CAPITOLO 22

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«Ma insomma, io entro in camera tua per parlare e ti trovo a dormire vicino la finestra? Wow, non dirmi che ti sei addormentata lì stanotte» un tono di sarcasmo mi svegliò e riportò alla realtà.

Aprii i miei occhi, scrutai il ragazzo dai capelli bianchi per 2 secondi e poi risposi lasciandomi scappare una piccola risatina.

«Buongiorno anche a te, Mikey!»

«Buongiorno.» disse con il suo stesso tono di sempre.

«Cosa ti porta in camera mia questa bellissima splendente mattinata, Mikey?»

«Intanto è pomeriggio, e sta piovendo»

Io lo guardai perplessa per qualche secondo, poi mi voltai verso la finestra, realizzai soltanto in quel momento quanto avessi dormito.

«Vabbè dai»

Presi una sigaretta dal pacchetto che avevo lasciato sul bordo del davanzale. La accesi con un gesto lento, il fumo cominciò a salire nell'aria.

«Comunque, ci hanno dichiarato guerra.»

«Chi?»

«La Shirokuro-kai.»

«La Shirokuro-kai...» ripetei, buttando fuori il fumo in un lungo sospiro. «Da quanto?»

«Stamattina,» rispose senza distogliere lo sguardo da ciò che c'era oltre alla finestra. «Hanno accusato uno dei nostri di aver venduto merce sul loro territorio. È solo una scusa.»

Sapevo che aveva ragione. Erano mesi che la Shirokuro-kai ci osservava, cercando il minimo pretesto per sferrare un attacco. Le tensioni erano sempre state presenti, ma fino a quel momento, si era trattato solo di un gioco di equilibri. Ora però, le cose stavano cambiando.

«Hanno sempre cercato di provocare,» dissi, tirando un'altra boccata dalla sigaretta. «Pensano davvero che possiamo farci piegare per una questione di territorio?»

Mikey rimase in silenzio. Era la sua solita calma glaciale a parlare per lui. Sapeva bene che la Bonten non sarebbe mai caduta così facilmente, ma era chiaro che la Shirokuro-kai non avrebbe lasciato le cose a metà. Loro non cercavano spiegazioni. Volevano solo un motivo per farci guerra.

«Vogliono sangue, vero?» chiesi, guardandolo negli occhi, anche se sapevo già la risposta.

«Sì,» rispose Mikey con voce piatta. «E lo avranno.»

Abbassai lo sguardo, lasciando che il fumo mi riempisse i polmoni ancora una volta prima di espellerlo con lentezza. La guerra era inevitabile, lo sapevamo entrambi. Ma la Bonten non avrebbe aspettato passivamente di essere attaccata. Non eravamo quelli che subivano.

«Non lasceremo che siano loro a scegliere il momento,» dissi, spegnendo la sigaretta contro il bordo della finestra. «Voglio che Ran e Rindou si occupino delle prime mosse. Io li terrò d'occhio. Non possiamo permetterci passi falsi.»

Mikey annuì lentamente. «Fai quello che devi fare.»

La Shirokuro-kai aveva fatto la sua mossa, ma ora toccava a noi decidere come rispondere.

Restammo lì per qualche minuto in silenzio, entrambi persi nei nostri pensieri.

Il fumo della mia sigaretta si disperdeva nell'aria immobile della stanza, mentre i pensieri continuavano a fluire con la stessa calma imperturbabile di sempre. Mikey, al mio fianco, restava immobile, la sua figura silenziosa, ma colma di potenza. La sua tranquillità era quasi spiazzante, ma non sorprendente. Sapevo che dietro quei suoi occhi spenti, stava già orchestrando la prossima mossa.

Alla fine, parlai, rompendo il silenzio.

«La Shirokuro-kai ha commesso un errore gravissimo,» dissi, con calma. «Hanno agito troppo in fretta. Pensano di averci messo alle strette, ma non sanno che ogni loro mossa è già stata prevista.»

Mikey annuì, la bocca piegata appena in un accenno di sorriso freddo. «Non avranno nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto siano deboli.»

Spezzai la cenere della sigaretta e la lasciai cadere nel posacenere di cristallo. «Sarà questione di tempo. Li lasceremo pensare di avere il controllo per un po', giusto il necessario. Poi... li travolgeremo.»

Mikey si voltò verso di me, i suoi occhi vuoti, ma c'era un'intensità dietro quello sguardo che pochi potevano comprendere. «Scegli tu il momento.»

«Saranno solo un'altra tacca sul nostro cammino,» commentai, gettando il mozzicone di sigaretta nel posacenere. «Quando cadranno, sarà come se non fossero mai esistiti.»

Mikey non disse altro, ma il suo silenzio confermava tutto. Non c'era bisogno di spiegare ulteriormente. Sapevamo già come sarebbe andata a finire, e non avevamo alcuna fretta. La Bonten non correva, non aveva bisogno di affrettarsi. Perché ogni battaglia che combattevamo era già nostra.

Mi appoggiai contro il davanzale della finestra, osservando la città sotto di me. Le luci pulsavano in lontananza, piccole e insignificanti. Un movimento costante, quasi come il nostro potere: sempre presente, anche quando non si vedeva. La Shirokuro-kai aveva fatto la loro mossa, e presto ne avrebbero pagato il prezzo.

«Senti ma..» esordì Mikey «tutto apposto ieri sera con Haruchiyo?»

La domanda mi colse di sorpresa, anche se non avrebbe dovuto. Mikey notava tutto, sempre. Era il suo modo di essere: silenzioso, ma mai distratto. Mi girai verso di lui, cercando di capire se stesse solo cercando una conferma o se ci fosse qualcos'altro dietro quella domanda.

Per un attimo rimasi in silenzio, fissando la sigaretta tra le dita, come se potessi trovare una risposta lì. La verità è che non era tutto a posto. Ma cosa avrei potuto dirgli? Che la sua rabbia di ieri mi aveva destabilizzato più di quanto volessi ammettere?

Scrollai appena le spalle, cercando di mantenere un tono distaccato. «Niente che non possa gestire.»

Mikey mi guardò, come se potesse vedere oltre le mie parole, come se sapesse già che c'era dell'altro.

TO BE CONTINUED...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12 ⏰

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