~Chapter nine~

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Risalii le scale sbuffando. Che diavolo volevano quei tizi? Ma dico erano tutti pazzi? Mia sorella aveva a che fare con loro? Se si,perche?
La testa mi stava scoppiando.

Il mio sguardo si posò di nuovo sui quadri appesi alle pareti, salendo cosi in alto da non riuscire a scorgere il soffitto.

Quel posto mi metteva i brividi, tuttavia i visi di quelle persone che sembravano osservarmi, erano familiari.

Non sapevo il loro nome nè la loro provenienza ma mi infondevano una sensazione di tranquillità.

In particolare due: il primo raffigurava una donna sulla quarantina, mora, occhi a mandorla marroni e carnagione chiara.
Il secondo era un uomo, anch'esso sulla quarantina, occhi verdi e capelli biondi,con un'aria simpatica.
-
Mezz'ora dopo mi stavo asciugando i capelli, dopo essermi concessa una doccia bollente.

Ero di nuovo nella camera da letto matrimoniale nella quale mi ero risvegliata.

Avevo scoperto con piacere l'esistenza di un bagno annesso alla camera.

Frugai nell'armadio di mogano e trovai una felpa nera e dei pantaloni della tuta grigi.

Erano più o meno della mia taglia.

Cercai di non pensare di chi potessero essere.

Mi guardai allo specchio: come al solito i miei capelli erano andati a farsi fottere.

In teoria, dovevano essere mossi ma sembrava più che avessi preso la scossa da 2000 volt.

Non avevo neanche voglia di spazzolarli.

Ero troppo sconvolta.
Mi lasciai cadere pesantemente sul letto e chiusi gli occhi, respirando a fondo.

In fondo avrei scoperto la verità sulla morte di Alexis: avrei dovuto rallegrarmene.

E invece stavo lì, sull'orlo di una crisi di nervi.

"Eiii la nostra principessa è prontaa?" urlò la rossa, spalancando la porta e facendomi sussultare.

"Cosi tu sei Marissa..." inziai.

"come fai a saperlo?" spalancò gli occhi.

"non leggerai mica anche tu nel pensiero eh?Gia ci sono io che basto" ironizzò.

"No, me l'ha detto il tuo amichetto misterioso senzanome" tagliai corto.

"Ahhh Damon" sorrise maliziosa.

La guardai male e iniziò a ridere.

Scossi la testa, esasperata.

Vabbè.

Scendemmo le scale e mi fece attraversare il corridoio, che conduceva a un salone enorme.
Rimasi letteralmente senza fiato.
Il salotto era STATOSFERICO.
Probabilmente occupava una superficie simile a quella della mia intera casetta.

Era come diviso in tre sezioni ,per il lungo.

Quella centrale era la continuazione del corridoio e portava ad altre stanze, a me sconosciute.

La sezione a sinistra era occupata la una serie di divanetti in alcantara ,bianchi di fronte ai quali vi erano dei tavolini in legno.

In fondo a questa sezione un caminetto incassato nella parete di pietra riscaldava notevolmente l'ambiente.

A volte un pilastro di legno interrompeva la fila di divanetti ,per sorreggere l'intera struttura.

La sezione a destra invece, era occupata da un lungo tavolo in legno scuro, già apparecchiato.

Il parquet finalmente lasciava il posto ad uno splendido pavimento chiaro, di pietra.
Lucidissimo e luccicante. Sembrava quasi ghiaccio.

Ma la cosa più sorpendente fu la struttura di legno a vista:travi chiare e ben levigate si incontravano in linee rette, sembrava quasi che volessero abbracciare l'intera sala.

Mi sentivo protetta.

Oserei dire "a casa."

Dovevano esserci almeno sei persone, ma l'unica che riconobbi fu Damon.

Ecco come si chiamava.
Quel pazzo psicopatico.

Era sdraiato indecentemente su uno dei divanetti, isolato, sorseggiando whisky in un bel bicchiere a doppio fondo.

Quando tutti si accorsero della mia presenza calò il silenzio.

Si sentiva solo lo scoppiettare della legna e il ticchettìo della pioggia sulle finestre.

Marissa mi spinse avanti e un uomo, sulla quarantina si avvicinò a me, sorridendomi cordialmente.

"Benvenuta tra noi, Katherine"mi disse allargando le braccia.

"Tra poco scoprirai la verità sulla tua esistenza, ma prima mangiamo."

Alcune persone ridacchiarono, io rimasi impassibile.

Annuii e basta.

L'unico che sembrava essere felice in quel momento era il mio stomaco.

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@eleeJB @vanigliabieber spero vi piaccia :)

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