavo fino a tal punto, ciò di cui avevo bisogno dai miei genitori a quell'età erano solo attenzioni, ma purtroppo non era stato il mio caso, chi avrebbe mai lasciato la propria figlia di 4 anni per strada? Non sapevo nemmeno come si pagasse, non sapevo come tornare a casa..

Era a Roppongi che mi trovavo, dovevo fare attenzione...

Sono scesa dalla macchina ho iniziato ad andare verso al mio obiettivo con in mano il foglio con scritto tutto quello che dovevo comprare e ciò che mi serviva per pagare, e in qualche modo camminando sul marciapiede riuscii ad arrivarci perché era a due minuti di distanza e la strada era tutta dritta

Quando sono arrivata all'interno del posto ho iniziato a prendere ciò che c'era scritto, con molta difficoltà perché ancora non leggevo bene, e pian piano avevo iniziato ad avere fin troppe cose in mano, dovevo andare al parcheggio per andare a prendere un carrello, quindi ho lasciato tutte le cose che avevo preso in un punto, così da riprenderle una volta rientrata, e sono uscita con l'intento di prendere un carrello.

Proprio quando stavo per prendere il carrello, ho visto un signore correre verso di me, e io, che non sapevo come reagire, ho iniziato a correre per allontanarmi da lui.

Vedevo un walkie talkie nella sua tasca, e nell'altra si trovava una pistola, lui continuava a rincorrermi e io non sapevo che problemi avesse, però sapevo che quel giorno non avrei fatto la spesa.

Ho pensato di averlo seminato quando non l'ho visto più, ma poi delle braccia mi hanno presa da dietro e io ho urlato, non lo avevo seminato...

«Presa, ce l'ho.» ho sentito dire questa frase dalla persona dopo che aveva acceso il microfono del walkie talkie e l'aveva avvicinato al suo orecchio

Ho subito sentito la mia testa pesante e poi, probabilmente in automatico, i miei occhi si sono chiusi, e quando potei riaprirli e ho guardato intorno a me, ho capito subito di non essere nel luogo in cui mi trovavo prima.

To no one but you... [Sanzuxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora