𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝟽

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~ [ 𝙋𝙤𝙩𝙚𝙧𝙚 ] ~

«Dobbiamo parlare, Katsuki.»

La frase gli era uscita dalle labbra senza pensare. Non appena il suo sguardo aveva incontrato quello del principe si era ripreso dalla stanchezza che il suo corpo stava cercando di combattere da ore.

Lo vide fremere a quelle parole, la schiena ritta su se stessa e le sue mani tremolante che giocavano con gli anelli infilati nelle dita smilze, ma non si scompose. Non ancora.

La labbra di Bakugou Katsuki, il primo e unico figlio del re d'Inghilterra, si staccarono, rimanendo sospese nella ricerca di una risposta a uno dei continui ordini che lui era solito non rispettare.

Se le inumidì, lasciò passare la lingua sul labbro superiore per poi richiuderle entrambe e deglutire il veleno acido che continuava ad avere in bocca al posto della saliva.

Non riuscendo a trattenere il contatto visivo Katsuki decise di abbassare lo sguardo, osservandosi le scarpe lucide da ballo comprate appositamente per quel giorno e che, dopo la notte, sarebbero state buttate non avendo più alcun valore.

Poi parlò.

«Va bene. Ti ascolto.»

Kirishima si aspettava una risposta di quel genere. Non sapeva perchè e probabilmente non lo avrebbe saputo ancora per un bel po', ma gli sembrava che imponesse una sorta di potere sul ragazzo di fronte a lui e questo giocava a suo vantaggio.

Non si lamentò.

Il biondo si avvicinò nel silenzio all'altro ragazzo, raggiungendo il mobile dello specchio in fondo alla stanza dove Eijirou era appoggiato e iniziando a sfilarsi gli anelli che portava alle dita, posandoli sul legno ruvido dell'ebano, aspettando che il panettiere al suo fianco iniziasse a parlare.

Il corvino osservò tutti i suoi movimenti, non voleva perderne neanche uno, ma non riusciva a capirne il motivo.

Si sentiva ancora attratto, dopo tutto quello che era successo, al corpo del principe e al suo strano, acido e odioso carattere e si malediceva per questo. Non doveva, lo sapeva, eppure, in un qualche strano, nascosto e recondito spazio della sua mente, lui voleva guardarlo. Perchè gli piaceva, cazzo. Gli piaceva da matti.

Nonostante lui fosse la causa della morte di sua madre, nonostante lui fosse la causa della morte, metaforica, di suo padre, nonostante lui lo avesse abbandonato tra i papaveri insanguinati e le promesse mai svelate, nonostante lui avesse deciso di diventare il suo tutto per poi fotterlo nel peggiore dei modi.

Era vero, era un dato di fatto. Katsuki Bakugou gli piaceva da impazzire. Non sapeva se ne era innamorato, anche se non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma sapeva che, come lui possedeva una sorta di potere su il principe, lo stesso erede aveva una sorta di potere su di lui e questo non andava bene.

Decise di parlare dopo aver preso un ambito respiro sotto gli occhi ardenti del biondo.

«Voglio mettere in chiaro due cose.»

Il sopracciglio del più grande schizzo in aria. Confuso e divertito allo stesso tempo, Katsuki si girò con tutto il corpo di fronte all'amico (lo poteva ancora chiamare così?) d'infanzia. Decise che l'unica cosa che poteva fare era sbeffeggiarlo un po', sapeva che lo avrebbe ascoltato e avrebbe fatto tutto quello che gli chiedeva, ma decise di sorvolarci sopra per evitare che anche il corvino se ne rendesse conto.

«Davvero? Tu vorresti imporre qualcosa a me? Va bene, sto al gioco, sputa il rospo.»

I sottili occhi di Eijirou si voltarono verso di lui, osservando i lineamenti della mascella dell'altro ragazzo intento a percularlo.

💢𝔽𝕖𝕒𝕣 𝕠𝕗 𝕕𝕒𝕣𝕜 - кιяιвαкυDove le storie prendono vita. Scoprilo ora