~ [𝙥𝙚𝙣𝙨𝙞𝙚𝙧𝙞] ~Il giorno dopo il sole soffocò i sogni dei due ragazzi. Il mal di testa tornò, più prepotente del giorno precedente, e il principe si svegliò comprendendo già che quella giornata sarebbe andata a puttane, per colpa di una qualsiasi cosa, quasi sicuramente per colpa sua. Non si sentiva bene, probabilmente stava per vomitare, gli occhi bruciavano, le labbra erano secche e questo continuo freddo che provava alle dita dei piedi senza nessuna ragione apparente, visto che era quasi l'inizio di luglio, lo avrebbero portato alla follia.
Non voleva alzarsi dal letto. Stava bene sotto le sue coperte, ma in poco tempo si rese conto che, tirando su il lenzuolo per coprire meglio la sua testa questo non veniva su, dunque la conclusione più logica fu quella di girarsi, per poter vedere cosa lo privava del suo diritto alla ricchezza e allo sfizio. Prese un grande respiro, girò il volto, provando molto più dolore di quello che si sarebbe aspettato e guardò.
In verità non avrebbe voluto vedere, avrebbe preferito crogiolarsi nel suo dolore per altri mille anni piuttosto che affrontare quel ragazzo di prima mattina. Lo faceva sempre, per carità, ma quella volta fu diverso. Ovviamente lo fu, però quel diverso oramai era entrato a far parte di ogni sua giornata, perché, alla fine, ogni giorno fu diverso dopo il suo arrivo.
«Cazzo.» Fu sussurrato, e gli suonò così strano alle labbra che quasi non sembrò suo. Trattenuto, soffocato, acuto: la sua voce non era così, non lo era mai stata. Non appena quella parola uscì dalle sue labbra la gola cominciò a bruciargli, come se Dio in persona avesse deciso di punirlo tutto d'un tratto per tutte quelle volte in cui era stata pronunciata per inveire contro chissà chi. Non si preoccupò più di tanto di quel fastidio, dopo le urla del giorno prima dopotutto sarebbe stato strano che non provarlo, quel fastidio .
«Merda.» Quella seconda, veloce parola che fuoriuscì dalle pallide labbra del principe risuonò ancora più acuta della precedente, ancora più strana. Il pensiero del litigio precedente lo portò a esternare ogni singola volgarità che gli giungeva alla mente. Controllò sotto le coperte, un'occhiata fugace. Era sicuro non fosse successo niente, però in qualche recondito spazio del suo cervello ne aveva avuto timore. O forse lo aveva sperato, non era certo.
Si lasciò cadere sul materasso, il capo poggiato sul cuscino. Il suo corpo rimbalzò leggermente, un peso morto su fieno appena tagliato.
«No, no, no...» Cercava di trattenere il vomito. Sarebbe stata una figura barbina, in più sperava di non essere malato. Si sarebbe dovuto preoccupare, chiamare uno dei migliori medici del regno. Nulla di infattibile, non era certo quello il problema, ma poiché la regina si sarebbe preoccupata inutilmente, visto che ogni anno la sua salute cagionevole decideva di giocargli brutti scherzi di quel tipo, avrebbe preferito di gran lunga saltare la parte del bambino ammalato e sofferente. Era normale, chiunque si sarebbe preoccupato, ma alla fin fine, se aveva superato la notte, se aveva superato il buio, senza ombra di dubbio non sarebbe stato quello il giorno della resa dei conti, non ancora.
Ingoiò il sapore di acido in bocca, tirò fuori la lingua realizzando un verso confuso, per poi voltarsi di nuovo verso l'altro. Sprazzi della conversazione della sera precedente giungevano annebbiati nella sua mente, confusi e vibranti. Questo in realtà era il modo migliore per descriverli. Il petto di Bakugou, ogni volta che alla sua memoria giungevano frasi del corvino, o ancor peggio sue, vibrava. Alcune frasi arrivavano così vicine alla sua lingua che quasi sentiva il bisogno di esporle ad alta voce di nuovo, un'altra volta impresse nell'aria, per esorcizzarle.
Guardò le lentiggini dell'altro, ancora addormentato, o forse così sperava il biondo.
«Che coglione.» E non seppe dire se quella frase che pronunciò così strozzata fosse rivolta a Kirishima o a se stesso. Voleva che fosse la prima, ma era sabbastanza sicuro della seconda.
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💢𝔽𝕖𝕒𝕣 𝕠𝕗 𝕕𝕒𝕣𝕜 - кιяιвαкυ
FanfictionEijirou amava il Sole, ma amava ancor di più il Sole che tramontava. Era così dorato! Sembrava il colore del grano appena raccolto che veniva portato al padre per creare il pane... Kirishima amava il grano. Era giallo. E lui amava il giallo. Questa...