𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝟾

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~ [𝙈𝙖𝙨𝙘𝙝𝙚𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙥𝙚𝙧𝙖𝙣𝙯𝙖] ~

Bakugou si svegliò il giorno dopo con il sapore di ferro sulle labbra, probabilmente si era morsicato la guancia mentre dormiva, e l'idea che forse tutto quello che era successo la notte precedente non era stato solo un sogno scaturito dalla sua mente troppo stanca per potersi permettere anche solo di ragionare.

Il ricordo di quello che era successo gli piombò addosso come un incudine tanto che fu costretto a ricoricarsi sul materasso, lasciando la sua testa in balia del cuscino di piume d'oca, per non svenire.

Le domande, le risposte, le urla, i tocchi.

Gli ritornò alla mente la consapevolezza di aver sfiorato i fianchi del ragazzo di fronte a lui, di averlo lasciato coricare sulle sue gambe mentre il corvino gli sussurrava a voce bassa tutto quello che era successo a lui, tutto quello che aveva subito, che aveva trattenuto dentro di sè, facendosi trasportare dalla corrente del dolore.

Si ricordò il respiro affannato di Eijirou Kirishima, così lieve da essere quasi impercettibile. Eppure era il ricordo più vivido che aveva di lui.

Il suo respiro.

Decise di alzarsi, anche se Hakamada non era ancora accorso a sfracassargli le palle come ogni mattina, tanto non sarebbe riuscito a dormire ancora.

Tirò le tende della sua camera e, dopo essersi accecato a causa dei raggi solari primaverili, si tolse la camicia da notte, prese gli abiti da uno dei due enormi armadi arpionati al muro portante della stanza, iniziando a vestirsi.

Fu felice di non essere stato nuovamente costretto, come ogni mattina, a ricoprire il suo viso con quintali di cerone.

Sì limitò, finito di prepararsi, a buttarsi sul letto, le gambe accavallate, leggendo il primo libro che si era ritrovato sulla scrivania.

Sembrava noioso, una solita storia d'amore, ma lo continuò con gran fatica, assicurandosi mentalmente che: “al prossimo capitolo, se non mi piace, lo mollo.”

Puntualmente non gli piaceva e puntualmente lo continuava.

La protagonista era noiosa, ma il protagonista, lui sì che era interessante.

Passavano i minuti e il principe non se ne rendeva neanche conto.

Lo stava prendendo, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, finchè non apparì alla porta il suo insegnante personale e non fu quindi costretto a nascondere l'ammasso di fogli sotto al cuscino.

Alzando gli occhi verso il nuovo arrivato guardò di sfuggita i capelli cenere presenti dietro alla schiena esile e slanciata dell'adulto. Non appena li notò sorrise mentalmente, sicuro che quella mattinata l'avrebbe passata in sua compagnia.

Il bruno non ricambiò però le occhiate che Katsuki continuamente, assiduamente, gli lanciava mentre camminavano per gli enormi corridoi del palazzo. Il brusio, che di base rappresentava il vociare del maggiordomo intento a descrivere le stanze e le mansioni che avrebbe dovuto svolgere il più piccolo, confondeva Eijirou.

Intanto che

(evitava Bakugou)

si guardava intorno pensava a due sole cose.

La prima era il dialogo che i due avevano avuto la notte precedente e che probabilmente avrebbero dovuto riaffrontare a breve. Eijirou se lo sentiva, ma non voleva che ciò avvenisse.

Il secondo, molto meno importante del precedente e probabilmente sorto dalla sua natura di povero, era il pensiero che, tutt'intorno a lui, vi era una ricchezza inestimabile e questo portava a una sola distinzione.

💢𝔽𝕖𝕒𝕣 𝕠𝕗 𝕕𝕒𝕣𝕜 - кιяιвαкυDove le storie prendono vita. Scoprilo ora