~Chapter ten~

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Deglutii e ci sedemmo tutti, io vicino a Marissa.

"Allora, Katy"
l'uomo fece una piccola pausa."posso chiamarti Katy?" chiese ridendo.

"Preferisco Kate, signore" risposi subito.

Mia sorella mi chiamava Katy. Ma non lo dissi.

Una donna ci servì un piatto di pasta al formaggio.
E io mi ci avventai sopra, come un avvoltoio.

"Bhe, Kate, non c'è molto da dire...Io sono Jo, il tuo tutore qui."

Aggrottai le sopracciglia. "Ccosa?" Mormorai con la bocca piena.

Non capivo.

"L'ho promesso ai tuoi genitori, quando sarebbe arrivato il momento."

"Ma nessuno mi ha mai detto niente! È uno scherzo?" Spalancai gli occhi.

I miei genitori mi avevano abbandonato a quei tizi? Roba da matti.

Sentii Marissa soffocare una risata.

Le rifilai una gomitata.
Perchè doveva proprio sapere tutto quello che pensavo?!

Ora la pasta non era così invitante.

Guardavo insistentemente Jo, aspettando che parlasse.
Aveva qualcos'altro da dire.
Lo si capiva dalla sua angoscia.

"Vedi, Kate... devi sapere che i tuoi genitori naturali, sono morti, sono stati uccisi. Sophia e Matt non sono i tuoi... veri genitori.
Tu e tua sorella siete state adottate quando lei aveva tre anni e tu eri appena nata."

"Che...cosa?" riuscii a sussurrare ma dubito che qualcuno mi avesse sentito.

Non poteva essere.

Il castello di carte della mia vita era crollato, cosi facilmente, spazzato via da poche parole.

Anche se, in fondo sapevo di non essere mai stata legata a loro.
Ma non potevo accettarlo.
Non poteva essere vero.

Avevo vissuto per diciassette anni nella menzogna.

Nessuno aveva mai avuto il coraggio di dirmelo.

Mi presi la testa tra le mani.

Quella sensazione familiare si fece strada, fino ad arrivare al mio cuore: il dolore.

Lacrime calde iniziarono a rigarmi il viso.
Iniziai ad essere scossa dai singhiozzi.

Sentivo lo sguardo di Damon pesare su di me.
Odiavo farmi vedere mentre piangevo.

"Kate, mi dispiace. Davvero" disse Jo, con sguardo afflitto.

"Ora siamo noi la tua famiglia. Dimentica tutto e resta con noi."

Sgranai gli occhi, colmi di lacrime.

"Come puoi chiedermi di ignorare tutto?" Esclamai esterrefatta.

Mi alzai da tavola e scappai su per le scale, diretta in camera.

Inciapai in un paio di gradini, non vedevo un accidenti.

"Loro erano come noi! E anche tu lo sei!" sentii urlare da Jo, al piano di sotto.

Aprii con una spallata la porta socchiusa e mi ranicchiai nell'angolo della stanza, continuando a piangere.

Come poteva essere?

I miei genitori erano morti.
Mia sorella era morta.

Ero sola.

Continuavo a chiedermi se non fosse tutto un brutto sogno.

Ma era la realtà. La verità.

Ecco cosa nessuno mi aveva mai detto.

@EleeJB @vaniglia.bieber

'The Last One'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora