CAPITOLO 20

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Mentre venivo trascinato via, il peso delle mie azioni cominciava a farsi sentire, ma la mia mente era troppo in tumulto per processare tutto immediatamente. Sapevo che avevo oltrepassato un limite, ma il caos che avevo creato era ormai inarrestabile.

Ran e Rindou mi fissavano con lo stesso sguardo severo, il silenzio era pesante. Il dolore al fianco si irradiava ancora, ma mi stava riportando un minimo di lucidità. Prima che qualcuno potesse dire altro, la porta si aprì di colpo e Koko entrò nella stanza. Si fermò a un passo da noi, scuotendo la testa con un'espressione di esasperazione.

«Sanzu, oggi hai davvero esagerato,» disse con la voce fredda, ma sembrava esserci un'ombra di preoccupazione. «Hai preso troppa cocaina, e ora non ti controlli nemmeno più. È meglio che torni a casa, ti sei spinto oltre il limite.»

Non risposi. Koko aveva ragione, ma non avevo la forza o la voglia di ammetterlo. Sentivo la rabbia scemare, sostituita da un vuoto che mi stava lentamente risucchiando. Mi limitai a guardare il pavimento, le parole che volevo dire mi si bloccavano in gola.

Poi la porta si aprì di nuovo, e questa volta Ryoko entrò, seguita da Kakucho. Il suo sguardo era confuso, e osservò la scena con le sopracciglia leggermente aggrottate. Si fermò al centro della stanza, guardandoci uno per uno. «Che sta succedendo qui?» chiese, con un tono preoccupato ma anche autoritario. La sua voce sembrava riecheggiare nella stanza.

Kakucho si mantenne in disparte, osservando la situazione senza dire una parola, ma era evidente che anche lui si stava chiedendo cosa diavolo stesse accadendo.

Ran fu il primo a rispondere, cercando di mantenere la calma. «Tutto sotto controllo, Ryoko. Sanzu ha solo bisogno di tornare a casa.»

Ryoko mi lanciò un'occhiata, ma sembrava non capire fino in fondo. «Perché? Che è successo?» domandò, il tono leggermente più dolce, ma con una nota di preoccupazione crescente. Poi aggiunse: «Allora andiamo ora Haru? Se vuoi guido io.»

A quel punto Rindou si avvicinò a sua sorella, mettendole una mano sulla spalla con delicatezza. «Ryoko, forse è meglio che vieni con me, oggi.»

La confusione sul volto di Ryoko si intensificò. «Ma perché?» sembrava sinceramente colpita dalla richiesta.

«Non preoccuparti,» intervenne Ran, cercando di spiegarsi senza rivelare troppo. «Non è colpa tua. È solo che oggi... non è la giornata giusta. Fidati, è meglio così.»

Sapevo cosa stavano facendo. Stavano cercando di allontanarmi da Ryoko per evitare che esplodessi di nuovo.

Ryoko continuava a fissarmi, cercando di capire, di trovare un senso in tutto quello che stava accadendo. La sua voce si fece più bassa, quasi un sussurro. «Sanzu, è tutto ok?»

Non le risposi. Non sapevo cosa dire, cosa confessare. Così mi limitai a guardarla, lasciando che Ran e Rindou gestissero la situazione per me. Sapevano che ero troppo fuori controllo, troppo arrabbiato e stordito per poter affrontarla in quel momento.

Koko si avvicinò a me, posando una mano sulla mia spalla. «Ti accompagno io, andiamo,» disse con un tono che non ammetteva repliche. Era chiaro che nessuno voleva che Ryoko fosse coinvolta ulteriormente. Era troppo vicina alla miccia della mia rabbia.

Ryoko sembrava ancora confusa, ma alla fine annuì lentamente, voltandosi verso i suoi fratelli.

Rindou la rassicurò con un cenno del capo, e lei fece un passo indietro, chiaramente riluttante. Non sapeva cosa stesse succedendo davvero, e per fortuna non aveva visto nulla.

La riluttanza di Ryoko era evidente, ma alla fine annuì lentamente. «Va bene, se dite che è meglio così...» sussurrò, la voce ancora dubbiosa, mentre guardava Ran e Rindou come per cercare conferma. Mi guardò un'ultima volta, come se volesse dire qualcosa ma senza trovare le parole. Forse si sentiva esclusa da qualcosa che non comprendeva appieno. «Ci vediamo domani, Sanzu.»

To no one but you... [Sanzuxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora